Finito il campionato, “chi rinuncia ai sogni è destinato a morire” (Jim Morrison). Emessi gli ultimi verdetti, che hanno così ravvivato una stagione che si rivelava piatta dentro l’Uovo di Pasqua e un po’ meno all’ultima giornata di campionato (meno male): Campione d’Italia la Juventus, con bianconeri e giallorossi direttamente in Champions; ai playoff il Napoli. In Europa League Atalanta e Lazio; ai preliminari il Milan. Retrocesse in B le tre squadre di Empoli, Palermo e Pescara.
Dopo 56 gare disputate in stagione fra campionato, Coppa Italia, finale di Supercoppa e Champions, dopo averne vinte 29 gare in campionato, 9 in Champions e 4 in Coppa nazionale, la Juventus si prepara all’ultima gara di sabato contro il Real Madrid che vale un “triplete”.
Dopo la Signora del calcio italiano, la vetrina del campionato è per l’Atalanta di Gasperini. Gasperini a Bergamo ha creato un cocktail straordinario dopo un avvio stentato affidandosi ai giovani e proponendo il G&G (gioco, gol, godimento) gasperiniano. Straordinario e meritato il quarto posto in classifica, un record per la Dea e per un tecnico non più illuminato dalla Lanterna.
La vetrina del girone di ritorno è invece del Crotone e dell’allenatore Nicola: 25 punti conquistati nel girone di ritorno dopo i 9 del girone di andata. Venti i punti ottenuti dai pitagorici nelle ultime 9 partite: 6 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta sul campo della Juventus. Numeri da Champions che non devono far gridare al miracolo perché arrivati attraverso partite impostate perfettamente con carattere, voglia e corsa. Impresa che dovrà essere ricordata da tutti i Presidenti e direttori sportivi per lungo tempo: si è visto applicato il “cholismo-nduja” da parte di un torinese. A questo punto, Gasperini e Nicola si giocheranno la panchina d’oro del campionato.
Dzeko vince la classifica cannonieri con 29 reti, ma Mertens che lo insegue ha dimostrato di essere l’attaccante più completo: nel repertorio del belga non solo gol ma anche assist e cross. Mertens centravanti anomalo che si aggiunge ai Totti, Del Piero, Di Natale, Platini, Maradona, intrusi del numero 9.
La Roma è arrivata seconda in classifica senza Totti. Spalletti fischiato in occasione del Totti day potrà raccontare nei libri di storia del calcio che ha vinto senza il detto che ha fatto famosi i suoi predecessori: “datemi il pallone e vi faccio vedere io” (Totti). Non ha tolto la responsabilità agli altri calciatori. Finite le lacrime per l’addio del Pupone a Roma si interrogheranno se non fosse stato messo davanti a tutto, annullando la qualità di altri calciatori. Del resto Totti da solo non è bastato e la Roma non ha vinto niente, escludendo lo scudetto del 2001.
Il capitolo Napoli è un po’ simile: con Sarri senza Higuain si sono visti record di gol, punti e spettacolo. Napoli a memoria, divertente, smodato, forte e oltre il tris degli attaccanti, il capitano Hamsik completa la storia del Ciuccio in questa stagione: 115 gol come Maradona. La Lazio si è invece persa nell’ultimo mese. Inzaghi prosciugato dalla Coppa Italia, già in vacanza contro il Crotone per le troppe assenze e per la mancanza di fiato nell’estate del sud. Il Milan perde a Cagliari, ma il futuro sorride a Montella: prossimo al rinnovo con i cinesi grazie al passaporto per l’Europa League.
Dal 7° posto al 10° in classifica: Inter, Fiorentina, Torino e Sampdoria hanno proceduto fra troppi alti e bassi. Il Biscione non striscia più e torna a farlo quando ormai è troppo tardi con l’ennesima rivoluzione cinese alle porte, e lo fa vincendo a San Siro dopo due mesi dal 7 a 1 all’Atalanta; a Firenze fanno invece un passo indietro i Della Valle confermando la proprietà e non accontentando la piazza che continua a rumoreggiare, rischiando di perdere contro il Pescara e concludendo il campionato in modo anonimo con Sousa già scappato dalle rive dell’Arno con un carico di rimpianti.
