Genoa e Torino, quando si affrontano, alimentano sempre una ventata di storia calcistica italiana. A sottolinearlo anche i numeri e le date del calendario: quella di stasera sarà infatti l’89° sfida tra i rossoblu e i granata. Nel computo degli 88 incontri precedenti si riscontra un grande equilibrio: 32 vittorie del Toro, 29 del Grifone e 27 pareggi. Un

Nella foto, in evidenza le ultime due vittorie rossoblu in casa del Torino (fonte: Italia1910.it)

equilibrio che si sbilancia notevolmente a favore della formazione piemontese quando il Genoa attraversa l’Appennino e si dirige in terra sabauda: in casa granata infatti il Genoa ha vinto soltanto sei volte, quattro delle quali prima degli anni Quaranta. Le vittorie più recenti dei rossoblu sono datate 1941 e 2009, anno quest’ultimo dell’Europa League conquistata dal Genoa di Milito e Thiago Motta che vinse 2-3 contro il Toro.

Da quella sfida di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma il Genoa non ha più espugnato il Comunale di Torino, pareggiando nel 2013 e nel 2015 (3-3 all’ultimo minuto con gol di Laxalt, ndr) e uscendo sconfitta nel 2014, anno in cui fece si presenta in Piemonte prima ad aprile, poi sotto Natale. Proprio l’ultima sfida vinta dal Toro in casa a discapito del Vecchio Balordo risale appunto al 21 dicembre 2014 e viene annoverata negli almanacchi del calcio per la doppietta di Kamil Glik, già ricordata ieri nell’editoriale di BuonCalcioaTutti con tanto di parallelo cimematografico.

E tra il fantasma di Sergei Eisenstein (regista della “Corazzata Potemkin”) e i ricordi di quel rocambolesco e spettacolare 3 a 3 messo in atto la passata stagione al Comunale di Torino, andiamo a vedere quali numero accompagnano la squadra di Mihajlovic alla sfida di questa sera.

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Potrà sembrare strano alla luce di quanto visto ad inizio campionato, ma il Torino non vince in campionato dal 26 novembre scorso, data in cui vinse 2 a 1 sul Chievo. Da quel momento in poi Mihajlovic e i suoi hanno incassato tre sconfitte consecutive con 10 gol subiti e 4 realizzati. Ripartire è d’obbligo e l’allenatore granata ha sottolineato per tutta la settimana quanto importante sarà la partita con il Genoa, un vero e proprio trampolino di lancio per chiudere al meglio un 2016 positivo ma in parte anche deludente visti i 25 punti dopo 17 giornate che vedono il Toro solamente al nono posto a otto distanze dalla zona Europa.

La statistica relativa ai gol fatti dal Torino in queste prime 17 giornate (fonte: WhoScored.com)

A premiare il buon lavoro del tecnico ex Sampdoria sulla panchina granata sono le statistiche, in particolare quelle relative al reparto offensivo. Si parla infatti di 35 gol fatti in 17 giornate (2,05 gol a partita), saldo che viene superato solamente dal Napoli con le sue 37 reti. Non finisce però qui perché la formazione piemontese si piazza 11esima su scala europea per media gol a partita (2,1 gol) che diventano 2,5 in casa proiettandola all’ottavo posto in tutta Europa.

Il trio Belotti-Falque-Ljajic (25 gol complessivi su 35 totali) ha messo a referto sino ad oggi più del 71% dei gol granata permettendo al Torino di conquistare 17 dei suoi 25 punti (il 68%) proprio in casa. Qui si contano cinque vittorie, due pareggi e una sconfitta maturata contro la Juventus nell’ultimo derby.

Non sorprenda allora il fatto che il Torino sia decimo in Europa grazie ai suoi 20 gol messi a segno di fronte ai suoi tifosi (57% del totale). La percentuale tra parentesi è la stessa che inquadra il totale dei gol segnati da Belotti e Falque insieme, ad oggi i migliori marcatori granata rispettivamente con 12 e 8 marcature a testa. Tanto per giocare di rimandi: Falque si sta avvicinando a grandi passi ai 13 gol segnati con il Genoa due stagioni fa e non siamo neppure alla fine del girone d’andata.

