Dopo le brevi dichiarazioni da Portofino di qualche settimana fa, torna a parlare il CEO rossoblù Andrés Blazquez e lo fa in contemporanea alla finale di Ascoli del Genoa Under 15 ai microfoni di Telenord. Questi alcuni dei passaggi e delle dichiarazioni rilasciate nell’ambito della trasmissione “We Are Genoa“. Il punto di partenza è l’operazione Vitinha. “Abbiamo preso la clausola di 27 milioni e mezzo che ci permette di prendere il giocatore: è un investimento importante, ma abbiamo sempre pensato che il giocatore fosse forte. Abbiamo aperto una trattativa che ci permette di avere un giocatore di qualità. Ancora non siamo riusciti a vendere niente, ma vogliamo assicurarci di avere una squadra forte, ancora più forte di quella di quest’anno. Abbiamo scommesso su Vitinha e la proprietà ci segue: andava bene a Marco Ottolini e Johannes Spors e abbiamo avuto tutto il supporto da Miami e da Londra, così siamo andati avanti”

Vitinha mi ha detto che sarebbe potuto andare ovunque, ma qui si sentiva felice svela Blazquez – Non voleva andare in nessun altro posto al mondo che non fosse il Genoa. A livello personale ha avuto cose brutte, ma lui si è dichiarato sinceramente con noi sul voler rimanere qui. Da quel momento in avanti abbiamo parlato col Marsiglia, Flavio Ricciardella ha un buon rapporto col loro: è stata una trattativa complicata perché per noi era una scommessa grossa come investimento, ma siamo riusciti a portarlo a casa. Sono felice che Gilardino sia contento. Quindi coppia Vitinha-Retegui? Abbiamo Ankeye, Retegui, Gudmundsson, Messias: credo che il nostro attacco sia un attacco importante per la Serie A. Qualche squadra delle top 5 sarebbe contenta con un attacco come il nostro”. 

Il tema della sostenibilità, in un modo o nell’altro, ritorna sempre perché il Genoa ha intrapreso quella strada. Molto passerà anche dal prossimo mercato in uscita. “Abbiamo una rosa fuori da 25 milioni. Siamo due squadre: alcuni sono giocatori che non ci servivano, altri giovani che tornano quest’anno, altri coi quali dovremo vedere che fare in ritiro. In totale abbiamo speso 55 milioni per la rosa, ma un 40% non era qui. Se avessi una rosa scelta da me totalmente da 40 milioni, sicuramente avrei fatto molto meglio. Se non avessi avuto questa rosa fuori, avrei potuto investire di più. Quest’anno riusciremo ad abbassare questo costo fuori e metteremo qualcosa da parte dentro. La Rosa qui sarà intorno ai 35 milioni e fuori ne rimarranno 10/12. L’anno ancora successivo ne rimarranno due o tre di milioni, forse niente. Qualcosa rimane sempre perché sono investimenti che facciamo e giocano che sono in giro, per poi tornare da no. Il nostro obiettivo sarebbe riuscire a mettere insieme una rosa che gioca qui intorno ai 40 milioni: questo valore della rosa ci porta ad essere sempre competitivi per andare vicino ad una competizione europea. 

Fronte mercato, Blazquez traccia il quadro di ciò che potrà servire al Genoa a fronte di eventuali cessioni. “Ci sono un po’ di posizioni dove stiamo cercando. In difesa siamo abbastanza a posto, forse vediamo un terzino destro. In mezzo al campo faremo forse un centrocampista più offensivo. E se andrà via il portiere, che non è una sorpresa, cercheremo un portiere. Zanoli? Ci sono almeno dieci giocatori così. C’è Spence, che se fosse per lui verrebbe qui dove si è trovato molto bene, ma il Tottenham è proprietario del cartellino e proprietà molto ricca, ci sono tanti nomi che non sono usciti fuori. Quanti sacrifici occorre fare? Noi dobbiamo vendere quando il prezzo è giusto e quando abbiamo un giocatore che possa riempire il vuoto lasciato da questo giocatore. Forse delle volte non c’è bisogno, come nel caso di Dragusin. Abbiamo fatto molto meglio senza Dragusin, e non perché fosse scarso, ma perché Gilardino e Dainelli hanno fatto un grande lavoro con la difesa, un modulo che ha saputo andare avanti e adattarsi anche senza Dragusin”

