Pronti ad essere smentiti dal campo, abbiamo cercato di analizzare il mercato delle venti formazioni di Serie A proponendo anche il saldo tra spese ed entrate, che troverete in fondo all’articolo. Il campo sarà l’unico giudice capace di mettere nero su bianco i valori delle singole rose: per adesso abbiamo cercato di trovare pregi e difetti in ogni squadra, sapendo che quello appena iniziato potrebbe essere uno dei campionati più equilibrati degli ultimi anni.
ATALANTA – Chi è partito è stato rimpiazzato, per lo più con prospetti che non hanno mai conosciuto il calcio italiano. Da Gosens a Palomino, da Cornelius a Castagne: ora spetterà a Gasperini ricomporre i cocci di un calciomercato che ha portato ad incassare una cifra enorme e reinvestirla prima sul rinnovo contrattuale di Gomez e sull’acquisizione dello stadio di proprietà, poi sulla costruzione di una formazione capace di giocare sul doppio fronte campionato/Europa. Le prime due giornate sono valse zero punti: un gioco c’è ma servirà mandarlo a memoria. Da risolvere anche la spinosa querelle Spinazzola.
BENEVENTO – La riconferma dell’ossatura dell’anno scorso il punto di partenza, coronato da una lunga serie di rinforzi. Nelle ultime 48 ore sono arrivati Armenteros, Parigini, Antei e Iemmello per rinforzare tutti i reparti, questo perché le prime giornate hanno raccontato di un campionato tutt’altro che semplice da affrontare. Formazione che potrà infastidire, specialmente quando giocherà nella bolgia del “Vigorito”, sfruttando anche l’esperienza di giocatori che conoscono già la Serie A: Costa, Cataldi, Letizia, Memushaj e l’acquisto dell’ultimo minuto Laazar.
BOLOGNA – Rinforzata la difesa e giocata la carta Palacio, la squadra di Donadoni è partita forte collezionando 4 punti e aspettando un centrocampista centrale in più – oltre Poli – che non è arrivato. Donadoni ripartirà da alcune certezze e da un reparto offensivo molto giovane con Verdi, Krejci e Destro, dovendo fare tuttavia i conti con una piazza che già da un paio d’anni si attendeva di lottare per qualcosa più della salvezza. Scongiurata una falsa partenza, ora serve riaccendere la fiducia della tifoseria. Buone notizie arrivate da Donsah, eterno partente, e dalla permanenza del tanto corteggiato Masina.
CAGLIARI – Giulini ha spiegato di aver voluto costruire la squadra intorno a Cigarini, in cerca di riscatto dopo una travagliata stagione in Liguria. Borriello, eroe della passata stagione, si è accasato alla Spal: il rossoblu lo ha ritrovato però Pavoletti. Van Der Wiel il grande colpo, Sau e Barella le grandi riconferme. Per Rastelli sarà la stagione della conferma definitiva con un grande monito personale: subire meno reti dell’anno scorso (76, ndr), anche se il solo acquisto di Andreolli come centrale non ha dato fino adesso il sentore di una maggiore solidità.
CHIEVO – Partenze eccellenti: nessuna. Arrivi capaci di mutare gli equilibri di una formazione che cambia pochissimo da anni: almeno un paio. Tanti profili pescati dalla cadetteria, come Garritano; tanti altri pescati all’estero, come l’italo-tedesco Gaudino o il centravanti Stepinski. Pucciarelli e Tomovic i nomi che già conoscevano la Serie A. I mussi volanti resteranno la solita mina vagante del campionato, capace di alternare momenti di grande brillantezza ad altri di nebbia e scarsa concretezza. Unica cessione eccellente quella di Inglese al Napoli, malgrado l’attaccante resti in prestito ancora un anno in gialloblu.
CROTONE – Perduti pezzi importanti, arrivati sostituti che dovranno dimostrare di valere abbastanza per la categoria. Romero e Mandragora due profili “rubati” al Genoa per il centrocampo di Nicola, orfano di Crisetig: saranno osservati speciali. Davanti il ritorno di Budimir servirà a non far rimpiangere Falcinelli. Anche in questo caso gli squali faranno valere il fattore casa, per ora valso un solo punto in due giornate, che li renderà clienti difficili per la lotta salvezza. Si attesta, secondo Transfermarkt, come la 37esima squadra italiana per spese fatte in sede di mercato (850mila euro, ndr), la meno facoltosa della Serie A.
