Le statistiche di Milan-Genoa fotografano una partita altamente negativa da parte del Genoa e neppure troppo esaltante per il Milan, che nel primo tempo ha cercato di “ubriacare” i rossoblu sugli esterni (capendo poi per via centrale) e nel secondo ha abbassato il baricentro (che mediamente si è assestato sui 52,46 metri dalla porta di Donnarumma, ndr) facendo uscire il Genoa e cercando il contropiede.
Che la tattica di Montella abbia funzionato è un dato di fatto, ma l’atteggiamento del Genoa
Il Genoa non ha saputo sfruttare i 17′ 12″ di possesso palla, il 28% del totale, e per la prima volta in campionato è scesa sotto la percentuale del 30%. Non era successo neppure contro grandi maestri della gestione della palla come gli uomini di Sarri (il Genoa fece il 49% di possesso, in trasferta al “San Paolo”), e come dato deve fare riflettere. I lanci lunghi (23) e i passaggi sbagliati (28) sono indicativi di una propensione alla difesa, alla gestione della sfera lontano dall’area di rigore e alla ricerca della punta centrale.
In realtà però la gestione della palla lontano dalla propria metà campo risulta molto difficile. Simeone infatti apare davvero appannato rispetto a qualche mese fa e si fa fatica a paragonarlo a quello dinamico e battagliero di Firenze. Ci si avvicina ormai ai due mesi senza reti per il centravanti argentino, che non servito a dovere sta risentendo di un momento negativo di squadra.
Se il Milan ha vinto ampiamente nel possesso palla, nella compattezza dei reparti e nella disposizione ordinata in campo, lo ha fatto anche perché non contrastato a dovere dal Genoa. Laxalt e Lazovic troppo bassi, Cataldi e Ntcham troppo schiacciati sulla linea a quattro di difesa. Hiljemark troppo slegato dai movimenti di reparto, forse condizionato anche dalla sua vena di centrocampista box to box che attacca e difende.
In fase di possesso, lo abbiamo visto, Mandorlini dovrà lavorare attentamente. Dovranno aumentare la frequenza del giro palla e la precisione dei passaggi, specialmente quelli negli ultimi trenta metri. Sono stati infatti i trenta metri a fare la differenza nella partita dei rossoneri, che hanno giocato con una sorta di albero di Natale a supportare Lapadula pronto a fare un movimento in uscita e portare fuori a turno Gentiletti o Munoz favorendo l’inserimento di Mati Fernandez.
Il Milan proprio così ha colpito: Lapadula di prima, Mati Fernandez nello spazio e pallonetto a battere Lamanna. Prima rete per il cileno in Serie A con la maglia rossonera.
Chiuderemo come al solito con il dato relativo al bilanciamento offensivo delle due squadre. Troppo debole il frangiflutti rossoblu in mezzo al campo dove il Milan attacca nel 63% dei casi; utilizzata il mino indispensabile la fascia di sinistra, dove il Laxalt della stagione passata è soltanto un lontano ricordo complicie un apporto difensivo che nell’ultimo mese lo ha compromesso in fase offensiva. Più cercato Lazovic, che ieri è stato però il primo calciatore tolto da Mandorlini. Per via centrale uno sterile 38%, che di fatto non ha quasi mai portato apprensioni a Donnarumma.
E’ dalle fasce che il Genoa può sperare di ricevere palloni e cross periodare in rete. Per il futuro, chiamato Atalanta, sarà necessario lavorare tatticamente soprattutto su questo aspetto.
Queste le statistiche generali della partita: