Avrei voluto intervistare Gian Piero Gasperini prima di Genoa-Atalanta, ma era prevedibile che lo facessero già i quotidiani che giornalieramente prendono in considerazione il Vecchio Balordo. Motivo per cui, per sentire ripetere le stesse cose, si è pensato di raccogliere alcuni dei passaggi delle interviste che integralmente, nella giornata odierna, si possono leggere su La Repubblica e sul Secolo XIX.
Di seguito raccogliamo i passaggi delle interviste comparse questa mattina sui due quotidiani sopracitati. Ecco alcuni spunti dall’intervista rilasciata a “La Repubblica”:
“Io ho solo bei ricordi, del resto quando pensi ad una persona cara ti vengono in mente solo cose belle, le altre le hai cancellate”
“Società, tifosi e squadra: se c’è coesione il Genoa vola. La gente vuole una squadra in cui riconoscersi: per questo il Genoa deve avere una sua identità, non può giocare un calcio normale”
“Per tanti anni il nostro era uno stadio felice, la nostra gente non vedeva l’ora che fosse domenica per venire a fare il tifo”
“Quando sono tornato il presidente era stato chiaro: solo con le plusvalenze possiamo garantire gli stipendi. Un discorso che non faceva una piega”
“In tre anni ho contribuito a togliere il Genoa dalle sabbie mobili e l’ho comunque portato in Europa: una soddisfazione grandissima”
“Se il rapporto con Preziosi si è deteriorato la causa scatenante è probabilmente da ricercarsi nella mancata licenza Uefa”
“Anni fa il Genoa del futuro lo vedevo con Fabrizio presidente, Omar direttore generale e Juric allenatore. Ed ero felice perché quella pianta sarebbe nata da un seme che anch’io avevo contribuito a piantare […]. Più il tempo passa e meno mi sembra si vada in quella direzione”.
A seguire invece altri spunti tratti dalle dichiarazioni rilasciate al “Secolo XIX”:
“Genova e il Genoa significano molto per me. Ma è chiaro che quando la partita comincerà tutto cambierà. E’ il nostro mondo”
“È normale che chi vince esulta. Quello che importa è il terzo tempo, i rapporti tra le persone, oltre i 90 minuti”
“Vedere la contestazione […] è sempre un dispiacere. Ma da lontano si ha una percezione diversa e credo che il Genoa saprà ripartire: non rischia. È una situazione maggiormente interna”
“[…] Anche a Genova c’è stato un sistema efficace e il lavoro di Sbravati ha consentito di crescere ragazzi meravigliosi come Perin, Sturaro, Mandragola, El Shaarawy. Ma l’Atalanta ne ha fatto una sua politica precisa, strutturata”
“Non ci siamo lasciati male (con Juric, ndr). Vero che non ci siamo sentiti, ma lui era in auge e io non volevo creargli problemi. […] Non volevo essere ingombrante per lui, […],a ora che non è felice, ci siamo riavvicinati”