Partiamo dal secondo titolo: perde Genova. Pioggia caduta incessantemente su Udine per 15 ore, terreno in ottime condizioni ad inizio partita. Teloni tolti prima dell’inizio del riscaldamento delle squadre. Teloni automatici senza fatica di uomini incassati dietro una porta.
Gli allarmi rossi a Genova in una stagione non dovrebbero essere molti: allarmi giusti, per carità, perché se il Dacia Arena è una cattedrale nel deserto, al Ferraris passa vicino il Bisagno, che basterebbe anche ripulire di erbacce e altro per dare meno ansie agli amministratori politici della città in occasione di altre piogge. A Marassi ad ogni modo occorrono i teloni. D’obbligo informarsi sull’opportunità di una nuova tecnologia veloce per metterli e levarli.
Udinese-Genoa già ad inizio gara non prometteva molto. L’Udinese non vinceva in casa dal 22 aprile scorso, alla 14° giornata, contro il Cagliari, mentre il Genoa in trasferta aveva vinto una sola gara delle ultime 17 gare (marzo scorso ad Empoli, ndr), il tutto completato da tre pareggi e 13 sconfitte.
Preoccupazione nel mondo Genoa con ritorno allo scorso campionato con poco gioco, tattica e scelte che faranno scattare un processo a Juric. Un processo che, per adesso, non sarà da parte della società.
Dal risultato finale bisogna estrapolare anche la sfiga per l’incidente a Lapadula, il VAR, il primo rosso televisivo per Bertolacci, la botta a Biraschi, l’impossibilità di un adeguato utilizzo dei cambi da parte del tecnico genoano.
Gioco mancato anche con Bertolacci in campo 11 contro 11. Solo 10’ di Genoa ad inizio gara a controbattere ai friulani. Delneri cambia subito strategia tattica, passa al 4-4-2 abbassando De Paul e lasciando Maxi Lopez a combattere con Rossettini che non ha fatto ripartire una volta l’azione da dietro. Occupa, si prende le corsie laterali e dà scacco matto al 3-4-3 di Juric nel cuore del gioco. Genoa in apnea anche se le zebre dell’est non impensierivano Perin, autore di un solo decisivo intervento.
Tattica non giusta per affrontare il centrocampo muscolare friulano. Problema affrontato da Juric in conferenza stampa al sabato precedente dichiarando: “L’Udinese ha tanta forza fisica e velocità, è incisiva sui calci piazzati” . In questa ottica si potrebbe spiegare la tattica di Juric con il centrocampo di palleggiatori?
La speranza che si confermassero le gare con Sassuolo e Juventus è svanita dopo 10’ di gioco: la mentalità delle prime due gare era rimasta dentro gli spogliatoi.
Anche senza Thereau, nessun dramma a Udine. A domanda sulla strategia tattica dell’Udinese senza il fantasista, Delneri da saggio ha risposto: “non contano i moduli ma i calciatori giusti al posto giusto”. Il friulano ha anche asserito: “Maxi Lopez potrebbe essere più utile di Thereau per il gioco di squadra e non può dipendere solamente dalla prima punta il gioco ma anche da chi gli giocherà vicino”. Tutto confermato da Lasagna, spina veloce nella statica difesa genoana. Scelte non azzeccate da parte di Juric, con Pandev dal primo minuto spremuto dalla Macedonia con più di 180’ di gioco e anche Laxalt ancora con il fuso orario nella testa e nelle gambe. Non azzeccata neppure la scelta di Bertolacci ai box infermeria fino a giovedì scorso.
Juric ha capito la giornata no di Pandev e Bertolacci, probabilmente avrebbe cambiato ad inizio ripresa senza gli avvenimenti di Lapadula e Bertolacci: tutto confermato nella conferenza stampa finale.