FIORENTINA – Sapeva a cosa sarebbe andato incontro Pioli a inizio estate? Probabilmente sì. Forse però non in questa misura. La Viola è un cantiere aperto. Un cantiere che ha raggranellato 84 milioni di euro e ne ha spesi quasi 69, sgrezzato da Corvino privandosi a malincuore di Bernardeschi, Kalinic, Tatarusanu, Vecino e Borja Valero (oltre che dello svincolato Gonzalo Rodriguez accasatosi al San Lorenzo, ndr). Pioli dovrà ripartire dagli zero punti di inizio stagione, assestando la difesa e trovando l’equilibrio giusto tra i reparti, nuovi per interpreti e idea di gioco. L’ultimo giorno di mercato ha regalato Thereau e Lo Faso, ma l’impressione è che manchi un leader alla formazione toscana, ad ogni modo da non sottovalutare.
GENOA – Ad oggi il capitolo mediano resta irrisolto, anche se il campo potrebbe raccontare che forse non era così strettamente necessario. Dubbi a parte, serviranno altre partite che esulino dal test quasi proibitivo con la Juventus per dare una valutazione più obbiettiva. Per le restanti valutazioni, esclusivamente per non ripeterci, rimandiamo all’editoriale di questa mattina (clicca qui). Si evidenzi come la società rossoblu sia la 14esima in Italia per spese sul calciomercato, attestatesi intorno a poco meno di 15 milioni di euro.
JUVENTUS – Ormai il trend è di perdere un big all’anno e di sostituirlo con nomi che, accolti con qualche scetticismo, regalano poi le consuete soddisfazioni alla squadra bianconera. Marotta e compagnia hanno portato avanti una campagna acquisti senza dubbio più cauta, meno esplosiva e non più giocata sull’anticipo: alla fine però sono arrivati profili come Bernardeschi, De Sciglio, Matuidi, Höwedes, Douglas Costa. Tutti inseriti su una pianta che già l’anno scorso era stata nettamente migliorata. Si parla ancora – e non a torto – della favorita per la vittoria finale, anche se la concorrenza quest’anno è spietata e ogni singolo dettaglio tattico e tecnico diventerà imprescindibile. Farà un po’ sorridere, ma questo sarà l’anno della definitiva consacrazione per la Juventus e Allegri: vincesse anche questo tricolore, con il mercato monster rossonero e la indelebile idea di gioco del Napoli sarriano, avremmo davvero margini per vedere vincere qualche altro blasone del campionato?
INTER – Il grosso enigma è la difesa dell’Inter, che in due mesi e mezzo di mercato non è stata capace di liberarsi di Ranocchia e sostituirlo con un profilo di maggior peso. Un Sabatini poco brillante quest’estate, per sua stessa ammissione, ha comunque confezionato a Spalletti una squadra che ragiona col pallone tra i piedi e arriva con costanza dalle parti di Icardi, l’uomo che l’Inter dovrà tenere nella naftalina vista l’assenza di un’altra, vera prima punta alle sue spalle e con le sue caratteristiche. La vera alternativa sembra essere Eder. La società nerazzurra ha comunque in Luciano Spalletti il migliore acquisto estivo, che salvo incidenti di percorso sarà un valore aggiunto anche nei momenti di difficoltà dello spogliatoio.
LAZIO – Solo partenze annunciate e sofferte il giusto in casa biancoceleste. Via Biglia e Keita, dentro profili da scoprire (Marusic, ndr) o già ampiamente affermati, come Nani e Lucas Leiva. Anche in casa Lotito e Tare la vera operazione mancata resterà quella di un centrale difensivo capace di giocare a sinistra per dare respiro a Radu: il campionato dirà se questa assenza sarà più pesante del previsto. Trattenuto Milinkovic-Savic e smaltiti gli esuberi, Inzaghi parte per il doppio fronte bellico Europa-campionato. Obiettivo? Continuare a infastidire le grandi, a qualsiasi latitudine.
MILAN – Sui rossoneri si finirebbe per ripetersi: sin da giugno si era capito che Fassone e Mirabelli avrebbero fatto sul serio. Alla fine i numeri parlano chiaro: 228 milioni di spese, 58 incassati, fair play finanziario rivisto con la UEFA e al vaglio, salvo nuove deroghe, nel prossimo mese di ottobre. Il parco giocatori si è allargato notevolmente e Montella, tra tutti gli allenatori delle big, sarà quello con meno alibi. Il tecnico campano lo ha capito già contro il Cagliari, vicino a strappare un pareggio “San Siro” alla seconda giornata: ci è voluto Suso a togliere le castagne dal fuoco. Mix tra giovani, vecchio e nuovo: per la lotta scudetto è tornato anche il Diavolo.
NAPOLI – Al “San Paolo” l’entusiasmo si accende soprattutto coi grandi nomi: in tal senso, questa estate non ha regalato sussulti incredibili. In difesa è stato fatto poco salvo inserire Mario Rui, vecchio pallino di Sarri dai tempi di Empoli. Ounas il colpo da novanta, Inglese quello per il futuro, col riscatto di Maksimovic dal Torino (20 milioni, ndr) poco considerato malgrado il suo impatto sulle casse societarie partenopee. Che sia lui il difensore di peso che al Napoli rischia di mancare? Parola al campo: vero che si riparte da un’idea di gioco conosciuta ormai da tutti e sempre imprevedibile, mandata ormai a memoria da tutto l’undici titolare. Sarà questa l’arma in più di Maurizio Sarri.
