Il Genoa domani deve sfruttare il jolly chiamato Pescara e se l’operazione rispetto alla scorsa settimana appare più difficile visti gli avvenimenti – non solo sul campo – in casa degli Adriatici, complice l’arrivo di Zeman si potrebbe complicare ancor di più per l’euforia che il profeta di Zemalandia può portare non solo nello spogliatoio del Pescara. Zeman in questo ritorno per la prima volta in carriera non avrà nulla da perdere: visti i risultati degli abruzzesi, potrà fare solo meglio. 

Il banco di prova non sarà certo attendibile sul piano del gioco per il Delfino, perciò Zeman potrà inventare poco in tre giorni con la rosa a disposizione per far funzionare con pregi e difetti il suo discusso 4-3-3. Potrà però col suo carisma riattaccare la spina sul piano psicologico. A questo punto il Genoa, essendo la prima squadra ad affrontare Zemalandia, potrebbe essere anche in vantaggio sulle altre squadre che incontreranno gli abruzzesi perché potrebbero diventare la mina vagante rompiscatole nelle rimanenti 13 giornate di campionato.

Il Genoa contro il Pescara, oltre giocare sui risultati di Palermo e Crotone, non dovrà avere un approccio sbagliato ma grande concentrazione difensiva creando subito reali pericoli alla porta di Bizzarri, sfruttando al massimo la non lucida follia dei pescaresi per rifarsi nei confronti del pubblico.

Nessuna pressione blanda del Vecchio Balordo e nessuna applicazione lenta di ogni concetto tattico saranno la chiave per avere ragione sul Delfino, sfruttando anche le debolezze del 4-3-3 di Zeman.

Juric contro Zeman può preparare la gara contro un modulo preciso, mai cambiato in tutta la sua carriera dal boemo. In questo senso, le parole di Ivan Juric in conferenza stampa sono state chiare (clicca qui per riascoltarle).

I limiti tattici del 4-3-3 di Zeman sono conosciuti. Nel Pescara il filosofo farà difficoltà nel trovare le caratteristiche giuste nei calciatori a disposizione. Juric dovrà far fruttare al meglio gli uno contro uno in fase di possesso, anche perché difficilmente in passato si è aggiunto con facilità il quinto difensore nello schema di Zeman e l’allungamento della diagonale difensiva ha messo parecchie volte in braghe di tela la fase di non possesso delle squadre zemaniane, per tale motivo chiamato Zemalandia in fase difensiva per la gioia degli avversari.

Juric nel preparare la gara terrà senz’altro conto che Zeman soffre in modo particolare l’avversario che gioca tra le linee a ridosso dell’area.

Via subito all’Adriatico i tanti fantasmi che girano intorno al Vecchio Balordo, aiutato da pochi Ghostbusters, a dispetto non tanto della classifica ma del redivivo scollamento alimentato da tromboni che non aspettavano altro di sfiatare, tra tifoseria, Presidenza e società.

Per riuscire nell’operazione bisogna riportare le parole di Burdisso all’inizio del girone di ritorno nel gennaio del 2016. “I rimproveri vanno bene ma abbiamo bisogno di essere uniti. Vogliamo cambiare questa situazione, ce la mettiamo tutta. Chiediamo ai tifosi di stare con noi. Siamo i primi a pensare che quello che facciamo non basta, dobbiamo fare di più…

La formazione, se è quella di giovedì scorso schierata davanti a Preziosi e già detta ieri sera nelle ultime dal Pio, farà divertire gli amanti dei numeri dei moduli. Può essere interpreta come un 4-4-1-1 per i più difensivisti, 3-4-3 o 4-3-3 per gli altri. Con il materiale a disposizione di Juric sarebbe bello un 4-2-3-1.

