Una conferenza stampa programmata solamente all’ultimo dove si è parlato di vendita della società dopo che la giornata di ieri si è contraddistinta per il dipanarsi di notizie relative a una “non vendita” della società.
Di seguito l’audio di circa 30 minuti con le parole di Enrico Preziosi, che abbiamo successivamente riportato anche integralmente in forma scritta. Nel pomeriggio pubblicheremo un estratto video della conferenza stampa, così come le dichiarazioni riguardanti il tecnico Ivan Juric a margine dell’argomento principale, ovvero la cessione della società.
“Sono qui per mettere la parola fine a tutto ciò che di sbagliato è stato detto ieri e questa mattina. Mi sembra che il dottor Anselmi abbia rilasciato interviste molto semplici, in cui dice che i colloqui sono sereni e che nulla è cambiato. Poi è uscito un comunicato di Lettera43 che è una pagliacciata, ed evidentemente anche chi ha parlato lo è altrettanto. Non mi risulta che Gallazzi abbia un portavoce e pertanto non è farina del suo sacco, lui ha sicuramente la possibilità di chiamarmi se vuole chiedermi qualcosa. Un meccanismo del genere però serve solo a destabilizzare l’ambiente Genoa, oggi si sa che Preziosi è contestato da una parte ed è facile gettare benzina sul fuoco e creare disagi a questa società. Va bene così ma c’è un limite a tutto, non c’è stata alcuna interruzione della trattativa“.
“Io vorrei fare un punto della situazione e dire esattamente cosa avviene, visto che nella mia vita ho sperimentato come si compra e vende una società e l’ho fatto sempre allo stesso modo: si parte da una manifestazione di interesse, una lettera di intenti a stabilire condizioni, parametri e valori dopo di che si accede a una due diligence che qualora dovesse essere positiva e riscontrare tutti i valori e le condizioni della lettera si procede al signing e al closing. Questo lo si fa anche in Africa. Abbiamo ricevuto una lettera, ho risposto a questa ed ho parlato con Anselmi, che si è preso qualche giorno di tempo.
Ora ha dei problemi personali ed ha rimandato alla prossima settimana una risposta. Una volta che risponderà positivamente sono pronto a discutere, altrimenti salterà la trattativa e non se ne farà più niente, cosa che spero non accada perché i segnali fanno presagire che tutto vada avanti positivamente. Detto questo le cose vanno avanti a meno che non ci sia uno che dice una cosa e uno che ne dice un’altra, perché se dobbiamo imputare a Gallazzi le parole ‘Preziosi non mi fa entrare a vedere i conti’ non va bene”.
Non c’è stato nessuno staff pronto a fare la diligence ieri, nessuno è venuto a Pegli come qualcuno ha scritto. C’era Anselmi a Genova con il signor Perrotta i quali volevano parlare, ma non c’era uno staff pronto. Qualcuno pensa che ci siano i puffi, qualcuno dice che faccio sconti, ma i conti sono in trasparenza e abbiamo il controllo ogni santo mese: sono migliore di quanto loro possano pensare, ma in ogni caso i debiti li ha sempre pagati il signor Preziosi e lo continuerà a fare se dovesse restare un mese o di più”.
“Qualsiasi cosa accada il Genoa andrà avanti serenamente, se anche non ci fosse un accordo faremo quanto possible per mettere in sicurezza la società. Io sono intenzionato a vendere, mi sembra che ci sia che vuole comprare e ci sono i presupposti, non capisco perché qualcuno si inventi ciò che scrive. Il padrone dell’oggetto detta le condizioni, io ho un’azienda e sono sereno nell’aspettare una risposta tramite lettera. Negozieremo qualche particolare eventualmente, come persone che vogliono fare bene le cose. Io sono qui per rispetto verso i 17mila e passa abbonati ma non ho molto tempo a disposizione, perché la società ha bisogno di una guida. Sono qui anche a parlare con i ragazzi per Domenica e poi per il Chievo: mi interessa portare a casa punti, ancor prima di parlare di milioni”.