In evidenza nella foto la percentuale di contribuzione nei gol della propria squadra da parte di Belotti e Falque (fonte: WhoScored.com)

Ma tornando all’attacco granata nel suo complesso, si sta parlando di una squadra da un gol ogni 43 minuti. Anche qui bisogna andare a scavare alla radice del “problema” per motivare questi numeri: il Torino è infatti quinto in classifica per tiri verso la porta avversaria (15,2 ovvero uno ogni 6 minuti circa), dato che si accresce in casa (16,9 ossia uno ogni 5,3 minuti).

E da dove arrivano questi tiri? Dove il Torino imbastisce la sua manovra per poi colpire a rete? In questo caso si potrà vedere come il 58% degli attacchi granata arrivi dalla zona centrale del campo, con la medesima percentuale (21%) proveniente da entrambe le fasce esterne: da queste aree di campo Ljajic (5 gol realizzati fino a questo momento) e Falque cercano di accentrarsi per arrivare al tiro in porta. Dalla zona centrale arrivano invece al tiro i tre centrocampisti e Belotti. Del resto il Gallo sostiene sì l’attacco granata, ma cerca a sua volta di fare contro movimenti in uscita per non dare punti di riferimento alla difesa avversaria, situazione di gioco che lo porta a svariare anche sulla trequarti. Sicuramente degno di nota il lavoro svolto da Mihajlovic sulla corsia di destra: in quella zona di campo Zappacosta e Benassi (già 4 reti quest’anno, ndr), aiutati davanti da Falque e dai movimenti senza palla di Valdifiori, contribuiscono al 42% degli attacchi granata.

Nella foto, le zone d’attacco del Torino, primo per utilizzo della corsia di destra con Zappacosta e Benassi

Nel dare un colpo al cerchio e uno alla botte, dovremo però sottolineare come meno ligia al dovere sia stata fin qui la retroguardia granata. Coi suoi 27 gol incassati è infatti la sesta peggiore difesa del campionato e costringe Joe Hart a ritira la palla dal fondo della sua porta ogni 56 minuti. Del resto, nel voler proporre un gioco offensivo per larga parte dei novanta minuti la squadra di Mihajlovic fa spesso fatica a mantenere chiuse le maglie della sua difesa, tant’è vero che i numeri parlano di 12,5 tiri concessi a partita (uno ogni 7 minuti circa). Ecco perché questa sera sarà interessante, se le formazioni saranno confermate, vedere quanti problemi il trio Ocampos, Ninkovic e Simeone potrà generare alla difesa del Torino.

A questo punto sarà necessario abbandonare la formazione di casa e spostarsi su sponda rossoblu, dove esiste la convinzione che un buon pressing sul fulcro del gioco granata (Valdifiori, ndr) e un pressing ordinato ed efficace sui portatori di palla avversari potrebbe creare più di qualche apprensione al Toro scatenato corroborato da Mihajlovic.

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Considerato che il Genoa, sulla base dei suoi 12,6 tiri complessivi nell’arco dei 90′, si allinea con la statistica che riguardava i tiri concessi a partita dal Torino agli avversari, è intelligente partire dal dato che riguarda le conclusioni con le quali effettivamente i rossoblu finiscono per centrare la porta e impegnare il portiere. In questo caso il Genoa tira almeno 4 volte a partita nello specchio della porta ed è, limitatamente a questa statistica, la 12esima squadra della Serie A.

Ovviamente questi numeri riguardano il Grifone formato trasferta e fotografano un andamento molto diverso da quello casalingo. Malgrado la caduta con il Palermo, malgrado un primato difensivo che a riguardarlo ora sembra solo un miraggio, il Genoa e Juric hanno lavorato molto in settimana per analizzare quanto di buono e quanto di meno buono fatto col Palermo. L’allenatore ha anche ammesso con estrema chiarezza alcuni errori di posizionamento sui gol da calcio piazzato realizzati dal Palermo, ma non ha voluto fare drammi auspicando una prestazione di carattere in trasferta col Torino.

