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Genoa, lettera aperta di un tifoso ai giocatori rossoblu. “Volete retrocedere o salvarvi?”

Riportiamo integralmente una lettera giunta in redazione questa mattina mentre ci trovavamo, per l’appunto, ad Acqui Terme per assistere all’allenamento del Genoa, da ieri ufficialmente in ritiro. In settimana sono arrivate le parole di Preziosi, poi quelle della Gradinata Nord (clicca qui per leggerle).

A scrivere oggi è invece un tifoso del Genoa, che ha chiaramente firmato in calce la sua lettera intitolandola “Lettera aperta ai giocatori del Genoa CFC 1893“. Ecco di seguito il testo:

Buon giorno ragazzi. Mi chiamo Michele Bitossi, ho quarantuno anni e ho visto la prima partita del Grifone allo stadio nel 1979. Non faccio parte di nessun gruppo ultra’ anche se frequento da sempre la Gradinata Nord e ho parecchi amici appartenenti alla Tifoseria Organizzata alla quale mi sento comunque vicino. In più di trentacinque anni di “onorata carriera” da tifoso del Genoa CFC 1893 ne ho viste di tutti i colori. Credetemi.

Retrocessioni in serie B, in serie C (sia per demeriti sportivi che per illeciti), sconfitte memorabili contro Barletta, Castel di Sangro, Fermana, Pro Sesto ecc., gestioni societarie quanto meno discutibili, una serie di campionati vissuti all’insegna della sofferenza più pura. Gli “anticorpi” che mi sono fatto nel tempo, tuttavia, non stanno riuscendo a proteggermi dalla sofferenza che provo vedendo quello che sta accadendo nel corso di questo maledettissimo campionato.

Non farò troppi giri di parole, non citerò la lunga serie di episodi a dir poco agghiaccianti che hanno costellato un girone di ritorno nel corso del quale, allo stato attuale, siete riusciti a ottenere sette punti sui cinquantaquattro a disposizione. Avendoci riflettuto parecchio, essendomi riguardato mentalmente alcune partite (in particolare alcuni atteggiamenti da voi tenuti in campo) e avendo ripensato alle dichiarazioni del presidente Preziosi subito dopo la pietosa prestazione in casa contro l’Atalanta, mi è venuto un atroce dubbio.

Sono certo che si tratti di un’assurdità, di una fantasia psichedelica. Sarà di sicuro la solita menata complottista, dietrologica e vittimistica del tifoso genoano medio e mi piange il cuore solamente pensarla, figurarsi esternarla. Però, ragazzi miei, io sento di dovermi togliere questo peso e quindi, assumendomi tutte le responsabilità di quella che, comunque, è solo una semplice domanda, vi chiedo: VOI VOLETE RETROCEDERE O VOLETE SALVARVI?

Io, purtroppo, ho la pessima sensazione che sia la squadra che la società desiderino andare in serie B. Quello che vorrei tanto è che una delegazione di tifosi avesse un incontro pacifico con voi. Vorrei che guardando quei tifosi negli occhi, da uomini veri, con la massima sincerità, deste loro una risposta. Vorrei che diceste loro se ve la sentite di affrontare le quattro partite che rimangono come fossero quattro finali di Champions League da giocare contro il Bayern di Monaco, col sangue agli occhi, mangiando l’erba del campo, uscendo dal rettangolo di gioco con la gloriosa maglia che avete l’enorme onore di indossare pregna di sudore, consapevoli di aver dato tutto il possibile, a prescindere dal risultato ottenuto.

È possibile che anche noi tifosi abbiamo commesso degli errori. Sono però convinto che ci meritiamo pienamente di conoscere la verità su tutto quello che sta succedendo. Al netto di una contestazione dura ma assolutamente non violenta della Tifoseria Organizzata nei confronti della presidenza (contestazione che personalmente appoggio in toto) e di gesti puramente dimostrativi come l’accoglienza riservatavi all’aeroporto di Genova quando rientravate dopo la storica “impresa” di Pescara, i tifosi del Genoa non hanno MAI fatto mancare il loro appoggio alla squadra, sia in casa che in trasferta, facendo sacrifici di ogni tipo e sobbarcandosi migliaia di chilometri in nome di una passione senza limiti e di un’incrollabile fede nei colori rossoblu. Questo nonostante le tante figure obbrobriose che avete collezionato negli ultimi mesi calcando i terreni di gioco di tutta Italia.

Giusto per essere chiari, io e alcuni miei amici, subito dopo l’incredibile sconfitta contro il Chievo, abbiamo prenotato il viaggio per seguirvi a Palermo, fra due settimane. Vogliamo esserci, che sia paradiso (anche se, intendiamoci, ci vorrebbe del bel coraggio a chiamare in questo modo un’eventuale salvezza ottenuta a trentatre punti) o che sia inferno.