Il Torino strapazza l’Udinese che come il Bologna e il Cagliari si sveglia solo tra le mura amiche. Torna al gol Belotti, primo cannoniere italiano con 26 reti realizzate. La Samp di Giampaolo ha raggiunto l’obiettivo decimo posto per merito degli altri: Doria scomparsa con otto partite consecutive senza vincere. Il Cagliari finisce bene il campionato grazie al buon lavoro di Rastelli e Capozzucca che hanno dovuto lavorare con un calciomercato invernale deficitario: finisce undicesimo in classifica con due vittorie più della formazione blucerchiata e una più del Torino.
In fondo la tristezza della retrocessione è rappresenta dall’Empoli. Quattro mesi fa i toscani avevano 11 punti più del Crotone. Gli alibi delle assenze al “Barbera” non reggono. Vince il Palermo di Bortoluzzi imbattuto in casa con un pari e tre vittorie. Allontanati i sospetti sul paracadute, la retrocessione servirà di più ai toscani che hanno programmato campo nuovo entro il 2020. Del Pescara poco da dire: il fattore Zeman si è visto una sola volta contro il Genoa.
Fuori dalla serie A: L’under 20 al Mondiale in estremo oriente è dipinta di juventino sui media nazionali, ma si compone di un terzo di ragazzi provenienti dalla Cantera del Vecchio Balordo con regia, assist e gol: Mandragora, Ghiglione e Panico.
Processo della giustizia sportiva alla Juventus e al Presidente Agnelli spostato a settembre per salvare la gara di sabato di Cardiff. Chieste dure condanne per gli ultras. Una vergogna considerato il processo fatto a Izzo in pieno svolgimento di campionato e con la squadra che si giocava la retrocessione. Tavecchio sorprende sempre quando rilascia dichiarazioni: “una scelta di buon senso” dal momento che “andare a giocare la finale con un provvedimento diverso sarebbe stata una situazione particolare“.
Veniamo al capitolo Genoa. Prendere spunto dalla grande lezione di Bergoglio di sabato scorso. Il Genoa sul finale del campionato ha trovato il gioco di Juric. Adesso bisognerà capire – più che trovare – perché è stato impresentabile nel girone di ritorno. Sarò noioso, ma il Vecchio Balordo ha patito troppo l’infortunio di Veloso più che il calciomercato invernale. La direzione d’orchestra rientrata con il ritorno del Pirata e del portoghese non è mai mancata.
Al momento bisogna godersi il primo gol di Pellegri in Serie A che per 4 giorni non supera in classifica Gianni Rivera, il quale realizzò la sua prima rete con l’Alessandria a 16 anni, 2 mesi e 7 giorni. Pietro a 16 anni, 2 mesi e 11 giorni. Amadei in testa alla classifica dei gol più giovani con 15 anni, 9 mesi e 14 giorni, con la maglia della Roma.
La prima idea di Juric alla fine di Roma-Genoa quella di ripartire e costruire il Genoa della prossima stagione. Per riuscire nei risultati dovrà avere il giusto sostegno e prima dei calciatori ci vorrà un‘asse forte come quello visto fino a dicembre – e poi chissà come mai sparito. Servirà un’asse forte tra campo, proprietà e dirigenza a tutti i livelli per non delegittimare dall’interno il lavoro fatto sul campo.
In tema di mercato, entro domani bisogna riscattare Ntcham dal Manchester City. Tre milioni di euro la cifra. Occasione da non perdere per chi vede calcio. Buon lavoro! La lezione del girone di ritorno dell’attuale stagione dovrà contare per qualcosa; se non sarà messa a frutto , allora non possiamo altro che temere il peggio. Non sarebbe però né onesto né ammissibile, considerato che dalle ultime gare i calciatori genoani non sono stati impadroniti di una mesta broccaggine.