In occasione di Genoa-Sassuolo Juric andrà oltre i moduli. Non diventerà famoso in tutto il mondo come Bielsa per il suo originalissimo 3-3-1-3 che utilizzava quando era tecnico dell’Argentina alternandolo con il 3-4-3 oppure col 4-2-3-1. Juric, con la rosa a disposizione, potrebbe alternare queste ipotesi di lavoro.
Del resto lui, anche se in pochi se ne accorgono, è un tecnico che ama cambiare in continuazione (basta vedere gli allenamenti) e per il quale il sistema di gioco applicato ai numeri non è così importante. La strategia tattica di Juric è fatta di idee, come ha confermato in conferenza stampa Palladino, per sorprendere l’avversario: le stesse mosse del Pirata potrebbero essere imperniate ad esaltare le caratteristiche degli ultimi arrivati.
Il pianeta Juric al Genoa è stato scoperto da calciatore e adesso da allenatore e giorno dopo giorno dà l’impressione che la sua ossessione sia quella di non perdere tempo al solo scopo di poter coltivare la tecnica individuale e i movimenti al servizio della squadra. Non a caso sono uno show gli allenamenti dove ogni istante è una lezione: come calciare, come spostarsi, come occupare gli spazi.
Fare un buon calcio e perdere non piace a nessuno, figurarsi a Juric. In Italia se non vinci sei scarso: punto. E comunque quelli che dicono che se giochi bene vinci di sicuro le partite sono in ogni caso una minoranza.
Tutto ciò è stato recepito e ingoiato da Juric nel girone di andata e perciò contro il Sassuolo chiederà alla squadra un approccio alla gara da scazzottata (calcistica) a campo aperto, ritmi serrati sia nelle sortite offensive che nelle rincorse difensive, cercando di sfruttare gli ampi spazi alle spalle dei quattro difensori puri di Di Francesco. Tutto sarà facilitato per i rossoblu se metteranno in atto rapide e incisive transizioni basate sulla qualità dell’esecuzione, senza errori, e sull’applicazione di alcuni principi di gioco basilari provati durante gli allenamenti (sovrapposizione, attacco tramite l’ampiezza e centralmente, cambio di gioco, pressing). Pressione che dovrà essere portata in modo corale e efficace nel raddoppio di marcatura.
La formazione rossoblu avrà qualche ballottaggio fino a domani. Il più interessante quello tra Taarabt e Palladino. Don Raffaè nella gara giocata tra Sassuolo e Crotone ha messo parecchie volte in difficoltà la squadra nero verde. Partendo da esterno ha impensierito spesso la retroguardia con movimenti rapidi e precisi alle spalle del terzino. Taarabt con la sua qualità potrebbe invece far saltare il banco di Di Francesco per vie centrali.
La speranza è che Veloso giochi, magari anche cronometrando i minuti non avendo a disposizione il ritmo partita. L’altro dubbio è Pandev, in forma e grintoso come mai visto anche durante gli allenamenti. Staffetta con Morosini al debutto. Hiljemark e Cataldi alla Rigoni dovrebbero far fatica, viste le caratteristiche similari coast to coast. L’affaticamento di Burdisso potrebbe intanto aprire le porte a Gentiletti, ma potrebbe essero anche altri i ballottaggi.
Si attenda comunque la conferenza stampa di Juric di questa mattina per saperne di più e principalmente capire se verranno buttati nella mischia Burdisso e Veloso senza rischiare nulla.
Questa sera alle 21 proveremo poi ad essere più precisi: non sarebbe un “peccato” sapere la formazione domani quando inizieranno il riscaldamento. Oggi, 4 febbraio, sarà intanto consegnata la lista dei 25 calciatori alla Figc: tutti dentro quelli che si allenano al Pio Signorini.