Noi tifosi della squadra di Genova siamo fatti così, c’è poco da fare. Non ci tiriamo MAI indietro. Ci incazziamo, mugugniamo, facciamo qualche casino, diciamo ripetutamente cose tipo “belin basta davvero, non verrò mai più allo stadio”. Poi, invece, magicamente, bastano sempre due o tre giorni di “sbollimento” e siamo pronti per affrontare la nuova battaglia sciarpa al collo, voce calda e cuore gonfio d’amore per il nostro Club. Quindi, ragazzi, dicevo: ve la sentite di giocare alla morte le prossime quattro partite? In caso negativo basta dirlo.

Precedentemente ho fatto riferimento alle dichiarazioni del vostro presidente il quale ha detto che “retrocedere non è una cosa di cui doversi vergognare”. Nella sostanza sono d’accordissimo. Si partecipa a un gioco che ha delle regole, se si dimostra di non essere all’altezza della situazione è giusto pagarne le conseguenze. Ci mancherebbe. Fra l’altro le nostre origini inglesi ci impongono di affrontare con dignità e senso sportivo un’eventuale retrocessione meritata sul campo.

Il problema, cari ragazzi, è che ad essere vergognoso è il MODO in cui STATE retrocedendo, modo che personalmente ritengo del tutto inaccettabile e che, purtroppo, mi ha portato a fare i bruttissimi (e mi auguro privi di qualsiasi fondamento) pensieri di cui sopra. Se pensate di non essere in grado di fronteggiare con il giusto piglio il prossimo e decisivo mese di campionato ditelo e fatevi da parte. I conti con voi si faranno alla fine. Se si deve retrocedere voglio che lo si faccia da Grifoni e ho la presunzione di credere che la stessa cosa la vogliano tutti i Genoani.

In uno scenario “limite” molto meglio vedere in campo Pietro Pellegri e i suoi compagni della Primavera dare tutto il possibile, magari perdendo, ma con onore e dignità, piuttosto che una banda male assortita di gente demotivata a cui non importa nulla del Genoa e dei suoi tifosi e che, a quel punto, farebbe davvero bene a sparire dalla circolazione potendosi finalmente dedicare a tempo pieno allo shopping di lusso, a giocare con la Playstation o alle festicciole a base di asado, specialità culinaria in cui pare qualcuno di voi eccella particolarmente.

Riguardo poi la conferenza stampa di Mister Juric nel post partita di Genoa-Chievo dico questo. A parte che ho avuto la netta sensazione che Ivan sia un uomo solo e sull’orlo di un esaurimento nervoso in mezzo a una situazione completamente allo sbando (mi pare eloquente il fatto che si sia allontanato in lacrime), ho trovato particolarmente inquietante il passaggio in cui ha sostenuto che ci sono alcuni giocatori che (parole testuali) “vengono all’allenamento e si fermano dopo due minuti perché non ne hanno voglia”.

Ha poi aggiunto che secondo lui alcuni giocatori “non hanno capito per niente la gravità della situazione”. Non mi pare che ci sia nulla da aggiungere a tal proposito. Anche perché se aggiungessi qualcosa mi dovrei pure assumere la responsabilità di fronteggiare varie querele per ingiuria aggravata. E non ne ho voglia. Magari, ecco, un profondo esame di coscienza, da parte vostra, gioverebbe. Concludo lanciandovi un piccolo invito. Andate su Google e informatevi un po’ su quello che è successo (solo per fare un esempio tra i tanti) il 7 giugno 2003 a Marassi.

Quel giorno si giocava contro il Cosenza. Il Genoa era appena retrocesso matematicamente in serie C. Riempimmo lo stadio dando una dimostrazione unica del nostro amore incondizionato in una situazione in cui molto probabilmente qualsiasi altra tifoseria al mondo avrebbe voltato le spalle alla sua squadra. Informatevi anche sul Professor Franco Scoglio, che è mancato anni fa parlando di Genoa, su Gianluca Signorini, Marco Rossi, Fabrizio Gorin. Gente che ha dimostrato coi fatti quanto tenesse alla nostra maglia e alla nostra Storia.

Chiudo citando proprio il mitico Prof. Scoglio: “Noi siamo il Genoa e chi non ne è convinto posi la borsa e si tolga le scarpe”. Spero con tutto il cuore di essere stato convincente.

Ci vediamo domenica prossima, ore 15, Stadio Luigi Ferraris, Genova. Io sarò al mio posto e farò il mio dovere. Mi auguro che voi farete lo stesso”.

Michele Bitossi (mezzala75@gmail.com)

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