Nessuna sorpresa al netto delle amine del calcio italiano: erano più riposati, il tecnico delle Furie Rosse ha fatto il turnover la gara precedente, anche Di Biagio lo ha fatto contro i cechi ed è stato un disastro. Le assenze per squalifica di Conti e Berardi e la benzina finita dopo 45’, balle anche il rosso a Gagliardini arrivato dopo essere stati 10’ in balia di una Spagna che nel primo tempo era stata calma, tranquilla a fare sfogare gli Azzurri.
I giovani che militano nella Liga non sbagliano un colpo, sono dei fenomeni come gli anziani e l’Italia non solo con le Nazionali ha fatto sempre fatica a fronteggiarli e soprattutto vincere.
Spagna e Italia erano considerate le favorite all’inizio dell’Europeo polacco. La Spagna ci è arrivata tramite il gioco ed i gol senza nessun inciampo ed intoppo, con un percorso netto dominando il girone B: 9 reti realizzate e solamente una incassata.
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L’Italia di Di Biagio ha dovuto invece strappare il pass per proseguire con fatica, visti non solo i risultati contro Danimarca, Repubblica Ceca e il miracolo contro la Germania arrivato per altre strade e non sul terreno di gioco.
La differenza tra Spagna e Italia si è vista subito dalla prima giornata, con gli spagnoli bravi non solo nelle individualità con una base di calcio organizzato e spietato, un menù calcistico di intuizioni brillanti, possesso pallone e velocità d’esecuzione, mentre l’Italia – per colpa di tutti quelli che girano intorno al pianeta calcio nostrano – è stata un’illusione: illusione far passare una partita di calcio come la salsa fa passare il pesce.
Mister Di Biagio si è disorientato nelle partite precedenti ed anche contro la Spagna ha voluto fare un timoroso biscazziere da compitino azzardando le proprie chips, patatine calcistiche, cercando di giocarsi tutto in un solo colpo quasi senza limiti giocando alla pari strategicamente contro Assensio e compagnia attraverso un 4 3 3 utopico, ambizioso con un centravanti statico che solo Gasperini con il suo gioco ha portato come tanti altri bomber agli onori della cronaca, perdendo però la partita nel cuore del gioco. Non tanto per le marcature, perché venivano regolarmente saltate con dei dribbling che creavano superiorità, piuttosto perché gli esterni d’attacco azzurri difficilmente riuscivano a fare la diagonale per raddoppiare i compagni di centrocampo, con la paura dei difensori di rimanere 1vs1 contro gli attaccanti di Real Madrid e Barcellona: la foto di tutto restano le tre reti incassate. Difficile dire, contro una squadra così forte tecnicamente, se con l’innesto di un altro centravanti falso o centrocampista Di Biagio avrebbe potuto fare risultato, con obiettivo primario andare alla lotteria dei rigori. Il centrocampo azzurro era ai limiti dell’autorevole ma non ha preso il pallino del gioco e della manovra anche contro gli avversari precedenti: tutte le squadre perdono nel mare magnum del gioco.
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Parlare dei singoli e fare pagelle non serve. Solo Donnarumma va citato perché non ha fatto capire a nessuno chi, tra lui e Raiola, sia l’asso nella manica dell’altro: gol fasulli che mettono in dubbio anche la vista del giovanotto, come successe a Zoff in competizioni internazionali all’ età di 40 anni.
In Spagna – Italia Under 21 c’erano in campo, stillati da Transfermarkt, gli undici più costosi del prossimo calciomercato europeo: 5 per la Spagna, 5 per l’Italia ed uno solo portoghese. Negli spagnoli brilla Saul, scuola Cholismo, che si è visto non solo per essersi portato a casa il pallone delle tre reti. Anche i suoi compagni, in particolare a centrocampo, si sono visti; i nostri, eccetto qualche preziosismo di Bernardeschi, non hanno confermato il fatto che in campo – secondo le stime e valutazioni sui quotidiani sportivi nazionali e dei siti specializzati in calciomercato – giocassero più di 150 milioni di euro.