Mattinata di celebrazioni per il Genoa Under 18 di mister Ruotolo, fresco vincitore dello Scudetto nella finalissima di Ancora contro la Roma. I rossoblù classe 2006 hanno incontrato l’Assessore allo Sport, Alessandra Bianchi, nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Tursi. L’Assessore Bianchi ha consegnato al capitano Arata la bandiera di Genova Capitale dello Sport, rimarcando come il Genoa abbia onorato questa ricorrenza grazie alla vittoria di questo scudetto, e a ciascun giocatore una spilla di Genova 2024.

Presenti anche i vertici del settore giovanile, in primis il Responsabile Michele Sbravati e il Coordinatore Enrico Ascheri, che ha ringraziato pubblicamente i ragazzi e lo stesso Sbravati per aver reso un settore giovanile come quello del Genoa da top club. Giro di ringraziamento e saluti anche per larga parte della rosa allenata da mister Ruotolo (assente Romano, in Nazionale, e alcuni dei calciatori residenti fuori Liguria, rientrati a casa per sostenere gli esami scolastici). A margine dell’evento ha parlato anche il Responsabile del Settore giovanile, Michele Sbravati.

Per noi è un onore essere qui, con questi ragazzi la cui rappresentanza è soprattutto ligure – ha esordito Sbravati – Alcuni ragazzi sono tornati alle loro sedi, e tra l’altro alcuni ragazzi hanno sostenuto gli esami tra la semifinale e la finale. Siamo riusciti a far conciliare i due pilastri della loro vita quotidiana, la scuola e lo sport. Siamo contenti perché rappresentiamo il Genoa e Genova in Italia ed è una bella soddisfazione per noi essere riconoscibili. In questi anni il Genoa ha assunto credibilità e rispetto di fronte agli avversari. Ci siamo confrontati nelle ultime settimane con Milan, Inter, Roma, che sono sempre state superiori da un punto di vista strutturale. Noi ci siamo sempre concentrati per colmare questo gap lavorando tanto su persone, uomini, coach, struttura umana della società. Sono ragazzi che hanno fatto tutto il percorso, hanno senso di appartenenza e un legame con società e città“.

Solo l’Inter ha fatto meglio di voi nelle Final Four delle formazioni Under…

È un dato al quale non avevamo fatto caso. Alla fine avere quattro leve nelle prime quattro è un segnale di continuità che ha confermato il trend degli ultimi anni. Quest’anno abbiamo un po’ esagerato come risultati (ride, ndr). Ci fa piacere. Non rimane il primo obiettivo, come abbiamo sempre ripetuto. Il primo obiettivo è quello di avere più giocatori possibili pronti per il professionismo. Quest’anno hanno esordito soltanto in due, gli anni scorsi qualcuno di più. Ci sono state magari esigenze di squadra e società che non hanno consentito più esordi. Al di là di quello, il dato è un dato di continuità per allenatori e dirigenti che hanno confermato la bontà del proprio lavoro portando ai vertici nazionali queste leve”.

Oggi si festeggia L’Under 18, ma facendo gli scongiuri si potrebbe anche festeggiare un altro titolo: anche L’Under 15 è in finale…

Sì. Noi quando ci avvicinavamo ai quarti e alle semifinali pensavamo un passo per volta e dicevamo che sarebbe stato bello arrivare nelle prime otto, poi nelle prime quattro, poi alla fine è stato un passo per volta. Sempre all’insegna della coesione e del gruppo e per quanto riguarda l’U18 anche ai ragazzi che hanno fatto l’esperienza in Primavera grazie a mister Agostini e al direttore Taldo. Siamo riusciti a farli crescere più velocemente ed è stato anche un input della società, giusto perché noi abbiamo tanti sotto leva. Nell’Under 18 hanno giocato dei 2008 e dei 2007. L’aspetto principale, al di là dei risultati, è la considerazione, il rispetto e il timore con cui ci guardano gli avversari. È il risultato più bello di questi 20/21 anni del Genoa. Le altre squadre quando affrontano il Genoa un pochino ci temono. La credibilità, la considerazione e il rispetto sono il risultato più importante di tutti questi anni”.

Alcuni di questi giovani potrebbero partire in ritiro con mister Gilardino. Questa è la soddisfazione più bella?

La storia del Genoa insegna che in alcuni ritiri sono arrivati dei giocatori che forse dovevano andare in prestito o andare via. Il caso di Cambiaso è il più eclatante. Quattro anni fa partì per il ritiro e nessuno lo conosceva, era reduce da un infortunio in Serie C al ginocchio. Questi ragazzi sono delle opportunità se arriveranno pronti a queste chiamate, con il bagaglio più completo possibile: sia a livello caratteriale sia tecnico. Per loro potrebbero aprirsi opportunità incredibili. Il nostro compito è portarli alla prima squadra con meno lacune possibili. Se arriveranno in queste condizioni, secondo me molti di questi ragazzi avranno la possibilità di rendere felice loro stessi e il Genoa del futuro”.

Il futuro di Michele Sbravati?

Siamo qui e martedì dobbiamo affrontare un’altra finale importante, prestigiosa, con un gruppo formato dalla maggior parte di ragazzi dell’attività di base e grande merito va a Bianchi e a tutti i suoi collaboratori. Affronteremo passo per volta e vedremo cosa succederà. Tanto da due mesi si parla di dirigenti, giocatori che possono andare e venire. Vediamo cosa succederà, adesso non è il caso di parlarne“.

La vittoria dell’Under 18 è una vittoria del gruppo, era una stagione iniziata con tre sconfitte e credo che vada sottolineato che questi ragazzi giocano anche un gran calcio…

Tu ci hai seguito per tutto l’anno e hai potuto notare gli alti e bassi e le difficoltà in cui questa squadra è stata coinvolta. A partire dai campi di allenamento. Ero in panchina mezzora prima della partita, ci siamo guardati con un dirigente a seguito del nostro scout e dicevamo: ma noi qui cosa ci facciamo? Ci siamo fatti questa domanda, pensando agli allenamenti al Lagaccio, con tutto il rispetto per il Lagaccio, e agli allenamenti itineranti di questa squadra che è la squadra a metà tra Settore giovanile e Primavera e che ha dovuto sopportare le difficoltà maggiori a livello logistico. Il fatto di essere arrivati a questo risultato vuol dire che il gruppo ha reagito alle difficoltà in maniera straordinaria. C’è solo che da applaudirli“.


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