Mateo Retegui, attaccante del Genoa, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club tracciando un bilancio della sua prima stagione in Serie A, parlando della convocazione in Nazionale e del suo passato italiano, col bisnonno paterno originario di Sestri Levante. Sestri Levante che, non a caso, è anche la location dove l’intervista si è svolta.

Mi hanno conosciuto in Italia prima ancora che arrivassi in Italia? Prima tutti sanno che giocavo nel Tigre, dove ho ricevuto la chiamata di Roberto (Mancini, ndr). Ora giocare con la Nazionale è tutto, è un sogno. Quando mi ha chiamato il Genoa qual è la prima cosa che ho pensato? Avevo ricevuto un paio di opportunità di squadre, ma la chiamata del mister è stata molto importante perché lui ha giocato nel Genoa. La prima cosa che ho pensato è che sarei arrivato in una squadra grandissima, con grandi tifosi e grande storia. La chiamata del mister è stata molto importante perché potessi giocare qua. Giocare nel Genoa era anche più vicino per andare in Nazionale, perché tutti gli italiani potevano vedere come fossi come giocatore e come persona. Voglio ringraziare Mancini e Spalletti perché giocare nella Nazionale per me è tutto, è un orgoglio. È quello che un bambino sogna da piccolo. Quando mi hanno chiamato, mi sono buttato sul primo aereo. È una assoluta felicità”. 

Sulle origini del bisnonno paterno, nativo di Sestri Levante. “Questa è la seconda volta qui, ero venuto in Italia da molto piccolo. È grazie al mio bisnonno se sono qua, a Sestri Levante, una città bellissima, tranquilla, col mare e la spiaggia. Il mio rapporto col mare? Mi piace tanto, mi dà tranquillità. Sono un ragazzo tranquillo, mi piace stare col mate sulla spiaggia prendendo il sole. Qua a Sestri Levante e a Genova. Sono felice. Voglio ringraziare tutto il Genoa, tutti i tifosi, tutti quelli che lavorano nel club e che mi aiutano. Per me è più importante essere una persona migliore prima ancora che un calciatore migliore. È importante per me il calore della gente, mi ha aiutato ad ambientarmi in Italia”. 

Descrivermi in tre parole? Tranquillo, familiare e amante dello stare solo, anche se sono molto contento quando vengono qui mia mamma, mia sorella, mio papà per starmi vicini – spiega Retegui – Voglio sempre migliorarmi. Tanto nel calcio puoi migliorarti quando prendi la palla di testa, quando calci di destro e sinistro, dal punto di vista fisico e mentale. Il calcio è come la vita. Tranquillo in campo non mi si vede? Ma perché l’adrenalina mi porta ad essere così (sorride, ndr). Sono un ragazzo col sangue caldo“.

Sei molto esigente con te stesso: guardi le occasioni che hai persino quando sbagli qualcosa?

“Io sono molto esigente, penso che si veda da fuori. Voglio fare tanto, fare gol tutte le partite e quando non posso mi arrabbio tanto. Il giorno dopo la partita il mister ci fa vedere i video della partita o di quello che dobbiamo migliorare e aiuta tanto. Mi piace vedermi per migliorare. Se tu fai di più dopo e più semplice in campo. Da 1 a 10 come sto in questo momento? 10. Mi sono allenato e preparato tanto per fare le cose bene con il Genoa, però sempre sognando di andare all’Europeo”.

Ti sei già immaginato di segnare un gol importante?

“Sì, sempre con i piedi per terra e con umiltà. Però sognare lo sogno e mi vedo giocare e fare tanti gol con la Nazionale. Quante cose mi sono immaginate che sono successe? Tante, nel calcio tutte è possibile come la vita. Se lo puoi immaginare puoi anche viverlo. Devo continuare, allenarmi e prepararmi e sono pronto. È un sogno di tutti i calciatori e devo ringraziare tutta la squadra, è un lavoro di tutti e sono molto grato con tutti quelli che mi aiutano a vivere questo”

Dopo aver ricevuto una maglia della Nazionale, Retegui prosegue: “Questo è la cosa più importante che mi ha dato la vita, vestire la maglia azzurra e rappresentare l’Italia. È il massimo che mi è capitato nella vita. Il sogno più grande? Giocare l’Europeo, l’ho detto tante volte e tanto tempo fa. Il sogno è vestire la maglia Azzurra e giocare l’Europeo e se devo sognare è quello: giocare gli Europei e fare le cose sempre al meglio”. Sul girone con Albania, Spagna e Croazia: “Credo sia un gruppo forte, però con i piedi per terra e con umiltà noi siamo l’Italia, gli ultimi campioni d’Europa e con quattro Mondiali. Noi dobbiamo pensare a noi e fare le cose bene, sempre con umiltà e andiamo a fare un grandissimo Europeo”.


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