Quando non ci si spiega tutto quello che succede sul rettangolo di gioco, allora ecco che subentrano le statistiche. Ovviamente anche in occasione del Derby non potevamo che proseguire con la nostra rubrica “Statisticamente” attraverso la quale vorremmo focalizzarci soprattutto su due punti: la differenza tra primo e secondo tempo delle due squadre, in particolare del Genoa, e la forte componente dei lanci lunghi tra le fila rossoblu.
DIFFERENZE TRA PRIMO E SECONDO TEMPO – Nel primo tempo, come raccontano anche i numeri, il Genoa è riuscito a fare quanto si era prefissato in allenamento: sempre pronti al raddoppio, marcature a uomo a tutto campo e ripartenze veloci sfruttando Laxalt e Lazovic. E pensare che stavano anche funzionando bene questi schemi tattici dal momento
E pareva pure di essere tornati a rivedere un Lazovic in grande spolvero, capace nei primi 45′ di dare filo da torcere a Regini arrivando diverse volte sul fondo. A mancare sono venuti i cross ben calibrati all’indirizzo di Simeone e Pinilla o gli scambi con Hiljemark, che difficilmente ha mollato centimetri sugli avversari o mancato di inserirsi nello spazio per ricevere il pallone. Servendolo di più qualche tiro dalla distanza sarebbe potuto arrivare.
Durante tutto questo forcing rossoblu, nella prima frazione di gioco, la Sampdoria ha fatto fatica a gestire la palla. Torreira dettava i tempi di gioco, ma troppo lentamente: non per niente i blucerchiati si rendevano pericolosi solamente quando acceleravano. Era in quel frangente che la difesa rossoblu scricchiolava. Si rivedano i tiri di Muriel e Quagliarella in girata.
Primo tempo che aveva dunque fatto ben sperare i tifosi rossoblu, malgrado qualche campanello d’allarme ci fosse già stato. Pesava soprattutto l’ammonizione di Cofie, poi bravo a gestire il cartellino per quasi tutto il resto della partita senza rinunciare ad andare a contrasto: lo testimonia il fatto che sia stato il secondo tra i rossoblu (con Izzo, ndr) per palloni recuperati in una zona di campo, quella centrale, dove la Sampdoria ha attaccato con una percentuale di bilanciamento offensivo del 74%.
Cofie a parte, il Genoa del secondo tempo avrebbe dovuto aspettarsi una Sampdoria diversa, che avrebbe accorciato ancora di più sugli avversari e avrebbe fatto lei stessa il gioco del Genoa: attendere e ripartire rinunciando a fare del possesso palla l’arma principale con cui impensierire l’avversario. Il Genoa continuava ad essere ben schierato in campo e non dava troppo spazio alla manovra blucerchiata.
La vera mossa chiave fatta da Giampaolo è stata quella di rinunciare a Torreira come perno centrale del centrocampo facendolo muovere di più e facendogli dettare i tempi della manovra verso altri compagni. Una Samp attendista in attesa di un errore nel giro palla rossoblu, arrivato al minuto 70′ con Ntcham e letale ai fini del risultato.
I LANCI LUNGHI – I lanci lunghi dei rossoblu sono stati 34, di cui più della metà palloni che Lamanna riceveva dai difensori per spazzare lontano. Paradossalmente sarebbero potuti essere 35 se Ntcham avesse appoggiato la sfera al suo portiere anziché indirizzarla in orizzontale per Munoz: sarebbero comunque stati indicativi di una ricerca del gioco lontano dalla propria metà campo. Basterebbe riprendere le parole del primo Mandorlini, quello intervenuto alla vigilia della sfida col Bologna: “preferisco sempre che la palla stia lontana dalla mia metà campo“.
Una ricerca del gioco lontano dalla propria metà campo che non ha messo in condizione Pinilla di far salire i suoi compagni. A chiudere il cerchio sulla nostra analisi delle differenze tra primo e secondo tempo è stata appunto la posizione del suo compagno di reparto Simeone, il quale finiva spesso per fare il trequartista a marcarsi Torreira. Lo dimostra la grafica sottostante, a destra: Simeone, col numero 9, in fase di possesso palla avversario “sostava” mediamente sul centro di centrocampo. Quasi mai lo si era visto così lontano dalla porta.
Resta il fatto che il tracollo psicologico del Genoa ha poi fatto la differenza, altrimenti la sfida appariva sostanzialmente in equilibrio. La Sampdoria aveva senza dubbio osato di più prima del gol e ai punti avrebbe anche potuto reclamare la vittoria: purtroppo la mazzata finale è arrivata attraverso un errore di valutazione che Ntcham, dall’alto dei suoi vent’anni, farà proprio per il futuro. Questo Genoa, che si era già privato di Cataldi ed era avaro di Veloso, avrebbe dovuto ragionare più “alla Juric”, come nel primo tempo, svariando da una corsia all’altra e privandosi dei passaggi in orizzontale se non quando strettamente necessario.
Ad ogni modo, la precisa impostazione della gara orientata a sbilanciare la Sampdoria aveva ben funzionato nei primi 45′ minuti di gioco. Di fronte alle grafiche non si può dire altrimenti. La vera “trappola” la avrebbe poi tesa Giampaolo che ha lavorato di fioretto, alzato il baricentro e persuaso il Genoa che un continuo giro del pallone avrebbe potuto ingabbiarli: in realtà il tecnico blucerchiato era solo in attesa di un errore, che nel calcio può starci, e di qualche decisiva ripartenza.
Per adesso si riparta dai numeri, unico appiglio di fronte a uno 0 a 1 che dovrà essere riscattato quanto prima. Ecco perché di seguito vi proponiamo le statistiche generali della partita: