Allenamento a porte aperte al Pio Signorini: 6 gli spettatori e 3 i giornalisti. Cielo plumbeo ma esercitazioni all’asciutto. Un’ora e 45 minuti di solito lavoro ad alta intensità con esercizi per pressing, partitelle a tema in varie dimensioni di campo col consueto numero di calciatori coinvolti e con Juric e i suoi collaboratori ad incoraggiarli ad essere veloci. Partitelle con regole e senza regole prima di arrivare alla partita finale 11 contro 11.
Juric, per non far calare l’intensità dell’esercizio, ha cercato di non mettere in campo squadre con troppa disparità tecnica e lo ha fatto per non far calare i ritmi dell’esercizio. Il tecnico rossoblu continua il suo lavoro come nel primo allenamento visto in Val Stubai, proseguendo nel trasmettere le proprie idee tattiche e cercando di spiegare ai calciatori la sua filosofia, ovvero sia il calcio che vorrebbe vedere nelle gare ufficiali fatto di rotazione dei centrocampisti, occupazione degli spazi, recupero del pallone da dietro velocizzando immediatamente il gioco in profondità. Tutto si potrebbe tradurre nello scegliere le situazioni e mai subirle.
Dopo tre settimane dal suo ritorno, Juric pretende un calcio dinamico fatto di possesso o di improvvise accelerazioni e rispetto al primo Juric si vedono pochi cambi campo. Prima di affrontare la partita finale, i calciatori rossoblu hanno lavorato con altre esercitazioni, con cinesini fuori e dentro le aree di rigore in zona di costruzione, sviluppo e finalizzazione.
Partita undici contro undici senza sorprese rispetto alla squadra che ha giocato contro la Juventus, con Rigoni al posto di Ntcham, non presente in campo. Nei quattro tempi di circa 10’, si sono viste variazioni nella seconda parte con Biraschi al posto di Munoz, Pandev per Cataldi e Rigoni mediano vicino a Veloso. Ritorno allo schieramento visto allo Stadium nel terzo tempo, mentre nel quarto Ninkovic per Palladino e Hiljemark per Lazovic
Grifoni in gabbia, con rabbia, concentrazione e grinta per tutti i partecipanti, con qualche accento in più per coloro che dovrebbero essere i probabili titolari contro il Chievo rispetto alle seconde linee, che cercano di mettere in difficolta il trainer nelle scelte.
Più che Grifone, Leone o Lupo in gabbia: Ivan Juric a un certo punto ha scavalcato la recinzione e si è guardato l’allenamento finale dalla Tribuna del “Pio Signorini”. Juric con le sue grida vuol far capire che le ferite di questo 2017 sono aperte e che per ogni giocatore, pensando al Chievo, deve essere come strofinarvici sopra del sale.
Morosini in gruppo, Taarabt non ha partecipato alle partitelle. Rubinho, che ieri ha svolto altri accertamenti al Baluardo, ha lavorato con il Prof. Barbero. Pinilla a Roma a difendersi dalle cinque giornate di squalifica (ricorso poi respinto, ndr). Izzo continua invece a lavorare più di prima e aspetta il controappello previsto tra il 10 e 15 maggio.
Da Verona, sponda Chievo, si magnifica Pellissier: dopo l’ottava rete in campionato al Torino domenica scorsa è il bomber capocannoniere più vecchio D’Europa. Per i gialloblu, contro il Genoa dovrebbero recuperare quasi per certo Seculin e Gamberini, mentre Gobbi è rientrato in gruppo solo per una parte dell’allenamento. Inglese, Cacciatore, Rigoni, Sardo e Hetemaj hanno svolto un lavoro differenziato perché tutti alle prese con problemi muscolari.
In materia di sestine arbitrali, designazione inaspettata quella di Pairetto per Genoa-Chievo dove è in ballo la zona rossa della classifica per i rossoblu. Probabilmente Messina e i suoi collaboratori, a voler guardare la sestina arbitrale eccetto Valeriani, primo assistente internazionale, non designano più in base ai coefficienti di difficoltà delle gare.
Pairetto come al solito sarà giudicato domenica alle ore 17, non attraverso azioni rallentate ma per quello che vedono i suoi occhi e quelli dei suoi assistenti.
Nulla da nascondere o qualche sorpresa, domenica pomeriggio, da parte di Juric? Si vedrà. Per adesso domani (venerdì) porte aperte alle ore 11.