“Se 15 milioni è il prezzo giusto di Martinez? Ci sono tante cose che non sapete – spiega ancora Blazquez – noi abbiamo i nostri parametri chiari, poi ci sono a volte procuratori che fanno il lavoro solo per sé stessi. Io penso che il portiere valga molto di più. Kotarski? È un grande portiere, ne stiamo guardando parecchie di opzioni. Se c’è un portiere forte, non siamo gli unici su quel portiere. Frendrup? Non va venduto. Per noi è giocatore fondamentale, ad oggi non c’è nessun piano di vendere Frendrup. La struttura del Genoa è molto chiara in difesa, a centrocampo e in attacco, e ad oggi Frendrup è un pilastro fondamentale e non verrà venduto. Rimarrà Matturro? Sì. È stato il secondo miglior giocatore del Mondiale Sub20, ha giocato da terzino sinistro che non è il suo ruolo logico. Vorrebbe giocare sulla fascia e fare il quinto a sinistra. Mi aspetto che quest’anno sia l’anno di Matturro, ha mentalità e penso farà molto bene”. 

Dopo un passaggio su Gudmundsson dove si riprendono le parole del Presidente Zangrillo che parlò dal Festival della Lega Serie A di alcune settimane dichiarando di aver fatto tutti un augurio a Gudmundsson di poter inseguire il suo sogno (“non so quali sogni, non posso interpretare le parole di Alberto Zangrillo. Che sogni avrà? Comprare una casa ad Antibes, avere una nuova Ferrari…forse loro parlano tra i sogni”) e dove si parla di futuro del calciatore islandese ritornando su quello che fu il colloquio a gennaio col giocatore, si passa a parlare di Michele Sbravati e del futuro del Responsabile del Settore giovanile, che sulla base delle parole pronunciate lascerà il club dopo 21 anni.

“Io e Sbravati abbiamo un rapporto straordinario – racconta il CEO rossoblù – Lui vorrebbe fare un’esperienza diversa: è stato un processo molto lungo e pensiamo che sia anche una cosa positiva perché abbiamo un rapporto stupendo con la Juventus e se lui finalmente andrà alla Juventus, significherà avere un amico in più che ci protegge. La partenza di Sbravati non era nei nostri piani, ma i cambi erano condivisi anche con Michele e prevedevano di fare una strategia differente. Ha fatto un lavoro fantastico, ha collaboratori fantastici: ora facciamo un cambio. Sono cambiate le regole, voi forse non le seguite, ma rende più complicato tenere giocatori nazionali qui. Dobbiamo fare un lavoro diverso, avere una struttura che ci aiuti a fare un settore giovanile più forte. Prima tante cose che volevamo fare non si potevano fare perché un posto nostro non c’era. Ora c’è la Badia che spero a settembre/ottobre sarà già pronta, e ci permetterà di portare calciatori da tutta Italia e tutta Europa con noi. Prima era impossibile. I lavori vanno avanti e c’è stata qualche difficoltà di più sul tema burocratico (non do tutti i dettagli, è venuta fuori una cosa che non ci aspettavamo). Speravamo di finire prima, ma abbiamo due o tre mesi di ritardo. Ma non c’è nessun problema”.

Dopo un passaggio sul Genoa Women, fresco di nuovo allenatore, e una sottolineatura sul fatto che si sono fatti grandi passi avanti con la Responsabile Marta Carissimi (“abbiamo fatto un campionato importante in B, l’anno prossimo continueremo ad investire e fare una squadra competitiva. Tra un po’ penseremo di andare in A, ma dovremo farlo quando saremo pronti. Vedremo”) e un ritorno sul tema del settore giovanile, il CEO Blazquez parla della questione A-Cap (tra i maggiori lender di 777 Partners) e delle vicende che riguardano i proprietari del Genoa, i 777 Partners.