“Ieri sera ho parlato cordialmente con Anselmi, che mi aveva confermato come si trattasse di un’incomprensione diplomatica, quindi se questo ‘pagliaccio’ che si è presentato a nome di Gallazzi esista o meno sarà lui a doverne rendere conto. E mi aspetto che accada, non ho motivo di credere che siano parole veritiere perché mi è stato assicurato il contrario”.
“Ha chiesto tre giorni di tempo per ragionare e valutare, del resto sono trattative complicate. Io ho spiegato quali sono i miei valori e non ho fatto alcun rilancio: lo dico anche ufficialmente, accetto l’offerta che mi ha fatto ma sono differenti i parametri con cui si valuta la società. Sono tante le cose da discutere, ma non sono compratori e venditori a deciderlo bensì professionisti. Noi lavoriamo nella dialettica della contrattazione. Lo ripeto: accetto l’offerta di Gallazzi, anzi l’ho accettata. Se per qualsiasi motivo non dovesse andare in porto, credo che SRI e Fingiochi allora dovrebbero fare chiarezza perché altrimenti si pensa sempre male ed è sempre colpa di Preziosi“.
“La trattativa è resa difficile perché ci siete voi a fare giornalismo: vi ringrazio ma non ho bisogno di consigli. La prassi vuole che vi sia una lettera d’intenti, non si apre un’azienda senza un accordo. La squadra di calcio non è come un’azienda, suscita tanto interesse a livello nazionale e figuriamoci dei genoani. Le condizioni sono le stesse di qualsiasi altra azienda: se tu vuoi un oggetto si fa un prezzo, se ti va bene mi paghi altrimenti te ne esci. Se ci sarà la firma, il compratore a differenza del venditore se ne può uscire, cambiare idea all’ultimo e tranquillmente. Il venditore invece è legato, sono le regole così da tutte le parti. Quando si parla di calcio però si esce dalle regole e c’è sempre chi vuole speculare. Io sono in una condizione serena, vorrei vendere ma non posso abbandonare o dare via la società così tanto per venderla: devono esserci le condizioni e si farà un comunicato in cui comunicheremo la cessione, altrimenti spiegheremo le motivazioni per cui la trattativa non si è conclusa“.
“Se dovessi restare? Con un presidente ed un azionista non cambierebbe nulla, prenderei le mie critiche come sempre. Manca la figura di mio figlio, ora sto aspettando e nel caso ricostruirò la società, ma non c’è un problema di debiti. Mi aspetto serietà e sono convinto che chi si è seduto al mio tavolo sia serio e credibile allo stesso modo, un presupposto importante. Zarbano lo sa, abbiamo avuto almeno 50 ‘farlocchi’ in questi mesi, perciò se abbiamo aperto le porte a loro è perché riteniamo siano persone affidabili e che possa arrivare a termine la trattativa. Se poi non si dovesse fare nulla e non si giungesse ad un accordo, non bisognerà parlare di colpe. Magari non gli piacerà Centurion o un debito che pensavano fosse più basso è troppo alto, ma sono questioni da compratore e venditore. Capisco il vostro lavoro, ma dovreste chiedere ad un professionista: come si vende una società?”.
“Siamo in presenza di una netta manifestazione di interesse ed una risposta data da noi. Ho dettato le mie condizioni e bisogna firmare questa lettera che stabilisca certi parametri, che dovranno poi essere accettati. Lo stesso Anselmi mi ha detto serenamente di dargli un po’ di tempo per rispondere alla lettera. Io tanto altro tempo non ne ho, è andata per le lunghe ma non è colpa di nessuno: il Milan ci ha messo un anno e mezzo, Preziosi invece deve fare in fretta? Io non devo fare niente se non il bene del Genoa e della mia famiglia. Non rompo di certo un patto di riservatezza, dico solo che è ora di fare chiarezza e spero di averla fatta“.
“Non ho mai valutato di andare a prendere uno svincolato, che avrebbe tanto bisogno di recuperare quanto Lapadula, poi abbiamo Galabinov. Anche il Napoli ha scoperto di poter giocare senza una punta, abbiamo soluzioni a cui Juric ha già pensato”.
“Se Gallazzi accettasse l’offerta? Tecnicamente il Genoa non sarebbe ancora venduto, ma non potremmo davvero tirarci indietro. Altrimenti sarebbe una pagliacciata”.
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