E in trasferta, come fisiologico, l’andamento dei rossoblu è diverso. Il Grifone infatti, pur avendo offerto nelle ultime due uscite a Verona e Milano prestazioni che avrebbero meritato qualche riconoscimento in più a livello di punti, non vince lontano dal “Ferraris” dal 2 ottobre scorso (Bologna-Genoa, ndr) e mantiene fermo a 7 il saldo di punti conquistati lontano da casa. Si tratta del 30% dei punti totali, percentuale che enfatizza ancor di più il peso del “Ferraris” nell’economia della classifica rossoblu.

Nella tabella, la media tiri in trasferta da parte del Genoa (fonte: WhoScored.com)

Per gli uomini di Juric, che troveranno nella sfida col Torino l’ultima chiamata prima delle feste natalizie per dimostrare di saper imporre la propria idea di gioco anche con avversari temibili e pericolosi, i gol segnati in trasferta sono molto pochi, soltanto 6. In altre parole, si sta parlando di meno di un gol a partita (0,75%). Numericamente non si parla certo di un dato particolarmente positivo, ma è altrettanto vero che in diverse occasioni, specialmente nel recente passato, il Genoa non è stato neppure particolarmente fortunato. Si pensi al palo di Ninkovic a Verona (con deviazione provvidenziale di Sorrentino), si passi dal miracolo di Handanovic su Ocampos a “San Siro” e si finisca con i tap-in mancati da pochi centimetri sempre contro i nerazzurri. Insomma, chi ha visto le ultime partite sa benissimo che il Genoa avrebbe meritato qualcosa in più di un solo punto. Ma con i “se” e con i “ma” non si è mai fatta la storia, motivo per cui è meglio ragionare partita per partita rendendo le statistiche un modo differente di approcciare alla partita.

Nonostante il Genoa in trasferta abbia vinto soltanto due partite, pareggiandone una e perdendone cinque, l’unica vera disfatta è stata documentata a Bergamo. Nelle altre uscite il Genoa ha retto meglio l’urto degli avversari e ha avuto clamorosi episodi a sfavore: non a caso, con le sue 13 reti, rimane l’ottava miglior difesa del torneo per reti concesse in trasferta.

Che un assetto difensivo più solido sia stato trovato con l’inserimento di Munoz sulla sinistra è un particolare ormai noto a tutti. Questa sera, oltre al lavoro del trio difensivo, sarà tuttavia richiesto anche un Lazovic in grande spolvero, un po’ come avvenuto nell’ultima uscita a “San Siro”. Non andrà dimenticato che l’esterno serbo, uno di quei calciatori rossoblu su cui Juric ha ammesso “di aver fatto un buon lavoro”, è il sesto miglior crossatore d’Europa (in trasferta). Nel corso di una sfida lontano dal “Ferraris” mette infatti a segno 1,7 cross che trovano la testa o il piede dei compagni.

Il dato relativo ai cross con esito positivo proposti da Lazovic in trasferta (fonte: WhoScored.com)

Ad oggi, in assenza di Pavoletti, ha trovato in Simeone un calciatore in crescita dal punto di vista della finalizzazione. Parliamo di un calciatore che, nel battagliare coi migliori giovani talenti d’Europa,  ha contribuito al 28% dei gol realizzati dal Genoa in campionato (6 su 21, ndr) e finisce per andare in rete una volta ogni 167 minuti. Il Genoa affiderà stasera gran parte del lavoro “sporco” proprio al Cholito, che dovrà provare a creare lo spazio per gli inserimenti dalla trequarti e, soprattutto, per la spinta dei due esterni d’attacco.

Ci riaggiorneremo nei prossimi giorni, dopo la sfida di questa sera. Numeri alla mano, è sempre il caso di sostenere il Vecchio Balordo.

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