“In questo momento la proprietà continua a puntare sul Genoa. Abbiamo fatto mercato senza vendere niente ed è già un segnale chiaro. Io continuo a parlare con la proprietà attraverso il CEO, Don Dransfield, che è a Londra e col quale parliamo 7/8 volte. Quando abbiamo bisogno di finanziare, la proprietà manda soldi. Posso assicurarvi che non c’è stato nessun cambio di proprietà. Questa è una compagnia di assicurazione, non ha niente a che vedere col Genoa. Parlare di questo e parlare di Genoa è come parlare di mandorle e di nocciole: non hanno niente a che vedere. Quello che posso dire al cento per cento è che non è cambiata la proprietà 777 del Genoa. Io parlo con Don Dransfield, CEO che rappresenta la proprietà, e la squadra non ha cambiato proprietà. Io non parlo di ciò che accade sopra e non ne sono a conoscenza. Il mio compito è il Genoa, è che vada avanti bene e il meglio possibile, e quando parlo con Dransfield parlo di ciò che ho bisogno per arrivare ai nostri obiettivi. Più di quello, sono speculazioni. A-Cap è un gruppo grosso ed è un partner di 777 in questo caso, il gruppo di calcio è un investimento importante e sono sicuro che fanno e faranno il possibile per tenere sempre bene il gruppo di calcio. Non so quali siano i loro piani e se dovessero rientrare, sarebbe una proprietà buona. Ma l’importante è che noi gestiamo il club in modo molto sincronizzato con Don Dransfield e Johannes Spors, senza nessun cambio. Per me tutto il gruppo, dove ha controllo, ha fatto bene o discretamente benedice ancora Blazquez, che poi traccia un bilancio di tutte le squadre del 777 Football Group e ribadisce: “Non c’è nessun cambio di proprietà. Oggi, 25 giugno, ore 22:23, non c’è stato nessun cambio di proprietà. Voglio dirlo chiaramente. Il Genoa non è in vendita e credo che se lo fosse, qualcuno me lo direbbe. Il Genoa è una realtà che non si può cambiare: io ho l’incarico di portare questa legacy, questa realtà, che è il Genoa, da questo punto a questo punto. Un giorno 777 o A-Cap andranno via, ma il nostro obiettivo – anzi, il mio personale obiettivo – è lasciare il Genoa in una condizione migliore di come lo abbiamo trovato. Ad un certo punto io andrò via e quello che voglio lasciarmi dietro è di aver lasciato qualcosa di buono per il Genoa, per la città e per i tifosi, potendone andare orgoglioso”.

Ancora, un passaggio sul tema stadio Ferraris: “Abbiamo trovato un accordo con la Sampdoria per fare lo stadio insieme. Lo stadio si farà col nostro progetto, nostro come della città, fatto da Penaranda che guiderà per noi il progetto. È un investimento importantissimo, stiamo lavorando per chiudere le cose a stretto giro. Ci siamo confrontati, loro hanno un consulente architetto, e abbiamo parlato di diverse cose, di come gestire lo stadio e che profili portare. Lo stadio sarà un’entità indipendente e l’idea è di partire coi lavori dalla prossima estate. Quanti abbonati pensiamo di fare quest’anno? C redo che cominceremo la campagna i primi giorni di luglio, ci sarà una sorpresa e continueremo col tema musicale. Spero che non esca prima che usciamo noi. Speriamo che la città risponda perché vogliamo fare una squadra forte e avere uno stadio pieno. Direi che abbiamo veramente il problema di spazio per le partite: non vorrei avere più biglietti per le partite singole perché è stato un problema. Tanti tifosi non riuscivano a prendere i biglietti. Credo che su quello dovremo fare qualcosa. Se ci saranno aumenti negli abbonamenti? Molto più cari no, qualche aggiustamento lo faremo sicuramente, ma sarà contenuto e lo faremo in modo intelligente per continuare a ringraziare il popolo genoano. Siamo tra gli abbonamenti più bassi d’Italia e credo che continueremo ad avere abbonamenti giusti. I prezzi ancora non li so”.

Infine, un passaggio sulle ultime inchieste che hanno travolto la Regione Liguria: “Conosco tutti, sono direi anche amico di Aldo, che è stato Presidente del Genoa, e Roberto e ho rapporti personali anche con Toti. Conosco praticamente tutti. Che devo pensare? Quando verrà fatto il giudizio, vedremo che accade. È una situazione che non va bene per nessuno, a livello di investitori si fermano tante cose. Una cosa come questa non mi fa contento e non credo lo sia nessuna persona. La città di Genova è incredibile e la regione è bellissima, ha una possibilità di crescita molto importante a tutti i livelli. Sarà un peccato interrompere questi sviluppi che erano in processo. Non so se quest’anno rinnoveranno La Mia Liguria visto che siamo l’unica squarta ligure in Serie A, sarebbe bello contribuissero anche loro a questa crescita del Genoa. Quest’anno abbiamo perso 10/12 punti negli ultimi minuti di partita, 7/8 negli ultimi tre o quattro minuti, e se li aggiungessimo alla nostra classifica saremmo forse in Conference League. Alla fine i punti che perdi sono contro squadre più evolute e mature. Il girone di andata abbiamo perso quelle partite, ma Gilardino è riuscito a mettere in campo una squadra in costante tensione ogni partita e nel girone di ritorno abbiamo fatto più punti senza perdere gare negli ultimi minuti. La partita col Bologna ho visto una squadra incredibile, tutti hanno giocato molto bene. Gilardino vorrà fare una squadra propositiva, col baricentro più alto, e avremo una difesa anche più veloce. Credo che l’anno prossimo faremo un bel campionato“. 


Genoa Under 15, il presidente Zangrillo: “A volte si vince anche perdendo. Complimenti e grazie”