Il termine “inchiesta”, che non deve avere un’accezione negativa, fa parte del mestiere del giornalista. Per meglio dire, fa parte del mestiere del cronista chiamato a documentare minuto per minuto, momento per momento, la situazione che ha davanti. Noi, concentrati sul Genoa e sul calcio in generale, lo abbiamo fatto sino ad ora e continueremo a farlo visto anche il momento non troppo esaltante della formazione rossoblu.
La nostra inchiesta sul momento del Genoa e sul come uscirne parte con Massimiliano Tangorra, ex difensore rossoblu con 78 presenze in maglia rossoblu dal 1998 al 2001. Era il Genoa della parentesi Mauro-Scerni: quello stesso Genoa che nell’arco di un anno e mezzo sarebbe stato rilevato da Enrico Preziosi. E i cui tifosi sono rimasti nel cuore dell’ex calciatore rossoblu.
Cosa è successo, da dicembre a oggi, al Genoa?
“Di sicuro ci sarà stata un’involuzione di risultati malgrado fosse partita bene con Juric. Poi qualche meccanismo si è inceppato e hanno intuito negativamente alcuni infortuni e alcuni cambiamenti. Pavoletti è andato via, Rincon è andato via, Veloso infortunato che era giocatore importante nello scacchiere del Genoa perché faceva le due fasi. Se una squadra come il Genoa viene a perdere due o tre giocatori importanti, questo fattore può influire. Genova comunque la conosco ed è piazza molto esigente, particolare e passionale. Piazza che anche inconsciamente ti mette una certa pressione: se non hai certe caratteristiche caratteriali, sia come giocatore sia come allenatore, puoi andare in difficoltà“.
Come salvare questo finale di campionato?
“Anzitutto i giocatori devono tirare fuori il meglio dal loro orgoglio per tirarsi fuori tutti insieme. Devono indirizzare le loro energie su questo obiettivo. Per farlo devono essere indirizzati anche dal loro allenatore. Nel Derby ho visto un allenatore molto ansioso che a me personalmente, dall’esterno, non ha trasmesso questa serenità e quindi non vorrei che Mandorlini non avesse fatto scattare quella scintilla, quella scossa che sarebbe stata necessaria col cambio di allenatore. Secondo me in primo luogo ci sarà bisogno, attraverso la guida dell’allenatore, di ritrovare una fiducia di gruppo“.
DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA: