Il calcio femminile si sta attrezzando per crescere ancora di più. In Italia ancora molto c’è da fare essendo il nostro campionato, attivo da cinquant’anni (1968), fuori dalla top five mondiale. Non potrebbe essere altrimenti con dieci o quindici volte in meno il numero delle donne calciatrici tesserate da altre federazioni. E non che il mondo del pallone maschile, Ronaldo a parte, punti a lidi migliori, tuttavia rimangono pur sempre altre le nazioni a vantare un assoluto ruolo da prime donne. Si tratta di Svezia, Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Germania.

In questi cinque campionati lo sviluppo economico ed il crescente interesse  di molte giovani calciatrici verso il professionismo “conducono ad alcuni processi già osservati a livello maschile“. A spiegarlo è il CIES Football Observatory, che osserva come “un processo di convergenza esiste in maniera evidente in termini di età dei giocatori e delle giocatrici“.

In altre parole, anche l’età media e l’esperienza crescono fra le donne e la tendenza dovrebbe portare ad un incremento costante. La lente d’ingrandimento si allarga se si procede più a Nord, dove il pallone ha attecchito maggiormente fra le donne, dall’Islanda alla Danimarca passando per tutto il Regno Unito. Andando fuori dall’Europa, grande cultura calcistica la hanno in Brasile e Giappone, oltre che negli Stati Uniti.

Ma non finisce qui perché il calcio femminile, cresciuto molto negli ultimi anni, ha portato anche ad un fitto passaggio di giocatrici da una nazione all’altra, dai club d’appartenenza a quelli esteri. In tal senso, esiste e sta diventando sempre più social e virale pure il calciomercato femminile. In Italia, ad esempio, la Juventus ha documentato molti nuovi arrivi dopo la vittoria dell’ultimo campionato e lo ha fatto attraverso Twitter, Instagram e il sito ufficiale.

Acquisti che arrivano quindi in larga parte dall’estero, con carriere ben avviate anche in nazionale. Fra i dati che accompagnano il calcio femminile, uno assai importante riflette infatti un incremento di oltre il 13% di calciatrici che abbiano giocato nella propria nazionale e che compongano le rose titolari dei cinque maggiori campionati. Sempre più calciatrici da nazionale formano dubque le rose delle varie squadre. Un dato che porta anche risultati: basti pensare che l’ultima finale di Champions League femminile è stata tra Wolfsburg e Olympique Lione, due squadre che annoverano la maggiore percentuale di calciatrici con almeno una presenza nelle rispettive nazionali. Percentuale che si attesta tra 94% e il 95%.

Calcio femminile che procede e si sviluppa, consapevole di poter raggiungere livelli ancora migliori. Ora nel mirino c’è il grande palcoscenico del Mondiale francese del 2019: l’Italia ci sarà e può fare uno scatto decisivo per la sua crescita. La strada però è ancora lunga.