“Se uno dei due non vuole, non si litiga” recita una frase che vola sibillina nello spogliatoio verdeoro: l’amicizia che lega gran parte della selezione brasiliana, che ha perso l’ultima partita esattamente due anni fa, potrebbe essere il gran segreto – nemmeno poi così nascosto – degli uomini dei record allenati da Tite. Per Thiago Silva e Marcelo sarà l’ultima occasione per alzare al cielo un Mondiale dopo l’argento alle Olimpiadi del 2012 e la vittoria nella Confederations Cup del 2013, mentre il rapporto che lega Philippe Coutinho a Neymar Junior parte da molto, molto lontano.

Non a caso lista dei convocati brasiliani è stata comunicata con largo anticipo, già nella versione definitiva:

PORTIERI – Alisson (Roma), Ederson (Man City), Cassio (Corinthians)

DIFENSORI – Thiago Silva (PSG), Miranda (Inter), Marquinhos (PSG), Geromel (Gremio), Marcelo (Real Madrid), Danilo (Man City), Filipe Luis (Atletico Madrid), Fagner (Corinthians)

CENTROCAMPISTI – Casemiro (Real Madrid), Fred (Manchester United), Paulinho (Barcellona), Renato Augusto (Beijing Guoan), Fernandinho (Man City), Willian (Chelsea), Coutinho (Barcellona)

ATTACCANTI – Neymar (PSG), Gabriel Jesus (Man City), Firmino (Liverpool), Douglas Costa (Juventus), Taison (Shakhtar Donetsk)

A differenza dei rivali argentini, che hanno lasciato a casa più di qualche campione affermatosi fra i club ma ancora a disagio con la maglia albiceleste, la chiarezza di sistema, gioco e contenuti che si respira in Brasile è palpabile e viene riversata sul campo: vittoria nel girone di qualificazione, 3 amichevoli e 3 vittorie contro Germania (infima rivincita sul Mineirazo), Austria e Croazia. Tite, nelle 21 gare in carica nelle vesti di commissario tecnico, ha perso solamente una partita (contro il Perù esattamente due anni fa) vincendone 17 e pareggiandone 3. Il numero impressionante di 15 clean sheet conquistati, così come i 47 gol segnati contro i soli 5 subìti, rendono la nazionale verdeoro il vero ostacolo da evitare. Almeno sulla carta.

COME SI SCHIERA – Almeno sulla carta, il Brasile si presenta ai Mondiali senza difetti, consapevole di aver potuto tagliare fuori giocatori del calibro di Alex Sandro senza minare un 4 3 3 che nell’ultima amichevole ha portato in rete il tridente offensivo al gran completo: Jesus, Coutinho e Neymar, storie da Barcellona di Guardiola. In porta l’imbarazzo della scelta, a centrocampo la sicurezza portata dal quartetto Fred (passato al Manchester United e reduce da un recente infortunio che potrebbe fargli saltare la gara inaugurale), Casemiro, Fernandinho e Paulinho, con quest’ultimo inserito nella batteria degli attaccanti in più di qualche occasione. Anche Willian è riuscito a farsi largo tra la moltitudine di stelle a disposizione di Tite, che potrà contare a gara in corso sullo strapotere tecnico di Douglas Costa e sul mai banale Firmino.

LA STELLA – La gioia per la convocazione pubblicata sui social dalla famiglia del difensore Fagner, brasiliano in patria insieme a Cassio e Geromel, restituisce un pizzico di umanità ad una squadra che si presenta al Mondiale con numeri e undici di partenza da PlayStation. Le stelle potrebbero rivelarsi proprio loro, difensori operai in uno spogliatoio di vincenti.