Partiamo da lontano, Rubinho. È il primo dicembre 2006 e in Serie B il Genoa fa gli onori di casa alla Juventus. Segnerà Juric. Che ricordi ha di quella partita?
È una partita veramente sentita e importante. Mi ricordo della tangenziale, della strada dall’albergo allo stadio: avevamo preso un traffico incredibile. Mi ricordo lo stadio strapieno e un’atmosfera veramente stupenda. Storicamente è sempre una partita bella, in cui si gioca e si segna. Credo che sarà sempre così essendo una partita sempre bella da giocare.
Qualche curiosità da altri scontri diretti tra Genoa e Juventus, magari da quel fatidico 3-2 all’ultimo minuto di Palladino, nel 2009?
Mi ricordo che è stata una partita veramente bella, perché se non ricordo male abbiamo fatto uno zero, poi loro uno a uno, poi ancora due a uno e nuovamente pareggio. Mi ricordo del tiro di Iaquinta che stavo per parare, ma poi Ferrari lo deviò e andò in rete. Anche lì fu una partita con grandi emozioni.
Venendo al presente: ne è uscito da poco, ma questo Genoa dove può arrivare secondo lei?
Penso che questa stagione per forza dovrà essere diversa dall’anno scorso, quando è stata rose e fiori fino a dicembre, dopo è stato un terrore. Credo che se si è imparato dagli errori dell’anno scorso, credo che Juric e tutto il suo staff ne faranno tesoro. A quel punto sarà una stagione con grandi soddisfazioni per il Genoa.
Secondo te, anche alla luce del calciomercato e delle prime uscite ufficiali, cosa può essere cambiato in questa Juventus? Pregi e difetti?
Il calcio è bello proprio per questo: perché non sempre la più forte o la più grande vince. È accaduto poco tempo fa in Supercoppa con la sconfitta subita per mano della Lazio. Ugualmente è accaduto nell’ultima, strana finale di Champions, poi persa. Nel calcio penso che sia normale il vincere e il perdere: non è per questo che si giudica se una squadra sta bene o male. Se dobbiamo vedere tutti gli ultimi anni della Juventus non c’è niente da dire e già nell’ultima gara col Cagliari si è fatto vedere che le sconfitte in amichevole o in Supercoppa sono state solamente un caso. Continuo a credere che la Juventus resti la più forte in Italia e che lo resterà per altri anni.
Un’ultima domanda. Hai conosciuto Perin da vicino la scorsa stagione, malgrado l’infortunio. Che capitano sarà per la squadra rossoblu un portiere cresciuto a pane e Genoa?
Sarà un bel segnale per tutti. Un segnale che il Genoa valorizza i suoi giovani, chi ha prodotto in casa propria e chi si merita di poter mettere una fascia al braccio. Sarà soprattutto un buon segnale per lo stesso Perin: gli ultimi due anni ha avuto sempre brutti infortuni ma avere la fascia di capitano è un segno che tutti sono tornati a puntare su di lui.