Il martedì generalmente viene dedicato al campionato e anche oggi, in mancanza della Serie A, cerchiamo di vederlo con le nostre parole che si sono comunque legate alle cronache calcistiche durante questa sosta.

Per tutta la settimana, non solo sui giornali sportivi, si è parlato soprattutto delle quattro squadre in lizza per l’Europa League, a meno che Roma o Napoli non abbassino la guardia.
Durante l’estate, negli ultimi anni, in quattro o cinque squadre si giocano lo scudetto e dopo regolarmente a dicembre tutte sbattono contro la reale superiorità della Juventus. Da qualche anno il teatrino del transitorio va in onda in primavera per quanto riguarda l’Europa League.

Oggi tocca a Lazio, Inter, Atalanta e Milan, che attraverso allenatori e società si trovano a fare asserzioni illimitate del tipo “vogliamo l’Europa League”. Soltanto in casa Atalanta fare determinate asserzioni non è probabilmente per tenere i tifosi sul pezzo, considerato che nel gruppo precedente è l’unica non delusa del campionato. Addirittura più della Lazio, sono le due milanesi a dover nascondere l’amarezza dei risultati che non sono mai stati raggiunti. E le scuse cinesi, in tal senso, non servono a molto.

Dopo questo tourbillon da Europa League, alle porte dell’estate inizia però un vero e proprio scoramento da parte di società e allenatori chiamate a partecipare alla manifestazione europea, che in qualche modo finisce per essere considerata una coppa da poveri, anche se alla fine per chi arriva in fondo porta una trentina di milioni di euro.

Si inizia quindi a pensare che bisogna iniziare gli allenamenti prima, che bisogna infoltire le rose di più qualità e non di quantità. Tutto questo poi non succede e regolarmente, negli ultimi anni, le squadre italiane che hanno partecipato all’Europa League hanno fatto figure barbine, sia quelle più titolate sia quelle che ci sono arrivate a fatica. Si vedano la Roma uscita col Lione oppure il Sassuolo, che ancora non si è ripreso.

In qualche modo sarà necessario dire “basta” alle figure terribili fatte contro squadre che in alcuni casi sono difficili da trovare anche sulla cartina geografica durante i preliminari. Non è giusto, per qualsiasi tifoseria, essere illusa a primavera e dopo capire che l’Europa League importa poco. Bisogna altresì dire “basta” agli epiloghi invernali, quando a dicembre (quest’anno è accaduto a Sassuolo e Inter, ndr) le formazioni italiane vengono eliminate e si finisce per tirare un sospiro di sollievo, ripartendo in campionato ad inseguire la coppetta europea.

Sarebbe bello che una volta conquistata l’Europa le società parlassero di un progetto di innesto di qualità. Difficile che sino a fine agosto si possa vedere qualcosa del genere considerato il lungo calciomercato in attesa dei saldi finali. Senza ombra di dubbio la litanìa, il prossimo campionato, sarà ancora più accentuata se 4 squadre italiane potranno partecipare alla Champions e 3 all’Europa League.