A Berlino nelle scorse settimane Angela Merkel ha messo in piedi un centro anti Bufale, in tedesco “Abwehrzentrum gegen Desinformation”, per contrastare le “fake news” che girano sui social. Tutto ciò non sarà possibile in Italia – e specialmente nel calcio – dove le notizie false sono all’ordine del giorno.
Con il Genoa di mezzo girano alla velocità della luce, persino tra i media, dove non si fa più fatica a distinguere il vero dal falso, il tutto messo in piedi per una cliccata o una visualizzazione in più. L’ultima fake news in ordine di tempo è stata su Rai 3 Regionale ieri sera con i “cazzotti di Pescara” tra persone assenti, come già evidenziato nella Buonanotte di ieri. Mamma Rai nelle sue notizie nei giorni precedenti si è dimenticata delle “spese gonfiate” durante gli ultimi europei di calcio, durante i quali nessuno era a dieta: 70 euro per pranzi e cene.
La replica di Usigrai e del cdr di Rai Sport alla calunnia dei rimborsi gonfiati è stata precisa: “Ricordiamo che le verifiche si fanno per accertare i fatti e non un preannuncio di condanna”. Peccato che questo comunicato non venga rispettato anche per tutte le altre notizie, trasmesse più che altro per qualche sentito dire su social o telefonini.
Attualmente avere un buon giornalismo che sappia riguadagnare la fiducia dei lettori non interessa più a nessuno. Ormai è evidente che, a partire da Google finendo con Facebook, giorno dopo giorno è sempre maggiore la sensibilità all’algoritmo della contabilità e del profitto rispetto a quello della credibilità.
Tutte le notizie uscite ultimamente sul Genoa non sono fake news, come ha detto uno spettatore sui gradoni del Pio Signorini, ma sono piuttosto “come leggere un vecchio settimanale di gossip sul gabinetto”. In altre parole, si tratta di notizie che in un attimo fanno il giro di infiniti telefonini: a quel punto diventa difficile scaricare tutte le responsabilità solo sulle spalle delle grandi piattaforme. Ne abbiamo anche noi.
Se i giornali vengono riempiti di virgolettati attribuendoli ad ambienti vicini a questo o a quello – con l’aggravante di non indicare mai la fonte -, qualche genoano dà l’impressione di godere nel fare la catena delle notizie false e brutte senza aver pensato minimamente alla loro verità. Come i virgolettati, anche le bufale devono contenere una citazione precisa, puntuale e verificata.
Per mettere fine alle “fake news” e provare ad aiutare tutti a distinguere quello che è vero rispetto a ciò che è falso basterebbe che tutte le notizie, non solo da parte dei giornalisti, venissero firmate, con il chiaro riferimento della provenienza della notizia e, laddove si tratti di un copia-incolla, del riferimento della fonte.
Il penultimo audio messo in onda da un “cretinetti” anonimo sulle vicende del Vecchio Balordo e sulle sue sconfitte, dovute ad episodi extra campo, è stato smontato del tutto dal comunicato preciso e immediato dei Figgi du Zena, tirati in ballo. Il “signorino” vedremo se stasera avrà le palle, oltre che la lingua, per presentarsi al Direttivo del club rossoblu e confermare tutto quello che ha detto, in realtà comunque già smentito ieri. In questo frangente, un “fuck you” da tutto il popolo rossoblu.