Il calciomercato fa dimenticare che domenica si giocherà l’ultima gara del girone di andata, perciò vorremmo scrivere una lettera alla Befana degli Arbitri, consapevoli che senza arbitro e pallone non si possa giocare.
Si pensava dall’inizio della stagione che non si sarebbe più parlato di arbitro, ma di “arbitri” al plurale, considerato che le sestine dopo la sperimentazione dello scorso campionato avrebbero dovuto acquisire più preparazione. Invece sembra andata indietro a passo di gambero l’adozione degli arbitri addizionali. In alcuni casi si è tornato al passato quando il direttore di gara diceva all’assistente di non occuparsi dell’area di rigore, visti i clamorosi errori a sei occhi compresi gli assistenti.
Nei più evidenti non poteva mancare il Vecchio Balordo con l’errore di Irrati di Pistoia, che dovrebbe diventare internazionale in questi giorni, che sono costati probabilmente tre punti importanti per la classifica di Juric. Oltre Irrati, anche Pairetto Jr. ci ha messo del suo sotto i suoi occhi e quelli del quarto uomo De Pinto di Bari non estraendo il rosso per Saponara dell’Empoli con ancora più di 20’ da giocare. Tra i più clamorosi, anche senza Var, la retromarcia di Rizzoli nel concedere e ritirare un calcio di rigore in Empoli-Cagliari ai sardi.
Non è un muro del pianto ma piacerebbe che i giovanotti con il fischietto e senza fossero più aiutati grazie a Regole più chiare.
Non sarà la Video Assistant Referee ad imprimere l’accelerazione decisiva dopo che durante le semifinali per i mondiali di club, l’esperto arbitro Kassai ha interrotto dopo 2’ di gioco l’azione per vedere la moviola e assegnare un calcio di rigore, anche se giusto. Tutto ciò ha scatenato processi televisivi da prima Repubblica in una partita che interessava poco, figurarsi… confermando che la Var odora di calcoli elettorali.
La voce principale per i d.d.g. e gli assistenti, dopo che la goal line technology li ha messi al sicuro sul gol fantasma, è la Regola 11 relativa al fuorigioco e alle sue interpretazioni, che continua ad agitare il mondo arbitrale specialmente. Quando scende a Coverciano Collina a spiegare le nuove linee guida dell’ostruzione del portiere in occasione del Fuorigioco. La ciclica necessità di spiegare da parte dei vertici arbitrali dell’Uefa – ed anche di quelli dell’Aia – chiarisce poco e crea confusione. Mi dispiace mettere sempre nel mezzo il Genoa con il gol dell’Inter con tre nero azzurri davanti al portiere.
Tante altre decisioni prese in condominio tramite le cuffiette lasciano a desiderare benché sia difficile giudicare in un attimo quattro/cinque aspetti nel calciatore lanciato verso la porta avversaria. Fermare con un calcione da dietro non è più da valutare come chiara occasione da gol e da sanzionare con il rosso.
C’è un’altra nota positiva, oltre il gol fantasma: gli arbitri come Ponzio Pilato hanno messo subito in cantina dopo le raccomandazioni il fallo del portiere lanciato in uscita in area concedendo solamente il rigore e non estraendo il rosso. Bene perché almeno c’è uniformità su una norma, anche se non chiara.
Nel girone di andata che sta per finire si è avuta l’impressione che le nuove norme e regole con regolamento riscritto con 39 pagine dopo le variazioni estive abbia aumentato la discrezionalità e non ridotta.
L’Ifab, l’organismo che ogni anno complica il regolamento del gioco del calcio e degli arbitri, dopo tanti anni, non ha ancora capito che l’arbitro non sarà mai uno sceriffo e non potrà avere una palla al piede con troppe norme da interpretare per dirigere al meglio una partita.
Il gioco del pallone nacque senza arbitri, i problemi ci furono subito e allora inventarono un arbitro per squadra. Adesso persino in sei lasciano l’amaro in bocca non decidendo e applicando il regolamento nei casi più semplici.
Come stanno cercando di fare le società con notevole ritardo, ritornando a pescare nei settori giovanili, è giunto il momento anche per la classe arbitrale. Troppa panchina per i calciatori nati dal 1985 al 1992 come per i direttori di gara con la suddivisione della Can A e B.
I giovanotti designati da 6° addizionale sempre posizionati sotto le Gradinate e curve di casa difficilmente impareranno qualcosa, per di più non calcolati dall’arbitro principale. Magra consolazione il solo gettone di presenza.
Per ovviare a tutto ciò nella Letterina alla Befana bisogna chiedere agli arbitri, ai giudici di porta, ad assistenti e quarto uomo l’applicazione giusta, in particolare a campo aperto, della regola 12, quella legata a falli e scorrettezze, nonché di utilizzare lo stesso metro di giudizio nel valutare i “complimenti” dei calciatori, non facendo differenze.
Si possono inventare tutte le tecnologie ma le polemiche, cosa molto utile perché ognuno le può manipolare (basta vedere o leggere non solo le moviole, bensì anche gli articoli confezionati tra Nord e Sud a proprio favore), continueranno: agli utenti del calcio piace litigare per distinguersi dagli altri sport di squadra.