Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Lo diceva Seneca, lo ribadiamo noi. Perché per raccontare 36 giornate del campionato rossoblu servono anche delle massime, delle spiegazioni che vadano al di là del campo. Spiegazioni quasi filosofiche.

Oggi abbiamo deciso di andare a vedere quanto pesino sulla classifica del Genoa gli errori fatti o subiti in alcune partite, e lo facciamo partendo da un presupposto: ciascuno dei 60 gol subiti dai rossoblu – e questo accade per ciascuna squadra di calcio – è frutto o dell’errore di un singolo, che esso sia un calciatore o uno dei direttori di gara, o dell’errore di un reparto. Infine, è bene ricordarlo, un gol concesso può essere anche diretta conseguenza di un gesto tecnico degli avversari, sia esso un tiro dalla distanza imparabile (si veda De Paul a Udine, ndr) o una punizione battuta col contagiri (si veda Pjanic sul 3-1 contro il Genoa, ndr).

La premessa era doverosa dal momento che di seguito, in ordine di giornate di campionato, andremo a vedere tutti gli errori che hanno appesantito e complicato la stagione rossoblu, cercando di andare a circoscrivere quelli che hanno ipoteticamente sottratto punti al Vecchio Balordo. I punti che, a nostro modo di vedere, mancano al Genoa, sono segnalati in fondo a ciascuna voce dell’elenco (tra parentesi); riportiamo anche quei punti che il Genoa ha guadagnato quando poteva perderli per errori degli avversari o per meriti dei calciatori rossoblu.

