Juric come Renato Carosone: “ho giocato tre numeri al Lotto…5 3 2, pensa un po’ che successo farà la canzone (modulo) se il terno uscirà“. I numeri dei moduli, come annunciato ieri, imperverseranno in questa sosta per il Genoa.
Prima di darli occorrerebbe un’analisi critica non solo del gioco del calcio ma pure della logica di indagine sulla rosa a disposizione di Juric, domandanosi se dopo un anno e mezzo che lavora su una idea, seppur ad oggi perdente nei risultati, vorrà cambiarla. Se si vuol parlare di numeri tattici bisognerà esaminare bene sia la fase di difesa che quella d’attacco. Due fasi che per riuscire bene dovranno essere fatte indipendentemente dalla zona del campo in cui si trova il pallone, cercando di trovare soluzioni e equilibri.
Il Vecchio Balordo, al di là di altri numeri di moduli messi in campo anche da Juric, da tempo ha avuto le più grandi pecche nella fase di transizione della sfera dalla fase di possesso-non possesso, o viceversa. Con qualsiasi modulo, i calciatori del Genoa dovranno ragionare più velocemente preoccupandosi di fase di difesa e di attacco. Il Genoa è stato in ambasce in queste sette giornate di campionato non contrattaccando immediatamente.
Le mosse di Juric, fatte con l’obiettivo di cercare subito la profondità e agire in ampiezza, non hanno avuto successo e il passaggio all’indietro ha rallentato nel prendere controtempo le squadre schierate. Nel girone di andata dello scorso anno tutto riusciva, Juric non dava numeri tattici, la squadra contrattaccava istantaneamente e coglieva l’avversario sbilanciato. Operazione che in queste gare di campionato invece hanno fatto sempre gli avversari trovando il Vecchio Balordo sbilanciato e scoperto.
Juric lo spiega allenamento dopo allenamento, ma l’impressione è che durante le gare ufficiali i calciatori non lo seguano, non abbiano capito come comportarsi contro squadre schierate e contro squadre meno schierate. Un conto fare tutte le esercitazioni tra di loro comprese le partitelle a tema e non soltanto quelle, un altro giocare contro formazioni che hanno preparato le contromosse. Perché tutto riesca si dovrà non solo capire di essere utili alla squadra in qualsiasi zolla di campo, ma anche capire al volo il passaggio tra le due fasi di gioco.
I numeri nel calcio sono certificati di vita dati dagli zeri, questo specialmente se Juric non metterà una particolare distribuzione degli uomini sul terreno di gioco, che a questo punto dovranno corrispondere alle caratteristiche generali tecnico-tattiche dei calciatori in rosa. Importante più che i numeri dei moduli, grazie anche ai rientri importanti già da Cagliari, il modo di muoversi della squadra, ovvero sia i rapporti tra i singoli calciatori in relazione all’uomo in possesso di pallone e il comportamento degli avversari.
Al Genoa devono tornare le combinazioni di gioco della prima parte di campionato 2016 che hanno dato dinamismo alla squadra. Il Genoa deve chiedersi seriamente perché batte pochi calci di punizione diretti dal limite delle aree avversarie ed anche il perché, pur avendo “watussi” in campo, riesce difficilmente a colpire il pallone di testa sui calci d’angolo a favore.
Altra soluzione da trovare, se sarà sempre Veloso a battere tutti i corner, la copertura di Perin non solo con Laxalt, che non è difensore anche se è il più veloce di quelli. Battaglie solamente dialettiche quelle sui numeri dei moduli e nessuno ad oggi, non solo per il Genoa, è riuscito a capire quale sia la loro incidenza sui successi di una squadra.
Nel calcio moderno a fisarmonica contano di più il 3-4-3, il 5-3-2 o la corsa, l’intensità e l’organizzazione?