Torino Genoa 1 a 0: “L’estetica conta, ma il tiro migliore è quello che porta al gol: anche brutto o sporco, purché sia gol” sostiene Alessandro Del Piero. Tanti i tiri in porta, o meglio fuori dai pali, è stato lo stesso motivo di altre gare giocate del vecchio Balordo fuori casa. Nessuna parata eccezionale del portiere del Toro perciò un’altra frase di Del Piero: “chi non tira in porta non segna”, alla quale bisogna aggiungere “pallone entra quando Dio vuole”.
Xfactor in campo: Pellegri Pietro, 16 anni a marzo.
Notiziario: serata umida sui 7°, terreno molto scivoloso ma essendo in erba poche le scivolate, spettatori paganti 4.534 di cui 452 tifosi rosso blu, abbonati 11.468.
Le gare del Genoa di Juric stanno in una parola: coraggio. Che tradotto sul campo, diventa aggressività, grinta, voglia di rubare tempo e spazio agli avversari. Tutto riuscito per 90’ più recuperi anche con il Torino, la ciambella non è riuscita con il buco per la mancanza del gol. Il Genoa ha matato il Toro anche con assenze importanti e qualche cerotto giocando in modo compatto, fisicamente potente sempre pronto ad azzannare l’avversario attento quando si chiudeva. La chiave di questo gioco di chiama pressing.
Come al solito il vecchio Balordo è stato punito pur arrivando sempre primo sui secondi palloni sempre secondo nei rimpalli per deretano altrui, dall’errore unico collettivo su un pallone inattivo.
Si potrebbe continuare con questo ritornello fatto di gioco, di non gol non fatti e con l’unico tiro importante dei granata che ha bucato la rete di Lamanna ma è farsi troppo male essendo la fotocopia di quello visto contro l’Inter.
Juric bravo nell’interpretazione della partita, granata spaccati a metà. Prima discesa sulla corsia laterale di Zappacosta al 37’, primo tiro importante di Ljajiac al 34’ dopo un lancio di 45 metri di Valdifiori, 8 i calci d’angolo battuti dal Grifo, rumba subita per gli esterni granata con Lazovic, Ocampos, Ninkovic , la foto del primo tempo. Quella del secondo tempo più sbiadita dopo il gol di Belotti, meno preoccupazioni per il portiere Hart con sempre il Genoa a fare gioco fino al fischio finale senza finalizzare del bravo Maresca di Napoli.
Poca cosa il Torino, qualcuno in sala stampa asseriva per un calo di forma di Falque e Ljajic e dei centrocampisti. In pochi ammettevano che Valdifiori pressato da Ninkovic non abbia fatto una giocata, che Cofie e Rincòn non abbiano mai mollato Benassi e Obi e che le corsie alterali siano sempre state appannaggio del Genoa. L’unico a cantare non solo all’alba è il “gallo” Bellotti, in questo momento Re mida del gol con un solo tiro.
Da estrapolare l’abbraccio di Rincòn, uscito esausto, con Juric e Fabrizio Preziosi. La malignità ha subito fatto capolino era un saluto di addio non il ringraziamento per aver giocato senza un allenamento in 10 giorni ed ancora con i postumi del mal di schiena. Sarebbe stato troppo difficile per gli scettici ammettere che non c’era stata nessuna manfrina da parte del General e la sciatalgia acuta era vera.
La favola in queste 36 ore che precedono la nascita di Gesù Bambino è quella di Pietro Pellegri che debutta in serie A non da professionista a 15 anni e 280 giorni. Pellegri ha giocato in serie A prima di Amadei di un giorno e il Genoa non deve farsi scippare questo record che non conta nulla ma andrà sui libri di storia del calcio.
La grande gioia di Babbo Natale Pellegri, con le lacrime a fine gara non per vedere coronare un sogno ma per i sacrifici che ha fatto con il giovanotto. Emozionante il ricordo di Marco Pellegri quando portò a 6 anni compiuti a fare il provino a Bolzaneto nella scuola calcio rosso blu e subito accolto a braccia aperte dal maestro di calcio giovanile Michele Sbavati. Papà Pellegri in un autogrill dopo Asti ad una domanda di un tifoso rosso blu se a Marzo Pietro firmerà il suo primo contratto da professionista al compimento del 16°anno di età con il grifo non ci ha pensato un attimo: “sicuramente è nato genoano e fa parte di una famiglia di genoani”.
Bravo, Preziosi, bravi settore giovanile rosso blu, bravo Michele Sbravati, bravo Genoa, bravi tutti gli allenatori che hanno cresciuto Pietro Pellegri con l’ X factor giusta da calciatore che canta con i piedi e la testa a posto senza grilli, in italiano e non in inglese come l’ultima l’ x (minuscola per questo motivo) factor in TV.
Letterina a Gesù bambino: fai che Preziosi se ci sarà la partenza di Pavoletti, ormai quasi certa, ingaggi una prima punta d’area di rigore in modo che Simeone sempre bravo negli spazi a smarcarsi senza l’acuto gol in particolare in trasferta possa girargli intorno, rubare il tempo agli avversari e buttarla dentro.
Letterina anche per la Befana: Ivan Juric, se dovrai cambiare modulo o modo di giocare non arrabbiarti. Dal tuo arrivo hai sempre dimostrato di essere duttile che i numeri contano poco, importante è solo il possesso e intensità.
BuoncalcioNataleatutti