Vincere la paura risalendo subito in sella. Lo insegnano a chi cade da bici, moto e cavallo, può valere anche per il Vecchio Balordo dopo i risultati e la sfiga delle prime 6 giornate di campionato. La sfida di domani contro il Bologna sarà importante quasi più a livello psicologico che di classifica. In un ambiente portato ad esaltarsi e abbattersi con facilità. Continuare a incepparsi potrebbe poi rendere un Monte Bianco il proseguimento del campionato dopo la sosta per la nazionale. Una trappola da evitare da parte di Juric e di tutti coloro che giocheranno lasciando da parte un 2017 all’insegna della fragilità.
Juric non si nasconde, il Bologna non è l’avversario migliore in questo momento. Deve essere il Real Madrid, la Champions del Vecchio Balordo, senza valutarlo nel bene e nel
male: il Grifone deve assolutamente vincere per non complicare il suo futuro. Solo due punti in 6 gare? Il campionato dei rossoblu deve iniziare domani sera pur con i rattoppi causati da squalifiche e infortuni. Con la sua gioventù e Palacio, il Bologna ha dimostrato davanti di essere una squadra veloce e Juric dovrà pensarci prima di lasciare campo aperto. Il Grifone senza una vittoria in campionato non vola e non deve complicarsi la vita contro il Bologna. Situazioni diametralmente opposte con il Genoa in crisi di risultati e i felsinei sull’onda positiva del turno infrasettimanale contro l’Inter e della vittoria in casa del Sassuolo.
Juric domani cerca conferme nella sua arena preferita e lo fa giocando sui progressi visti a San Siro. Non gli mancherà il coraggio. Osare e sperimentare anche sulla propria pelle come è successo con Lazio e Chievo bocciandosi dopo un tempo: quelle erano scosse di assestamento provocate dai cambiamenti. Dopo la prestazione contro l’Inter i cambiamenti non hanno più distrutto, ma aiutato a crescere e migliorare. Juric non butterà via nulla di quello fatto dallo scorso anno ma ha capito che è giunto il momento di rispolverare l’antico perché il nuovo non è ancora entrato in sintonia con le sue idee di calcio.
Malgrado le assenze pesanti, Juric contro il Bologna farà poche rivoluzioni. Tutto dovrebbe essere funzionale alle caratteristiche della squadra, vincente nel girone di andata dello scorso anno. Il Genoa deve ritornare a fare pressing con tutti per fare male e imparare come difendersi. Se gli avversari faranno gli spavaldi e attaccheranno subito, il Genoa non si dovrà sottrarre come è successo in altre gare perdendo il cuore e il pallino del gioco.
Il Genoa quando è pressato non sa come uscirne. Basta vedere il pallone che parte da Perin con scambio col difensore che lo perde al primo passaggio o fa il passaggio di accomodamento di liberazione. Il Genoa funziona con uno smarcamento a centrocampo con triangoli dinamici. I calciatori che rimangono fermi con l’avversario addosso hanno creato grattacapi almeno da 3/4 punti in queste prime 6 gare. Sono invece scuse quelle dell’approccio sbagliato, specialmente se i calciatori non metteranno in campo e nella testa gli addestramenti dal 13 luglio scorso.
Inoltre la difesa a tre, a quattro o a cinque non dovrà essere più un alibi se i centrocampisti non la proteggeranno. Contro gli emiliani nessun calo di concentrazione, perché questi cali hanno causato errori lampanti non scontati diventati una costante in casa del Grifone. Errori che hanno permesso agli avversari di fare risultato.
Juric difficilmente sbaglierà. Ha capito che non ha più tempo per avere il diritto di farlo perché i tempi sono già stretti.
Capitolo Bologna. I felsinei sono squadra a due facce. La sconfitta casalinga in Coppa Italia contro il Cittadella e l’inizio del campionato traballante con una sola vittoria contro il Benevento (un pareggio e 2 sconfitte, ndr) avevano fatto affiorare sotto la Torre degli Asinelli, dopo sole 4 giornate di campionato, i fantasmi della scorsa stagione col 15°posto finale. E nella settimana del primo turno infrasettimanale ecco la rinascita: pareggio casalingo con l’Inter, non giusto per i rossoblu emiliani, e vittoria nel derby in casa del Sassuolo. Contro l’Inter martedì 19 settembre, pur arrivando da due KO consecutivi, Donadoni ha schierato un Bologna d’assalto che ha maltrattato a lungo l’Inter sia tatticamente che fisicamente. Il Bologna, lesto e coraggioso, ha macinato gioco mettendo in fila un’occasione dietro l’altra, e dopo tanta fatica e azioni gol però ha spremuto solamente un gol.
