Il calcio per quanto riguarda il regolamento è cambiato: le aree di rigore sono in mano ai Robot-VAR.
In queste prime giornate di campionato a distinguere le squadre vincenti è stata la certezza di una idea di base trovata o da cercare anche alla svelta.
Sono i risultati che fanno fare i cambi tattici agli allenatori. Mourinho nel 2010 per portare l’ultima Champions in Italia dopo una sconfitta e brutta prestazione in casa del Catania, dove tutti gridarono clamoroso al “Cibali”, giocando al mercoledì’ successivo in casa del Chelsea cambiò giocando con il 4 2 3 1. Per avere la conferma basta chiedere a Pandev, che fece la sua migliore stagione in Italia con Eto’o sugli esterni e Sneijder alle spalle di Diego Milito. Stessa operazione di Allegri, passare al 4 2 3 1 dopo la sconfitta di Firenze per vincere l’ultimo scudetto con Cuadrado e Mandzukic a faticare sugli esterni e Dybala alle spalle di Higuain.
Anche Ivan Juric, si pensa stia cercando un altro assetto più convincente e più stabile. Anche Montella dopo aver regalato la partita di domenica scorsa alla Lazio metterà in cantina la difesa a quattro giocando a tre per salvaguardare Bonucci da brutte figure. Non solo il vecchio Balordo soffre in campo aperto, ma tutte le squadre: basta rivedere Barcellona-Juventus di martedì sera nel secondo tempo, al netto di Messi.
Nessuno crede ai moduli: al Genoa però bisogna creare le condizioni per far rendere al meglio la rosa a disposizione. E la qualità del Grifone è sulla trequarti. Juric dovrà essere bravo ad esaltare le loro caratteristiche, lavorando nelle due fasi ma essere liberi di spaziare in una squadra compatta. Il passo falso di Udine non dovrà mettere tutto in discussione e buttare via quello fatto ad oggi; Juric da uomo di campo prima e in panchina oggi deve solo correggerlo.
Per quanto riguarda i numeri del modulo bisogna fermarsi qui, il modulo è solamente un telaio di un quadro dipinto dai giocatori, se in campo vanno i calciatori con più qualità che devono fare la differenza. La forza di ogni tecnico è quella di scegliere i calciatori più in forma, favorendo l’equilibrio di tutte le fasi di gioco per non far fare brutta figura a nessuno dei calciatori schierati.
Probabilmente il discorso sul modulo di Juric è un falso problema. Il Genoa in rosa ha tanti calciatori ma pochi campioni, o per lo meno qualcuno c’è ma deve aspirare a diventare tale. Tra l’entusiasmo per le gare con il Sassuolo e la Juventus e la depressione dopo Udine, il Genoa e Juric devono trovare una via di mezzo, senza sognare e senza abbandonare l’obiettivo stagionale di una buona salvezza anticipata.
Juric ce la può fare, ma dovrà essere aiutato anche dalla società. Basterebbe poco, che le due parti che trattano, se sono d’accordo di cambiare il destino (sarà il tempo l’unico giudice) del Vecchio Balordo, si presentassero al Pio Signorini e pranzassero con i calciatori, confrontandosi con Juric per dare una svolta al campionato 2017/2018.
Non è tempo di terapia elettro convulsivante, chiamata elettroshock, ma di confronti e cambiamenti non solo sul terreno di gioco, anche da parte di procuratori che volendo fare il bene dei propri assistiti mettono benzina sul fuoco in questo momento particolare, non solo della società ma anche sul campo.