A chi si aspettava un inizio di stagione diverso, risponde un turno, il settimo, che propone Genoa-Bologna come sfida se non decisiva, almeno indicativa per capire dove potrà arrivare il Genoa e quanto ci sarà da soffrire. Vero che il sistema immunitario del tifoso rossoblu è già preparato a tutto questo e lo dimostrerà anche il calore presente questo pomeriggio al “Signorini”, tuttavia alla squadra si richiede inevitabilmente qualcosa di più. Pure, se vogliamo, di farsi beffe della Dea Bendata.
Si parla ad oggi di un Genoa passato in secondo piano dal punto di vista tecnico, in particolar modo per via di una trattativa che in queste ore concitatissime vive gli ultimi sussulti (ma ve ne parleremo più tardi). Prima, isolarsi e parlare di calcio è imprescindibile: ne va della salute stessa della squadra rossoblu. Esiste infatti qualche dato da cui partire per andare in controtendenza con le quattro sconfitte e i due pareggi sin qui raggiunti ed è importante provare a capire cosa il Genoa non dovrà sbagliare nella prossima gara contro il Bologna. In altre parole, quali saranno gli errori da non ripetere.
Poi ci si trova davanti a una squadra che quando macina gioco davanti alla porta riesce a rendersi pericoloso, ma concretizzando pochissimo: ben 24 i tiri fuori dallo specchio in questo inizio di stagione su un totale di 48. Si parla del 50% delle conclusioni, e se si considera che il Genoa è la 19° squadra del torneo per tiri verso la porta avversaria è sicuramente un aspetto da migliorare. Juric del resto è da tempo che batte sulla concretezza sotto porta e la cattiveria in area di rigore e non smette di ripeterlo. Col Bologna si dovrà migliorare anche in questo senso dal momento che, se la palla sei capace di buttarla dentro, le gare tendono a sbloccarsi e difficilmente ti contraggono i muscoli e costringono a soffrire per tutto il resto del match.
L’errore da non ripetere contro i felsinei sarà poi quello di concedere all’avversario di andare in gol da calcio piazzato. Perché se il Genoa fatica, gli altri fanno del Grifone una vittima sacrificale quasi di domenica in domenica: volendo considerare il VAR, il Genoa ha subito rete da piazzato – o da suoi sviluppi – in 4 gare su sei (Juventus, Lazio, Udinese, Inter, ndr). L’anno scorso peraltro, tanto per vivere di dejavù, il pareggio bolognese al “Ferraris” giunse proprio su punizione di Viviani sotto la Nord. Quest’anno la mina vagante è l’ambidestro Verdi. A furia di lavorare e cercare di apprendere quelli che sono i dettami di Juric, questo Genoa dovrà tornare a vincere e convincere anche di fronte al proprio pubblico: perché “vincere aiuta a vincere”.
Un ultimo aspetto in cui i rossoblu dovranno migliorare quello dell’intesa in campo: pochissimi, ad esempio, sono i cross realmente utili al reparto avanzato. Su 83 traversoni tentati, più della metà sono sbagliati (43). Il Bologna, se ripeterà la gara di Reggio Emilia, tenderà invece a tenere molto alti Masina e Mbaye, che in alcune
In tutti i modi, ci dovrà essere un’idea di gioco tarata da Juric sull’avversario, con equilibri duraturi per 90’ e cura dei dettagli in ogni situazione e in ogni zona di campo. Un film già visto all’inizio della scorsa stagione, poi impolveratosi con la sua pellicola: qualcuno però lo rivedrebbe volentieri prima della pausa.