Abbiamo saltato un bel po’ di anni della gloriosa storia rossoblu, ma non mancheremo di recuperare. Questa settimana, preparandoci ovviamente alla partita con l’Atalanta, vorremmo però ripercorrere i momenti negativi che hanno interessato il Genoa nella sua lunghissima storia. Siamo andati a prenderne uno relativamente recente, quello che riguarda i cinque anni (dal ’68 al 73′) durante i quali il Vecchio Balordo milita in Serie B e Serie C, categoria nella quale nel 1970 scende per la prima volta nella sua storia. Dopo 77 anni.
Sono anni difficili, con la società che deve far fronte a problematiche di natura economica e cambiare denominazione. Saranno anni in cui persino a Roma, dalle aule parlamentari, alcuni politici prenderanno a cuore la causa rossoblu per cercare di programmare l’avvenire del Grifone.
“Le cose andavano veramente a rotoli e fu necessario giocare una carta extrasportiva per sbloccare la situazione con personaggi molto vicini alle sorti rossoblu. Due deputati, precisamente l’onorevole Francesco Cattanei e l’onorevole Alfredo Biondi, con il senatore Gianni Di Benedetto, propiziarono un “governo”, diciamo così, di coalizione nel Genoa che venne appunto definito “Consiglio direttivo di coesione rossoblu” […]. Dopo lunghe e non certo facili trattative tra i dirigenti in carica e quelli che li avevano preceduti si riuscii a formare tale consiglio direttivo […]. Operò con intelligenza e passione, ma senza fortuna” (Pesce, Bregante, Bozano, Ciao Genoa, cent’anni di storia rossoblu, De Ferrari Editore, 1991)
Il Genoa sul campo disputa stagioni altalenanti, si gioca spareggi decisivi col Venezia, disputa partite senza tifosi al seguito come accadrà il 14 giugno 1970 al “Ferraris”: l’uno a uno col Pisa sarà fatale per la retrocessione in Serie C. “Debolezze endemiche” recita il libro a cui facciamo riferimento: esistevano già in tempi non sospetti, ma il Genoa ha sempre saputo combatterle. Ecco un pezzo di storia importante per il Vecchio Balordo: “il quinquennio nero per il Grifone”.
“La squadra non giocava un cattivo calcio, non era abbastanza corazzata in difesa; […] si va avanti a tentativi, comunque, alla fine del girone d’andata, il responsabile della società Renzo Fossati accetta dalle mani di Ghezzi le dimissioni“.
“Adesso (estate 1969) la società sta boccheggiando sotto un bilancio disastroso, che è ancora aggravato per i numerosissimi acquisti dell’anno precedente. Bisogna partire in umiltà, cercando di sfoltire la rosa“.