Genoa Sassuolo 0 a 1. Sassolata al vecchio Balordo. Se a Roma è tornato Pasquino che attacca manifesti contro il Papa, al Ferraris, dalla Nord, si sono sentiti al termine della gara vecchi cori da prima repubblica contro altri Presidenti e da seconda contro Preziosi. Non è un paradosso e neanche una logica da umoristi: l’ennesimo gol su pallone inattivo sotto la Sud ha permesso agli emiliani di portare il risultato a casa. Delle famose tre C del calcio quella del c..o è sicuramente assente. Cuore e corsa questa volta non hanno portato risultato come a Firenze.
Notiziario: giornata fredda sui 3 gradi, forte vento di tramontana e pioggia non a catinelle ma presente per tutta la gara. In Tribuna assente Preziosi. Spettatori paganti 645 di cui 64 tifosi avversari nella gabbia. Tra i 18.041 abbonati presente un 70%. Terreno in pessime condizioni in particolare sulla linea laterale davanti ai distinti.
Juric alle ore 14.05, con lo Stadio quasi vuoto, ha fatto un sopralluogo del terreno di gioco camminando dai Distinti alla Tribuna mentre per la prima volta veniva carotata la fascia all’uscita degli spogliatoi. Burdisso e tutta la squadra prima del riscaldamento hanno depositato un mazzo di Fiori sotto la Nord precedendo un folto gruppo della Gradinata che con le famiglie di Claudio, Christian e Edoardo hanno ricordato la scomparsa di queste giovani vite depositando Fiori sotto la Nord. Lunghi lenzuoli per Christian, uno dei Camalli:
”E ora grida da lassù“, un altro dai Carrugi. “Ciao Christian“.
La mattinata per i colori rossoblu non era iniziata bene con un falso tam-tam social che sosteneva come il direttore di gara avesse effettuato un sopralluogo sul campo e il pallone non rimbalzasse. Vero, il controllo era stato fatto dagli addetti al campo e il pallone non saltava. Giove pluvio quando ha rallentato la caduta della pioggia il Ferraris si presentava molto verde intorno alle 13.30, ma è altrettanto vero che risultasse non agevole per giocare una partita di calcio tra due squadre che propongono gioco per terra e transizioni del pallone veloci.
Subito Sassuolo che provava con il baricentro alto mettere in difficoltà il Grifone che però ribatteva colpo su colpo. Gioco aperto al Ferraris per la gioia di coloro ai quali piace vedere giocare al pallone. Risultato in bilico anche se i portieri non avevano fatto parate. Regolarmente al 25’ del primo sul primo pallone inattivo dalla trequarti sinistra il Sassuolo andava in vantaggio su una spizzicata di Cataldi con la nuca che serviva libero Pellegrini sulla destra. Infilato Lamanna che non buttava giù il palo alla Rubinho e prendeva il gol, rifacendosi a seguire con altri interventi per salvare il raddoppio emiliano.
5 gol su calci di punizione diretti in fotocopia incassati dal Genoa nelle ultime tre gare giocate nel Tempio creano amarezza e fanno riflettere.
Abbiamo chiesto a Juric in conferenza stampa se non è meglio provare a questo punto a marcare a uomo. Il Pirata: ”ci schiacceremmo troppo sulla linea di porta e potremmo soccombere fisicamente”.
Il Genoa sui palloni inattivi provenienti a spiovente dalle vie laterali dalla trequarti dà l’impressione di non pensare con una sola testa e il castello tattico creato da Juric (6 calciatori a zona e tre che bloccano di arriva di corsa) è studiato dagli avversari visto che i tre che devono bloccare i pennelloni avversari non sono strutturati fisicamente per farlo. Prendere gol di Ceccherini del Crotone marcato da Ocampos e ieri Acerbi e l’olandese Letschert marcati da Laxalt non con i marcantoni rosso blu devono far ragionare Juric.
D’accordo, a tutto si può rimediare. In difesa il Vecchio Balordo deve tornare all’antica e non solo deall girone di andata ma anche a quel tipo di calcio in generale basato sull’intercettamento dei palloni inattivi e dei calci d’angolo mettendo da parte la voglia di anticipare cercando piuttosto di allontanare la sfera senza fronzoli. Per fare risultato meglio un robot senz’anima con qualche furba slealtà agonistica nei 16 metri e con almeno qualche marcatura a uomo sugli avversari. Avversari che utilizzano l’altezza per fregarti.
Tutte parole – anche tante – ma il vero lodo nel senso di sentenza arriva dal centrocampo, un autentico mare magnum nel quale è facilissimo affogare dopo aver corso e boccheggiato invano. Chi vi si ritrova è sempre un giocatore che, oltre alla qualità, sia in grado di dettare i tempi della manovra a testa alta nel bene e nel male. Chi vi smarrisce non è quasi mai un inventore di gioco, nel calcio ultra moderno è un’aggiunta alla difesa o alla fase d’attacco anticipando con la corsa le mosse avversarie contro un avversario designato.
Tutto ciò è mancato al Genoa contro il Sassuolo e non sicuramente per colpa di Cataldi o Hiljemark i quali hanno altre caratteristiche, quasi uguali. Nessuno dei due ha quelle del metronomo. A tutto ciò bisogna aggiungere, nella prova contro gli emiliani, che poco sono riuscite le azioni offensive dei genoani perché le azioni e i singoli movimenti dei singoli erano difficili da orientare rapidamente e direttamente verso l’area avversaria per le condizioni del terreno di gioco che permettevano ad Acerbi e compagnia di piazzarsi e chiudere tutti gli spazi.
È un momento difficile per il vecchio Balordo. “È una crisi solamente di risultati” dicono dallo spogliatoio rossoblu e niente è incrinato nel gruppo o nei confronti del tecnico.
Lasciando da parte la gara di venerdì sera contro il Napoli, dove servirà una prestazione lasciando da parte il risultato, tutti dovranno concentrarsi sulle altre due gare a seguire con il Pescara in trasferta e il Bologna in casa, altrimenti arriverà il momento di dire: chi è causa del suo mal pianga sé stesso.
Le lezioni del mese disgraziato di dicembre e i miglioramenti tra fine gennaio e febbraio bisogna metterli a frutto con l’unica medicina che conoscono i tifosi: il risultato. Altrimenti nella farmacia del Vecchio Balordo non bisognerà agitare bene una soluzione prima di servirsene.