Alla lunga sequela di interviste che abbiamo realizzato ieri prima della premiazione del Genoa Under 18 a Palazzo Tursi, si aggiunge anche il centrocampista offensivo Filippo Carbone, che spesso ha agito da trequartista o seconda punta in una stagione dove ha segnato ben sei gol e realizzato cinque assist. Purtroppo, a causa di un’espulsione dalla panchina nella semifinale contro l’Inter, ha dovuto saltare la finalissima con la Roma. “Purtroppo è andata così, mi dispiace aver lasciato sola la squadra. Siamo comunque felici del risultato ottenuto e l’importante è quello”. 

Filippo Carbone, in ogni caso, è un giocatore che si vede a vista d’occhio come senta il peso della maglia che porta. Vestita per undici anni, da quando è entrato nella scuola calcio rossoblù. In panchina mi sono fatto prendere un po’ dall’emotività. Ci tenevo moltissimo, e come me tutti gli altri che sono partiti con m da quando è iniziata la leva. Per me era la vita, ho purtroppo sbagliato ma dagli errori si impara. L’importante è che sia andata così”. 

Cosa significa per te e per voi aver vinto questo Scudetto?

Per noi, e soprattutto per me, è una cosa indescrivibile. Ad inizio anno siamo partiti perdendo subito tre partite, che ci hanno un attimo destabilizzato, ma poi con l’aiuto di mister e staff abbiamo tirato su un gruppo unito e responsabile. E anche grazie alle parole del mister e alle sue parole, oltre la tattica e ciò che va fatto in campo, ci ha trasmesso un po’ di genoanità. Per me è la cosa più importante. Il carattere di questa maglia e di chi la veste devono essere le cose più importanti”. 

Quest’anno, a livello di gioco, questa squadra è cresciuta tantissimo e tante partite le avete vinte attraverso il gioco. Ogni tanto avete deciso di non voler vincere solo uno a zero, come dimostrato nelle Final Four…

“Noi volevamo indossare questa maglietta in modo importante e quello che quest’anno ci ha portato avanti è stato il fatto che non ci accontentavamo mai. Ce lo diceva anche il mister: “Non accontentatevi mai delle cose che fate, continuate sempre. Siamo due a zero, ma può succedere di tutto”. Le due partite prima dei quarti di finale a Roma, ad esempio, abbiamo pareggiato col Lecce in una partita da vincere e da 3-1 a 3-3 col Verona. Quello che il mister ci ha trasmesso è che non si deve mollare niente, che bisogna stare sempre sul pezzo e che per questa maglia bisogna dare l’anima. Se ho una dedica? La mia famiglia che mi segue sempre, la mia fidanzata, tutti i miei amici e a tutto il gruppo, con cui ce la siamo già goduta insieme. Voglio bene a tutti”. 


Genoa Under 18 Campione d’Italia, Consiglio: “Emozione bellissima e indescrivibile”