Ieri a “San Siro” non sono passate inosservate le presenze di Giulio Gallazzi e Stefano Eranio presso il punto di ritiro accrediti dell’Inter, ma questo ve lo avevamo raccontato pressoché in presa diretta. Chiaramente il primo dei due, raggiunto dai giornalisti presenti e anche dall’ex addetto stampa del Milan pre-China, è stato incalzato sullo stato di salute della trattativa che vede il Genoa di mezzo. La risposta è stata che la trattativa prosegue positivamente, con tutti i tempi tecnici che impone una trattativa di questa portata, e che il vero nodo da dirimere riguarda la valutazione del parco giocatori. Altrimenti, “il Genoa sarebbe stato anche acquistato già ieri” ha spiegato lo stesso Gallazzi, col sorriso, prima di entrare allo stadio. Preziosi vorrà giustamente concretezza, ma le parole dell’SRI Group sono apparse a loro volta chiarissime, seppur proferite a stretto giro di posta: per i compratori, ad oggi, plusvalenze all’orizzonte non ve ne sono da quantificare, neanche in chiave di valutazione del valore della rosa. Se saranno effettivamente plusvalenze, questo lo si vedrà eventualmente in futuro: l’obiettivo, una volta andata in porto la trattativa, è piuttosto quello di costruire una squadra che ruoti attorno a giocatori che possano diventare simbolo del Genoa. La volontà degli acquirenti non è quindi quella di acquistare una “squadra” tanto per acquistarla, ma di acquistare e valorizzare il Genoa. E col Genoa anche il suo parco giocatori.
Perciò è qui che si gioca la partita vera, sul come gestire il discorso plusvalenze e come quantificarlo, se attraverso parametri Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, ndr) o attraverso vie più concrete. Si parla evidentemente solo di regole ispirate dalla Consob, di certezze dal punto di vista della trasparenza, perché ogni parte in causa, addetti ai lavori compresi, sa bene che il Genoa non è società quotata in borsa. Preziosi in questa trattativa vorrà giustamente chiarezza essendo il compratore, e “il padrone dell’oggetto è quello che detta le regole” aveva detto nell’ultima conferenza stampa a Villa Rostan. Serve però una strada su cui avviare la revisione in maniera definitiva.
Difficilmente siamo entrati nel merito della questione trattativa in questo modo, per il bene del Genoa e della trattativa, ma oggi lo facciamo perché eravamo presenti a Milano, come i nostri lettori potranno avere notato, e perché non vogliamo, proprio per questo motivo, fare la figura delle tre scimmiette del “non vedo, non sento, non parlo“. La trattativa prosegue sui binari tracciati da questo approfondimento, con alcuni nodi da sciogliere che fanno parte del gioco. Speriamo di entrare un’ultima volta a fari spenti in questa discussione quando tutto sarà chiarito e in dirittura d’arrivo: da fonti vicine alla trattativa, siamo entrati in quella che si configura come la settimana decisiva. E va presumibilmente in questa direzione l’avvistamento di Beniamino Anselmi quest’oggi alla Madonna della Guardia, per pregare sia per il buon esito della trattativa sia per un ritorno alla vittoria del Genoa. Una visita in cui si sarebbe volentieri portato dietro anche mister Juric, col quale però il continuo messaggiare – sia prima che dopo la gara con l’Inter – è stato già sufficientemente utile per scambiarsi reciproca stima nonostante il momento negativo della squadra. Scalata a parte verso la Madonna della Guardia, l’auspicio che sta dietro a questi frequenti contatti è anche quello che i calciatori rossoblu prendano ad esempio Juric come simbolo della voglia di non mollare e di Genoanità, in attesa di risultati positivi.