Oggi prenderanno il via gli ottavi di finale della Coppa del Mondo e l’attenzione sulla Video Assistant Referee sarà ancora maggiore per l’incidenza che potrebbe avere nell’economia del risultato. A tal proposito, nella giornata di ieri, il presidente del Comitato Arbitrale FIFA Pierluigi Collina ha commentato le prime 48 partite del Mondiale sotto l’ègida del VAR. Lo ha fatto in compagnia di Massimo Busacca, Capo degli Arbitri FIFA e coordinatore dell’Innovazione  Tecnologica del Calcio, e Roberto Rosetti, responsabile del progetto VAR in Italia.

Anzitutto vorrei ringraziare giocatori e allenatori. Vorrei ringraziarli per la buona cooperazione coi direttori di gara in queste prime 48 partite della fase a gironi. Il nostro obiettivo già prima del Mondiale era stato quello di condividere con gli allenatori ciò che avessimo detto agli arbitri in termini di raccomandazioni ed istruzioni: cosicché giocatori, allenatori e arbitri potessero parlare lo stesso linguaggio“. Al ringraziamento è seguita però qualche piccata dichiarazione in merito ad alcuni episodi in cui sarebbe emersa una “mancanza di comunicazione” tra direttori di gara e giocatori.

Dal dicembre 2017 sino al calcio d’inizio della competizione abbiamo detto di essere disponibili a fornire qualsiasi richiesta di chiarimento, ma non ne abbiamo ricevuta. Siamo abbastanza sorpresi che adesso improvvisamente diventi evidente questa necessità. E ci stupisce aver sentito che qualche nostro arbitro avrebbe risposto, motivando la scelta di un rigore non concesso, “non lo so”. Non è credibile che venga data una spiegazione del genere, specialmente quando le immagini televisive chiariscono la decisione arbitrale. Strano che qualcuno possa offrire questo genere di commento. C’è qualche dubbio sull’intelligenza degli arbitri? Non credo possano esservene: qui ci sono i migliori arbitri del mondo“.

Passando ai numeri, Pierluigi Collina ha evidenziato come il numero di cartellini rossi al Mondiale sia fino a questo momento decisamente più basso, in media, che in tutte le altre competizioni nazionali in cui viene utilizzata la tecnologia. “I tre cartellini rossi estratti sin qui al Mondiale – ha specificato Collina – sono per un fallo di mano e per due somme di ammonizioni, il che evidenzia il rispetto tra calciatori avversari. In termini di calci di rigore, è vero quello che si scrive anche sui giornali: sono evidentemente maggiori rispetto alle Coppe del Mondo sudafricana e brasiliana, ma solo metà (7 su 14, ndr) sono arrivati dopo una revisione VAR“.

E che incidenza ha il VAR sul tempo effettivo di gioco? In questo senso Collina è stato chiaro. “Fino ad ora in questo Mondiale si è giocato di più e c’è stato più tempo di recupero rispetto al Mondiale brasiliano: su questo aspetto sono stati preparati gli arbitri“.

I NUMERI DEL VAR DOPO LA FASE A GIRONI – Si sono contate in totale 345 situazioni di gioco, dai gol ai falli, controllate dalla squadra VAR. In questo pacchetto di interventi si parla di tutti i gol segnati (122) e di tutte le altre situazioni, dai gol annullati ai fuorigioco passando per gli scambi di persona, per una media di 6,9 interventi a partita. Solo una bassa percentuale di questi check ha portato alle cosiddette on field review (14) e decisioni cambiate. Nel dettaglio:

  • 6 rigori
  • 1 rigore tolto e tramutato in punizione
  • 2 rigori concessi e poi tolti
  • 2 falli non sanzionati dall’arbitro
  • 2 gol assegnati dopo aver sbandierato fuorigioco
  • 1 identità sbagliata

Infine, prima di proporre alcune clip video in cui si vede esattamente come lavora la squadra VAR per richiamare l’arbitro in campo, Pierluigi Collina ha dato un suo giudizio complessivo sulla Video Assistant Referee. “VAR non significa perfezione – ha specificato Collina – perché gli errori ci possono ancora essere. Averlo implementato non vuol dire aver raggiunto la perfezione, tuttavia crediamo che il 99,3% di decisioni corrette dalla tecnologia sia qualcosa di vicino alla perfezione“.