Verdi che svariava su tutto il fronte è stato un folletto imprendibile, mentre Petkovic, preferito a Palacio, ha fatto bene il centravanti boa aprendo spazi per gli inserimenti dei suoi compagni. Di Francesco scambiandosi la fascia in continuazione con Verdi, ha mandato in confusione la difesa interista. Donadoni ha messo in crisi il Biscione con il centrocampo, a triangolo rovesciato, che ha sbriciolato in mezzo al campo i compassati centrocampisti nerazzurri. Esattamente come si è visto domenica scorsa contro il Grifone.
La stessa tattica Donadoni l’aveva messa in campo anche contro il Napoli facendo sì bene, ma non andando a buon fine perché il Ciuccio non è statico né nel mezzo né davanti. Contro il Sassuolo un altro tipo di partita molto equilibrata giocata a buoni ritmi con tanti errori in fase di transizione e in zona gol da ambo le parti: una partita giocata all’insegna del “prima non prenderle”.
Avrebbero poi vinto i cambi di Donadoni con Petkovic al posto di Verdi nullo e il giovane Orji Okwonkwo all’85esimo subentrato per De Maio: l’attaccante nigeriano sarebbe stato l’autore del gol vittoria dopo alcuni minuti. Il Bologna 2017/2018 ha puntato sulla continuità, sperando che le giovani stelle esplodano e non abbiano alti e bassi come lo scorso campionato.
Ricerca di continuità davanti: questo il punto forte. Continuità ricercata in Verdi, in un Di Francesco arricchito da Poli tornato centrocampista – trequartista e, all’ultimo minuto del calcio mercato, nell’ingaggio di Palacio, pronto a giocare in tutti i moduli schierati e cambiato in corso di partita da parte di Donadoni. El trenza è insidiato dal fisico Petkovic che in alcune partite è stato scelto non per un gioco manovrato ma di rimessa con lancio lungo a fare gioco e far salire la squadra innescando i folletti Verdi e Di Francesco negli uno contro uno coi difensori avversari. In difesa il calciatore in più è l’ex Di Maio.
Il modulo di Donadoni cambia a seconda dell’avversario da 4-2-3-1 a 4-3-3. Contro il Sassuolo, rispolverando come scritto in precedenza il “prima non prenderle”, si è rivisto anche il 3-5-2 per rompere e ripartire, modulo che si ripeterà anche domani al Ferraris. Un “Ferraris” dove arbitrerà Rocchi di Firenze, 44 anni e agente di commercio. Dirige in serie A dal 2003. Internazionale dal 2008. Il fiorentino è alla caccia del Mondiale in Russia e con l’uscita di Rizzoli è insidiato da Orsato nella top ten degli arbitri internazionali. Sono 215 le gare dirette in serie A: 99 rigori, 106 espulsi. Due le gare dirette in stagione.
Con il Genoa si registrano 23 gare in carriera (6 vittorie, 9 pareggi, 8 sconfitte). L’ultima è il pareggio dello scorso febbraio contro il Bologna al Ferraris. Con il Bologna invece se ne contano 17 di partite dirette con 7 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. L’ultima è proprio il pareggio con i rossoblu liguri dell’anno scorso.
Il Genoa vanta con Rocchi una striscia di risultati utili arrivata ormai a quota 6, con gli ultimi tre match tutti conclusi sull’1-1. Il fischietto di Firenze vanta 216 caps in Serie A distribuite nell’arco di 15 stagioni e in questo torneo, come scritto sopra, ha diretto Lazio-Milan (4-1) e Udinese-Torino (2-3), fischiando in entrambi i match un calcio di rigore per la squadra di casa. Chi deve scommettere sull’intervento del VAR, preferisca il no. Difficilmente il Robot interverrà quando a decidere in campo ci saranno gli attuali Top arbitrali.
Primo assistente sarà Di Iorio di Vico Equense, secondo Mondin di Treviso. Quarto uomo Di Paolo di Avezzano. VAR Irrati di Pistoia, AVAR Baroni di Firenze.