Per quanto riguarda esclusivamente il Pescara, in attesa di fornirvi questo pomeriggio le nostre statistiche sulla partita, il Delfino affoga nelle onde dell’Adriatico non solo per i risultati, ma anche per le altre vicende e il licenziamento del tecnico Oddo. Prima confermato lunedì e poi martedì allontanato dopo un colloquio nello spogliatoio. A far scattare l’esonero non sono state le 6 sconfitte consecutive, quanto piuttosto l’atteggiamento mostrato dai calciatori e le 11 reti incassate nelle ultime 2 gare. Per il Presidente Sebastiani, il quale in settimana aveva subito le angherie di pseudo tifosi che gli avevano bruciato due macchine e il dispiacere del comunicato degli Ultras Rangers che non avrebbero più messo piede dentro l’Adriatico, ci sono state le famose gocce che fannoo traboccare i vasi.

Che il Pescara sia relegato in fondo alla classifica con soli 9 punti, frutto di una vittoria a tavolino con il Sassuolo e 6 pareggi, il tutto a quasi trequarti del campionato, appare in questo momento secondario per la società abruzzese.

Anche se l’obiettivo salvezza è irraggiungibile, a Pescara hanno coinvolto nuovamente Zeman con carta bianca: vogliono finire la stagione in maniera dignitosa e come primo obiettivo in questo finale di campionato da parte del Presidente “togliere qualsiasi alibi ai calciatori”. A farne le spese, come sempre nel calcio, è stato l’allenatore che li ha sempre protetti, forse deresponsabilizzandoli.

Zeman è arrivato sull’Adriatico sfoderando una sua antica frase: “Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti“.

Il suo sistema al servizio di un gioco sarà difficile vederlo domani contro il Grifone: pressing offensivo, la linea difensiva a centrocampo in fase di possesso per sfruttare il fuorigioco, la marcatura a zona in tutte le parti del campo, la partecipazione di tutti i calciatori nella stessa misura ad un sistema e ad un movimento collettivo. A confermarlo lo stesso tecnico rossoblu questa mattina in conferenza stampa.

Il calcio di Zeman, portato all’estremo, darà risultati al Pescara se riuscirà a costruire una coesione di squadra portata ad un gioco collettivo e nello stesso tempo ad esaltare alcune individualità.

Zeman nella sua carriera ha vinto poco: una promozione in C1 e due promozioni in A con Foggia e Pescara. Con il Delfino confermerà di ottenere risultati con una squadra dal bagaglio tecnico ridotto ma che non ne ottiene altrettanti con una squadra che punta in alto, deludendo i pronostici favorevoli della viglia.

La formazione degli adriatici la conosceremo quando sarà consegnata la distinta al Direttore di gara. Tutti comunque annunciano il seguente undici titolare: Bizzarri, Zampano, Bovo, Fornasier, Biraghi, Memushay, Brugman, Benali, Mitrita, Gilardino, Caprari.

Arbitro dell’incontro Abbatista di Molfetta,35 anni bancario. Arbitro della Can B dalla stagione 2012/2013. Dal 2012/2013 in quattro stagioni il pugliese ha diretto solamente 3 gare in serie A. Domani fischierà la quarta. Nelle tre gare dirette un rigore e nessun cartellino rosso sventolato.

L’arrivo di Zeman a Pescara nel pomeriggio di giovedì ha sorpreso anche il designatore arbitrale. Pescara Genoa avrà altri contenuti e il pugliese dovrà essere molto aiutato dagli assistenti di linea che dovranno essere molto accorti sul fuorigioco portato all’eccesso dal Pescara.

In serie B il bancario di Molfetta è molto parsimonioso di rigori e cartellini rossi. In questa stagione all’undicesimo gettone di presenza solo un rigore e 3 rossi sventolati.

Con il Pescara al 7 gettone 2 vittorie, 3 pareggi 2 sconfitte tutte in B .. Con il Genoa vergine il bancario di Molfetta.

Primo assistente Manganelli di Valdarno, 2° assistente Pegorin di Latina, 4° La Rocca di Ercolano, 5° add. Fabbri di Ravenna, 6° Manganiello di Pinerolo.