In 10 contro 11 il Genoa ha incominciato a giocare . Il 4-4-1 con Omeonga, senza Bertolacci e Pandev, ha messo alle corde il 4-4-2 di Delneri che se prima aveva azzeccato le mosse non è stato in grado di controbattere inserendo un esterno per un difensore in modo tale da allargare il gioco. Solo un brivido per Perin, nessuno per Scuffet. Sfiga nella sfiga l’incidente a Biraschi: Juric stava per fare entrare Centurion, invece ha dovuto rimediare con Rosi al posto del difensore.
Tutto ha mostrato un altro Taarabt in 10 contro 10, più mobile e pronto a giocare davanti ai 16 metri avversari per cercare il gol con gli unici tiri genoani verso la porta avversaria, non spremendosi con rincorse a vuoto.
Juric in conferenza stampa è stato amaro affermando che in tutte le sconfitte del Genoa con il centrocampo a due ci saranno polemiche per il mancato utilizzo di un mediano con più mentalità e “cazzimma”. Juric farà riflessioni L’idea del 3-4-3 è intrigante ed è accolta con piacere quando la squadra gioca e fa risultati. Ma non può giocare un 3-4-3 quando è composto da belle statuine. Contro l’Udinese solo muscolare non poteva permetterselo. Contro i friulani la squadra in alcuni frangenti appariva spezzata in due, anzi in tre. Difesa isolata e in difficoltà in campo largo, due mediani aggrediti e sempre in inferiorità e con i tre davanti che, seppur non troppo mobili, apparivano sempre pronti a muoversi negli spazi e tra le linee senza mai essere serviti in profondità e con precisione. Genoa nervoso e spaventato: il fallo gratuito di Bertolacci ne è stata la conseguenza.
Dispiace commentare in tal modo la prestazione del Genoa, piacerebbe sempre esprimersi in altro modo dicendo “belin che Genoa” . Facendo i cronisti non possiamo che riportare – può darsi sbagliando – quello vediamo dall’alto della Tribuna e non davanti a una televisione. Ad ogni modo peccato per la sconfitta. Il Vecchio Balordo in parità numerica (10 contro 10, ndr) ha dimostrato di saper reagire e per gli ultimi 10’ più recupero avrebbe meritato il pareggio. Troppo poco comunque dopo 99’ di gioco.
Il VAR piace a tutti: a me no! Non giusto il rosso dato a Bertolacci con 4’ di ritardo. Se il direttore di gara avesse visto il fallo davanti a lui a velocità di gara oltre il calcio di punizione diretto avrebbe tirato fuori il giallo. Alla moviola rallentato è da rosso. Il VAR non è equo, decide solo in area di rigore e sulle massime punizioni.
Maresca difforme nell’applicare il regolamento, motivo per cui se e deduce che il VAR non è uniforme. Non può, ad esempio, dare il fallo di mano e la punizione da cui nasce il gol dell’Udinese. Il napoletano ha dato il fallo e le belle statuine rossoblu hanno permesso a due calciatori friulani di battere a rete per ben due volte al volo indisturbati dentro i 16 metri.
Perché il VAR, perché Banti non hanno segnalato che il fallo di mano di Veloso dopo il ping pong da vicino con De Paul, col pallone schizzato su una gamba e dopo sul braccio, era involontario?
Maresca, il pompiere di Napoli, insufficiente disciplinarmente. Non punire con un altro giallo Behrami per “vigoria sproporzionata” su Biraschi, come dice il regolamento, oltretutto con il 4° uomo a due passi, non lo qualifica da giudice di qualsiasi natura, non solo di una partita di calcio, così come non etichetta il VAR come strumento giusto anche senza il controllo della sceneggiata TV, rammentando via auricolare l’errore.
Il Genoa giocando non 10’ minuti ma 25’ minuti in parità numerica avrebbe potuto anche rimediare il risultato e dopo leccarsi le ferite davanti ai video del Pio Signorini, non facendo vedere nero il futuro prossimo non solo ai 517 presenti al Dacia Stadium, incazzati e bagnati sulla via del ritorno.