ROMA – Salah rimpiazzato da Schick, Rudiger dal sombrero Moreno. Le vere falle da tappare sarebbero state quelle e Monchi è stato capace di chiuderle. La Roma ripartirà giocando per qualcosa che non sia inferiore al secondo tempo della passata stagione e vivrà di costanti voci di riconferma rispetto al campionato scorso, con la pressione sulla squadra giallorossa che dovrà essere gestita al meglio, anche mediaticamente, da Eusebio Di Francesco. Prima stagione senza il talismano Totti, che da team manager potrà comunque dare un supporto decisivo fuori dal campo. La Roma sarà una delle poche squadre a non aver alterato, assieme a Sampdoria e Sassuolo, il proprio centrocampo: nel calcio moderno sappiamo quanto sia una zona di campo dove tempi e movimenti diventano fondamentali per dare equilibrio all’intera squadra. Dettaglio da non sottovalutare.
SAMPDORIA – Lo si è detto poco sopra: Giampaolo ha ottenuto la permanenza di Torreira, motore del centrocampo, e potrà godersi ancora anche Linetty e Barreto. I blucerchiati hanno venduto tanto e comprato bene finendo con un attivo di oltre 20 milioni di euro: lecito aspettarsi una stagione tranquilla, magari giocata per battagliare per qualcosa di più del centro classifica. Zapata e Strinic i botti di fine mercato per sostituire Schick e supportare Quagliarella e Murru, quest’ultimo uscito un po’ dalle graduatorie di Giampaolo, che adesso dovrà capire se preferirgli Regini o Strinic. Da mettere in evidenza anche la nuova scommessa Kownacki e l’attesa nel vedere l’apporto che potranno dare Ramirez e Praet.
SASSUOLO – Unica squadra ad aver affidato la panchina a un allenatore proveniente dalla Serie B, fatta eccezione per le formazioni che dalla cadetteria sono salite in A, che hanno confermato le loro guide tecniche. Per sognare in grande poteva servire ancora qualcosa, ma il rinnovo di Berardi, l’ingresso di Goldaniga e la certezza di poter vedere crescere ed esplodere i giovani acquistati negli ultimi due anni sono passaggi che portano a pensare che i neroverdi potranno non patire una stagione come quella passata, avendo comunque cambiato davvero pochissimo. Bucchi dovrà intanto capire come ripartire dopo il sonoro KO contro il Torino, come valorizzare al meglio il tandem offensivo Falcinelli-Matri e in quale modo non fare rimpiangere Pellegrini e Defrel.
SPAL – Tra le neo promosse quella ad aver ragionato maggiormente per allestire una formazione dura da affrontare anche in Serie A. La squadra ferrarese ha di fatto rinnovato per intero il centrocampo, rivoltato l’attacco con Borriello e Paloschi e circondato l’esordiente difensore Vicari con Felipe e Oikonomou. Dall’estero sono arrivati Konatè e Vaisanen che hanno già fatto parlare bene di loro: l’impressione è che possa mancare ancora qualcosa in difesa, anche se l’impatto col massimo campionato – complice un super Gomis – ha finora detto che non è così.
UDINESE – La confusione ha regnato sovrana per gran parte dell’estate: i friulani hanno visto partire tante bandiere, come Badu, e hanno pescato dall’estero, come consuetudine, senza però mai dare l’idea di voler alzare un’asticella rimasta bassa per troppe stagioni. Perso anche Thereau, a segno in entrambe le gare d’esordio friulane, è arrivato Maxi Lopez a fare reparto con Lasagna e Perica. Proprio lo spilungone croato avrà quest’anno maggiore spazio e Del Neri sa di poterlo sfruttare facendolo diventare il punto di riferimento dell’attacco, ma servirà affiatamento tra squadra e ambiente. Un’alchimia che ad oggi ancora non c’è e che potrebbe alterare gli equilibri della stagione bianconera: al ritorno in campo troverà sulla propria strada il Genoa.
VERONA – Pecchia di esperienza ne ha, oltre ad avere anche la battuta pronta e la capacità di gestire le situazioni in campo e fuori. Da lui è voluto ripartire il Verona fin dall’anno scorso e quest’anno, il primo da allenatore – e non da vice – in Italia, dovrà portare i gialloblu alla salvezza. Gli scaligeri hanno un attacco esperto con Pazzini e Cerci, ma in mezzo al campo si è avuta fin da subito la sensazione che qualcosa in più si sarebbe potuto fare. Bessa la potenziale sorpresa, Romulo il trascinatore e talismano: ma per mantenere la categoria ci sarà da lottare sino alla fine.