  • 6° giornata: Genoa-Pescara apre il cerchio con la parata sulla linea di porta (non sanzionata) su colpo di testa di Ocampos da parte di Zampano, che poi nel secondo tempo servirà l’assist a Manaj per il gol del pari segnato col Genoa in 9 uomini: netto condizionamento del match da parte di Irrati. Considerato poi che l’episodio avviene nel primo tempo, sullo 0-0, avrebbe procurato rigore ed espulsione per il difensore abruzzese e consentito al Genoa di poter giocare 75′ in superiorità numerica, probabilmente in vantaggio di una rete. Essendo situazione non prevedibile, ci sbilanciamo dicendo che al Genoa spetterebbe quantomeno un ipotetico +2 in classifica (che non terremo in conto, ndr);
  • 8° giornata: Genoa-Empoli vede l’arbitro Pairetto espellere Lazovic alla mezz’ora del primo tempo e non fare lo stesso con Saponara, ristabilendo la parità numerica. Giusto parlare di condizionamento della gara, che il Genoa comunque affronterà con grinta senza però andare oltre lo 0-0;
  • 9° giornata: il derby Sampdoria-Genoa viene deciso da una sfortunata autorete di Izzo (+1);
  • 13° giornata: Lazio-Genoa viene pareggiata da Ocampos ad inizio secondo tempo, ma un rigore netto e maldestro di Orban su Anderson permette alla Lazio di raddoppiare, facendo 3-1 dopo un altro, erroneo disimpegno di Edenilson che rimpalla addosso a Wallace. A rivedere la partita, la Lazio avrebbe probabilmente fatto molta fatica ad avere la meglio su un Genoa in forma, perciò qui andremo a considerare questi due errori significativi per la perdita di almeno un punto (+1);
  • 15° giornata: al “Bentegodi” Birsa sbaglia un rigore (lo aveva procurato Munoz, ndr). Il Genoa potrebbe avere un punto in meno in classifica (-1);
  • 16° giornata: inizia “l’incubo calci piazzati”: Brozovic da solo e non marcato sblocca la gara di “San Siro” contro un Genoa spavaldo e molto più pericoloso. Genoa che entra in un vortice di buone prestazioni e zero punti che porterà di lì a dieci giornate all’esonero di Juric; non considereremo comunque questa partita come un deficit nella classifica rossoblu visto poi il 2-0 finale;
  • 17° giornata: Genoa-Palermo vede il fatale errore di Ntcham che assicura il contropiede rosanero e la rete del 3-4 di Trajkovski. Oltretutto si infortuna gravemente Veloso e Perin si fa espellere spingendo Nestorovski. Questa partita, tra errori del singolo e disattenzioni di reparto, ci sentiamo di farla valere come una vittoria gettata via (+3);
  • 19° giornata: Genoa-Roma porta con sé la seconda, immeritata autorete di Izzo (+1);
  • 20° giornata: Cofie ribatte su Joao Pedro e consente al Cagliari di portarsi sul pareggio, poi finirà 4-1 per gli isolani;
  • 21° giornata: doppio errore fotocopia su calcio piazzato calciato da Barberis: Genoa-Crotone finirà 2-2, rossoblu incapaci di gestire due volte la posizione di vantaggio. La recidiva nell’arco dei 90′ ci farà segnalare questa partita come la sola che, per errori di reparto, abbia più influito negativamente sulla classifica del Genoa (+2);
  • 22° giornata: Fiorentina-Genoa: Viola in vantaggio perché Munoz si abbassa su cross dalla destra di Ilicic. Lamanna incolpevole perché mandato fuori tempo. Errore di un singolo difensore, ma non ipotizzeremo che il Genoa potesse vincere anziché pareggiare;
  • 24° giornata: Hiljemark spazza a centro area un pallone conquistato dalla difesa rossoblu e regala a Zielinski la palla dell’1-0 per il Napoli. Sul 2-0 Burdisso perde in velocità Mertens. Da segnalare Lamanna in grande spolvero a chiudere per quasi un’ora di partita la porta rossoblu ed evitare un peggior passivo. Al netto di quanto appena detto, segnaliamo che forse, viste anche altre imprese come quelle di Palermo e Atalanta al “San Paolo”, il Genoa può recriminare almeno un punto (+1);
  • 25° giornata: Lamanna e Orban confezionano l’autorete che porta al vantaggio del Pescara. A nostro avviso, nessun punto perso visto poi l’epilogo, ma resta l’aggravante che un errore a inizio partita riduca in macerie l’autostima della truppa rossoblu, che esce poi dall’Adriatico con un passivo pesantissimo. Sarebbe inutile dire che sarebbe stata partita da cercare il bottino pieno;
  • 26° giornata: bella punizione di Viviani, ma sul palo di Lamanna. Per certi punti di vista un gol da potersi evitare, ma premiamo il gesto tecnico del calciatore del Bologna. Il fallo era stato procurato da Cataldi, che rincorse Dzemaili per trenta metri di campo prima di atterrarlo, con intelligenza, fuori dall’area e non dentro. Un punto per la prima di Mandorlini;
  • 27° giornata: Ntcham e Hiljemark regalano 3 punti d’oro al Genoa al “Castellani” di Empoli;
  • 28° giornata: sanguinoso passaggio in orizzontale di Ntcham che regala a Muriel la palla del vantaggio nel derby. Senza quell’errore, all’unanimità, il pareggio sarebbe stato il giusto risultato (+1);
  • 30° giornata: Gentiletti morbido in marcatura su Conti in occasione del vantaggio; Pinilla ingenuo nel farsi espellere sull’uno a zero a inizio ripresa. Atalanta dilagante al “Ferraris”, divario così netto da non poter considerare di aver perso punti per strada;
  • 31° giornata: disimpegno maldestro di Burdisso prima e Munoz poi in occasione del 2-0 di Zapata (Udinese, ndr). A inizio ripresa autorete di Rubinho;
  • 32° giornata: rigore procurato da Burdisso col braccio attaccato al corpo. Per Maresca è calcio di rigore. Burdisso poi disimpegna in allungo su un’offensiva biancoceleste al 90′, ma serve di fatto l’assist a Luis Alberto per il 2-2 finale. Gol della domenica a parte, ci sentiamo di considerare quel tipo di giocata come influente per la classifica del Genoa (+2), che avrebbe potuto condurre la partita in vantaggio sino al triplice fischio;
  • 33° giornata: autorete di Munoz allo Stadium nel revival dell’errore commesso al “Franchi”. Morbido anche il reparto di centrocampo nell’arginare la discesa da centometrista di Bonucci per il 4-0 finale;
  • 34° giornata: oltre al blackout nel secondo tempo contro il Chievo, definito “inspiegabile” da Juric, Simeone sbaglia un rigore (+1);
  • 35° giornata: Lamanna para un rigore decisivo a Candreva e assicura al Genoa bottino pieno (-2);
  • 36° giornata: croce e delizia rossoblu, Lamanna prima rinvia di pugno un’offensiva a centro area dei rosanero che sarebbe stata comoda da intercettare e pochi istanti dopo si fa autorete su colpo di testa di Rispoli. Il Genoa avrebbe potuto racimolare almeno un punto (+1).

Chiudendo dunque il cerchio, che evidentemente si accresce per dimensioni dopo la disfatta col Palermo, vero giro di boa della stagione rossoblu, facendo un rapido calcolo dei più e dei meno presenti nell’elenco, il Genoa potrebbe in questo momento avere una classifica ben diversa con 9/10 punti in più. Avrebbero significato una tranquilla salvezza, magari conquistata già tre o quattro settimane or sono?. Probabilmente sì, magari invece no. A voler comunque vedere questi segni matematici come i più classici dei “se” e dei “ma”, la storia non è possibile riscriverla: spetterà ai rossoblu scriverne una pagina decisiva domenica pomeriggio, nel tripudio del “Ferraris”, dove quest’anno in molti hanno avuto la sensazione di aver vissuto cinque o sei stagioni differenti in una sola. Attenzione massima: le banderillas allontanino le amnesie!