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Genoa, Papa Francesco incontra il passato mentre Burdisso ha già scelto il suo futuro

Per chi questa mattina ha deciso di muoversi per la città, impossibile sarà stato non rendersi conto del dispiegamento di forze che attendevano l’arrivo di Papa Francesco sotto la Lanterna. Una Lanterna che nel 1929 aveva illuminato la strada al padre dell’attuale pontefice, mentre sulla “Giulio Cesare” si apprestava a lasciare l’Italia per dirigersi oltre Oceano.

 

Che belle storie queste degli incroci tra Americhe ed Europa, che portano con sé parole e gesti che rimangono impressi nella storia, volente o nolente. Papa Bergoglio, dichiarato tifoso del San Lorenzo di Almagro, aveva incontrato sulla sua strada un pezzo di Genoa già quando nell’ottobre 2016, in occasione di una partita di beneficenza da lui stesso promossa, incontrò il capitano del Genoa, Nicolas Burdisso. Quel Burdisso per il quale oggi, nell’ultima conferenza stampa della stagione, Juric ha speso parole di congedo.

Mentre a Pegli si discuteva di Roma-Genoa, del Totti-day, delle probabili formazioni, davanti alla cattedrale di San Lorenzo attendevano l’arrivo del Pontefice e dentro all’ILVA di Cornigliano, dopo un incontro durato quasi un’ora, alle domande dei giornalisti sulla persuasività e forza delle parole di Papa Francesco rispondevano “Belin belino, speremmu“. Si parlava di futuro, di cosa significhi avere una dignità sul posto di lavoro ed essere tutelati. Era un primo assaggio di genovesità prima del pranzo a base di pesto targato Zeffirino.

Intanto, a Villa Rostan, Ivan Juric rispondeva alle domande su una partita eccessivamente incentrata sulla dipartita di un campione come Francesco Totti, prendendosi per l’appunto qualche licenza. “Se mi permettete, su Burdisso vorrei spendere due parole in più“.

Al di là di tutto quello che si è detto, anche riguardo il rapporto tra me e lui, Burdisso per me si è dimostrato un grande capitano. Un capitano che non ha mai mollato e che ha sempre dato tutto negli ultimi anni, con alcuni cali di prestazione che sono normali. Ora la decisione è quella di prendere un’altra strada. Mi spiace perché ha dato tanto, con me e anche con Gasperini, per i colori rossoblu”.

“Un’altra strada”. Cattiva, buona? Non lo sapremo mai, tuttavia il cammino sembra intrapreso. Sarebbe bene ricordarsi di ascoltarvi sopra De André, che di “cattive strade” ne ha messe nero su bianco moltissime. 

A dirla tutta, forse, si era scordato di quella missionaria che alcuni ragazzi, oggi, hanno chiesto al Santo Padre di descrivere. Descrivere cosa significhi essere missionari e donarsi agli altri. La risposta del Pontefice alla Madonna della Guardia è stata chiara e ha spiazzato anche il sottoscritto, che ascoltava attraverso il tubo catodico: “volete davvero saperlo o le vostre sono solo parole?“. Personalmente, a livello di cronaca, sarebbe bellissimo annotare in un’agenda questo genere di dichiarazioni dal momento che una spigliatezza così non la si percepisce tutti i giorni.

E nel cercare di spiegare che se non c’è amore, nulla può funzionare, Papa Francesco ha persino detto “che non ci sono fedeli buoni e fedeli cattivi, altrimenti si finisce per dare vita a una missione da catari“. E “cataro”, dal greco, è sinonimo di purezza e verità a tutti i costi. E se questa categorizzazione non la vuole neppure lui, patrono della Chiesa cattolica, espressione più alta di quella che le persone, da secoli, chiamano “fede”, allora sono davvero passati i tempi.

E la fede è valida tanto per la religione, quanto per il Genoa, che se non è religione, poco ci manca. Preso atto di ciò, soffermandosi ancora un attimo sulle parole che Juric questa mattina ha espresso di fronte alla stampa, è quasi evidente che chi, da decine di partite, la fede rossoblu cerca di difenderla trascinando tutti gli altri con una fascia da capitano al braccio – che qui, sotto la Lanterna, pesa quintali – sta per lasciare Genova e il Genoa. Se per altre mete o per appendere gli scarpini al chiodo, questo non si sa.

Nella giornata che riporta il Santo Padre, a 88 anni di distanza, in Liguria, arriva dunque anche la notizia di un connazionale, argentino, che all’Olimpico di Roma saluterà il suo ex capitano Francesco Totti, disputerà la sua ultima col Genoa e si appresterà a lasciare la Liguria al termine di una travagliata stagione sportiva. Coincidenze casuali, ma con molti punti di contatto, nel giorno del “sono soltanto parole?”. Forse solo un matto potrebbe trovare certe connessioni, ma non ne siamo così sicuri.

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