La Croazia all’esordio dell’Europeo di calcio 2024 veniva rappresentata nella gara con la Spagna come una squadra in grado di far nascere una sfida fra talenti cristallini: Luka Modric, 39 anni e unico pallone d’ oro in campo, e un centrocampo di talento con l’estro di Kovacic e Brozovic.

La Spagna come una valanga ha subito travolto per 3 a 0 i croati. Brave le Furie rosse ad approfittare delle amnesie avversarie, lacune gravi nella fase di non possesso, ribadite nel pareggio con l’Albania al secondo turno con un gol incassato un minuto prima della fine e un pareggio che ha messo i croati in una situazione difficile contro l’Italia: un solo punto in classifica con cinque reti incassate e due realizzate. Un solo risultato a disposizione contro gli Azzurri per passare il turno, ossia la vittoria.

Nel 2018 fu la Francia a toglierle l’oro mondiale, nel 2022 l’Argentina nella semifinale del Mondiale nel deserto, altro argento nella Nations League del 2023. Nel girone eliminatorio dell’Europeo 2024 sono arrivati alle spalle della Turchia. Tanti i giocatori che hanno e militano nel campionato italiano: Perisic, Brozovic, Kovacic, Pjaca, Pektovic e attualmente Pasalic, Erlic, Pongracic e Vlasic.

Le stelle croate nelle due gare giocate sono apparse ai minimi termini sul piano fisico e del fiato per l’età e per aver partecipato, come Brozovic, ad un campionato arabo sicuramente poco allenante. Nella gara decisiva di domani sera – perché questo è, quasi una gara secca – in passato hanno dimostrato di giocarsela con tutti.

Spalletti, oltre ricaricare psicologicamente la squadra dopo la Waterloo spagnola, per vincere non dovrà snaturare le qualità dei calciatori a disposizione al di là della tattica. Esempio Chiesa che attacchi gli spazi e non giochi da terzino o mediano. Guai iniziare con la Croazia giocando solo per difenderci e pareggiare.

Non dovrà essere la gara della paura di perdere viste le due gare precedenti croate sul viale del tramonto. Spalletti da giovedì sera dovrà credere di più nella rosa a disposizione. Scamacca e Retegui non sono Paolo Rossi nel Mondiale del 1982, ma con una scintilla possono fare la differenza. Un flop inaspettato, ma non solo per colpe loro, perché difficilmente sono serviti in modo efficace per battere a rete.

Qualcosa cambierà Spalletti dopo aver parlato dopo la gara con la Spagna di problemi fisici, difficili da recuperare dopo tre giorni di allenamenti.