Inizia la stagione 2017/2018 del Genoa. Non sono in ritardo perché si sono visti ieri sera come programmato e da oggi inizieranno i test atletici. “La meta è partire” recita il titolo: infatti oggi pomeriggio alle ore 18, a porte aperte, i rossoblu si ritroveranno con le idee chiare e con un elaborato confronto tra Juric e lo staff per ripassare il bene e il male della scorsa stagione. Senza alibi.
Juric non è tipo da sgomitare o alzare la voce per farsi notare e il suo silenzio, così come quello di Preziosi, è positivo perché non dovrebbe far presagire pessimismo sul futuro del Vecchio Balordo, non solo sul terreno di gioco.
Ha nuovamente accettato l’incarico e farà l’unica cosa che conta nell’ambiente del calcio: andrà in campo e si metterà a lavorare. Lo scorso anno i risultati non sono arrivati e la lezione sarà servita, malgrado le assenze importanti – più che il calciomercato invernale – abbiano influito sul girone di ritorno al cardiopalma dei rossoblu.
Juric chiederà ai ragazzi di giocare da squadra, e questo non è così scontato: tutti devono correre, tutti si devono aiutare, tutti collaborare e tutti, soprattutto come si era visto nel girone di andata passato, devono ascoltare le indicazioni del croato applicando le lezioni tecnico-tattiche.
Un lavoro perfetto lo scorso anno che Ivan aveva ideato, progettato e seguito con pazienza certosina con allenamenti specifici e intensi. Al primo rovescio è stato messo in discussione e le inevitabili polemiche sono subito arrivate. Questa è stata un’altra lezione per Juric che conoscendo bene l’ambiente già a Bardonecchia ripeteva ogni giorno o quasi: “tutto bene, per adesso arrivano i risultati ma vediamo cosa succede alle prime sconfitte”.
A leggerla contro luce la storia di Juric dello scorso anno vede la stagione che sta per iniziare come una rivincita racchiudendo nel suo lavoro coraggio, conoscenze tecniche, tattiche e grinta. Sta cercando la squadra e spera di essere accontentato con calciatori che siano in grado adeguarsi alle caratteristiche del suo gioco e giocatori ai quali non bisogna far fare il contrario di quello che sappiano fare, altrimenti come tanti altri suoi colleghi dovrà alzare bandiera bianca quando si renderà conto che manca la materia prima.
Juric da calciatore e da allenatore non è mai stato presuntuoso e se riuscirà trasmettere alla squadra la sua concretezza vissuta in tanti campi da gioco, l’anno che sta per partire, al netto degli imprevisti, potrebbe dare soddisfazioni anche a quelli più scettici tra i tifosi rossoblu.
Già da oggi bisogna creare un gruppo che racchiuda tante variabili a livello di etnia, età, personalità e valori. A Pegli c’è bisogno, oltre che dei calciatori forti, di gente con un senso di appartenenza. E servirà chiarezza nell’assemblare il gruppo al fine di non dividersi le colpe nel futuro.
Juric creerà la solidarietà attraverso il lavoro ma tutti dovranno dare il giusto sostegno. Solamente un asse forte tra campo e società può non delegittimare il lavoro del tecnico e del suo staff. Anche se il Vecchio Balordo sembra la sala di aspetto di un porto più che di un aeroporto internazionale, tutto un partire e arrivare, serve creare subito un’identità.
Puntare sui giovani per il calcio italiano non è più una scommessa ma una necessità. Juric lo ha capito e può fare scuola nel prossimo campionato sgrezzando i giovani a disposizione con enormi margini di miglioramento.
Buon calcio vecchio Balordo! Buona stagione 2017/2018!