Capitolo Sassuolo. La formazione emiliana, quando lo scorso anno andò in Europa League, salì di livello nella scala del calcio, ma quando si sono alzati gli onori sono aumentate le difficoltà sul piano del gioco, degli infortuni e di conseguenza dei risultati. L’Europa League per tutte le squadre che vi hanno partecipato di seconda fascia è stato un handicap e non sono riuscite a mantenere la rotta in campionato.
Usciti dall’Europa, gli emiliani hanno vinto due partite consecutive con Palermo e Pescara e si sono rimessi in moto nel 2017. Alla terza, domenica scorsa, hanno incontrato la Juventus al doppio di velocità ma Di Francesco ci ha messo del suo schierandosi a specchio contro i 5 tenori di Allegri con un 4-2-3-1 spocchioso e arrogante con Pellegrini falso trequartista che ha lasciato praterie a Pjanic. Sotto di due a zero ha poi provato a correggere la rotta passando al 4-3-3 che conoscono bene, il tutto senza cavare però nulla di buono.
A tutto bisogna aggiungere la fatica palesata negli ultimi minuti: la stagione iniziata prestissimo si continua a sentire nelle gambe dei neroverdi.
I princìpi di gioco del Sassuolo sono sempre ben definiti ma l’equilibrio, non solo con la Juventus ma in precedenza anche con Palermo e Pescara, è stato altalenante. A sinistra non solo Alex Sandro e MandzuKic hanno fatto quello che hanno voluto con Antei mai protetto da Berardi; troppo preoccupati i mediani Aquilani e Mazzitelli per non lasciare spazi a Pjanic. Gli stessi difetti non solo contro la Signora e le sue stelle ma anche contro il Pescara con Caprari, Biraghi e Verre i quali hanno fatto ballare e sbagliare la collaudata difesa del Sassol.
Contro il Genoa, Di Francesco dirà come all’andata che dovrà ripartire con il Genoa e per questo motivo proporrà il suo collaudatissimo 4-3-3, malgrado nessuno lo metta in risalto visto le partenze estive di Vrsaljko e Sansone. Il mercato invernale ha portato Aquilani e in uscita Terranova.
La probabile formazione, con Magnanelli, Biondini, Missiroli fuori dai giochi a centrocampo e il giovane Lirola in difesa – nonché con la possibile assenza di Defrel in attacco – potrebbe essere con tre dubbi: Consigli, Ante i(Gazzola), Acerbi, Cannavaro, Peluso; Pellegrini, Aquilani, Mazzitell i(Duncan); Berardi, Matri, Politano (Ragusa).
Genoa-Sassuolo verrà diretta da Russo di Nola. Quarant’anni, 136 gare in serie A, 44 rigori e 27 espulsi. In stagione è uno di quelli che ha arbitrato di più, 10 presenze di cui una volta il pareggio del Grifone con il Chievo, nessuna gara con gli emiliani. Con il Genoa 6 vittorie, 2 pareggi 5 sconfitte con il Sassuolo 3 vittorie, 4 pareggi 4 sconfitte.
Carmine Russo pur avendo solamente 40 anni senza essere internazionale dovrebbe andare in pensione a fine anno avendo iniziato ad arbitrare nel 2007 alla Can A e B. Tutto viene annullato da un escamotage dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri) perché quando divise gli arbitri tra Can A e B furono annullati gli anni diretti in precedenza in serie A. Russo per tale motivo potrà ancora per due anni dirigere in serie A, a meno che Messina o chi per lui non decida di non utilizzarlo per avvicendamento o motivi tecnici che alla luce delle sue prestazioni non sembrano sussistere.
L’unico neo del campano è il Feat (fisico estetico, atletico tattico) essendo nel mirino della “stampa-media scoop” per la sua pettinatura. Sarebbe una “belinata” di Messina o chi per lui, considerato come arbitrano gli altri, con qualcuno pronto solamente per “barber shop” e non per il regolamento del gioco calcio.
Primo assistente Di Liberatore internazionale di teramo, secondo Citro di Battipaglia assistente alla Can B. Il quarto uomo sarà De Meo Foggia; addizionali Valeri di Roma e Pasqua di Roma 2.