Di nomi ne erano circolati diversi, ma alla fine è stato Giorgio Perinetti, quarant’anni e oltre di esperienza nel panorama dirigenziale del calcio italiano, ad essere scelto come nuovo direttore generale del Genoa. La conferenza stampa è iniziata pochissimi istanti fa: ecco le prime parole da nuovo dirigente rossoblu per Perinetti, accompagnato dall’amministratore delegato Zarbano, che annuncia che chiarirà qualche punto sul tema cessione e trattative.

“Ringrazio tutti di essere qui: mi scuso per il ritardo. Spiegherò oggi perché sono qua. Voglio ringraziare Tacopina e il Venezia che mi hanno permesso di essere qui. Adesso sono nel Genoa e voglio lavorare nella maniera più proficua. Alla chiamata di Preziosi ho risposto subito sì: a undici anni andai per la prima volta allo stadio e vidi Lazio-Genoa e ho sempre apprezzato questo abbinamento di colori. Oggi sono onorato di poter servire questi colori”.

”Per quattro volte la famiglia Preziosi mi ha chiesto di lavorare per loro: una volta accadde a Como, oggi sono ben contento di poter lavorare qui. Un’altra volta fu a Firenze, quando Preziosi era in procinto di andare alla Fiorentina. Sono ben felice di arrivare ora, in questa situazione di classifica precaria ma ingiusta”.

“Mi piace il senso di appartenenza dei dipendenti del Genoa, che si ritrova anche nella tifoseria, conosciuta da tutti. Qui viene richiesto l’impegno ancor prima della vittoria. Lo spirito che si sente a Marassi è bellissimo e l’ho riscontrato anche coi dirigenti. Molti me ne hanno parlato, da Turone a Nela a Simoni passando per Martina, Pruzzo, Conti. Tutti mi hanno parlato del Genoa in questa maniera. Le motivazioni sono forti: non solo di ricordi dovremo parlare, ma anche di lavoro e di presente”.

”Io sono qui per lavorare: le dinamiche societarie ci diranno se sarà un rapporto che potrà continuare. L’attuale situazione è deficitaria anche per infortuni e assenze. Il primo pensiero è di stare vicino alla squadra per rasserenare gli animi, portando la mia esperienza. Ho trovato un Juric motivato, propositivo e con idee: spero che sarà più fortunato da oggi in poi nei risultati. La squadra mi sembra presa da quello che fa, ha idee chiare e vuole riscattarsi il più velocemente possibile. Quando una società riesce ad isolare la squadra San ciò che accade fuori, riesce a fare meglio in campo. È quello che cercheremo di fare. Ho trovato comunque uno spogliatoio e un gruppo coesi. Avrò il telefono acceso 24 ore su 24: ho portato un solo collaboratore, Giampaolo Marcheggiani, che si occuperà di scouting col direttore Donatelli. Cercherò di aiutare anche Sbravati e altri nello scouting giovanile, perché inutile dire che è difficile mantenere giocatori bandiera per tanto tempo nel calcio attuale. Spesso una società é costretta a vendere: la cosa importante si rivela sostituire bene il partente. Lo scouting è necessario per avere sempre ricambio”.

”Spero di poter lavorare con la positività che mi anima, in un ambiente che ama il calcio e dove la tifoseria, essenza del calcio, è fondamentale e fortificante per tutti. Speriamo che i risultati siano migliori di quanto abbiamo programmato: Preziosi è motivato e mi ha chiesto di fare il meglio per la società”.

LA PARENTESI ZARBANOPrende nuovamente la parola Zarbano, che risponde a diverse domane:

“Oggi stiamo presentando un nuovo direttore generale, il che sta a significare che la società intende consolidarsi, senza però tralasciare il tema della vendita. Lo dico in modo molto trasparente. In questo senso a Deloitte, soggetto di primario stand che non sta a me presentare e che toglierà ogni incertezza su numeri e quant’altro, è stato dato il compito di una due diligence. Stiamo vagliando sempre in questi giorni anche la figura di un advisor che possa creare in modo strutturato un processo di vendita di una società di calcio, che ha delle peculiarità molto differenti rispetto a quelle che ha una società diversa”.

Si è deciso di procedere in questo senso per evitare – e forse quando non sarete contenti – quel tam-tam giornaliero “ha venduto, non ha venduto”: ci saranno soggetti deputati che seguiranno questo percorso di vendita. Questo percorso viene fatto non in un momento di disarmo, ma in un momento in cui tutti ci concentriamo per rafforzare la società e permettere alla squadra di allontanare e mettere un po’ al riparo quelle che sono state minacce, non volute, ma negative, che hanno influito sulla squadra. Vogliamo focalizzarci sul campo. Nella ricerca di un eventuale soggetto compratore non si chiude la porta a nessuno: posso assicurare che l’interesse di Preziosi, dopo anni di sacrifici economici di tasca proprio suo, è di guardare prima l’interesse precipuo del Genoa, dopo il proprio”.

”A proposito di numeri ho letto debiti stratosferici. La posizione finanziaria netta del Genoa al 31 agosto era di 85 milioni, comprensiva di oltre 14 milioni di impegni futuri: tanto per intenderci il riscatto tra due anni di Lapadula e altri giocatori. Quindi al netto di questi 14 milioni e mezzo da detrarre agli 85 milioni: è un numero ben distante da quello che ho letto in giro. Non faccio riferimento a nessun giornale: ho letto in generale. Siamo abbastanza in linea alla situazione di altre squadre. Ripeto: il tema della vendita è comunque attuale e Preziosi ha interesse a cercare un soggetto che sia il più possibile affidabile per il Genoa.  Ripeto che al tempo stesso non si è in una situazione di disarmo, ma di consolidamento della struttura societaria per concentrasi sul campo e togliere ed eliminare tutte quelle negatività che fanno male alla squadra”.

Sulle polemiche relative al “Ferraris” qual è la vostra posizione?

Sul tema dello stadio c’è una società, la “Luigi Ferraris”, in cui partecipano Genoa e Sampdoria in modo paritetico, perciò il percorso è univoco. Se ci sarà un’asta? Al momento non mi pare ve ne sia una. In futuro vedremo: comunque è ovvio che a noi interessa il Luigi Ferraris. Che non passi il concetto che non sia così“.

Un advisor generalmente non lo nomina chi compra?

Quello che si vuole fare è definire una procedura di un percorso di vendita in modo strutturato e professionale con quelli che sono i criteri seguiti nelle normali compravendite, quelle che in linguaggio anglosassone si definiscono le cosiddette “merge & acquisition”. Lo si è fatto per evitare quotidianamente chiamate o altro: non sono questi i tempi di una vendita. Una vendita ha i suoi tempi“.

LE DOMANDE AL NUOVO DG PERINETTI – Cominciamo le domande degli organi di stampa al nuovo direttore generale:

Quali saranno le sue prime mosse?

“Anzitutto stare vicino alla squadra. Poi aver perso molte partite con un solo gol  di scarto deve portare a registrare qualcosina, per superare il momento. Secondo me un dato fondamentale è trovare qualche piccola accortezza per fare meglio. La squadra è stata fatta con accortezza: vedremo a gennaio se ci sarà da fare qualche investimento. Lavoreremo per questo e faremo ciò che c’è di fare. Non vedo un dramma in un’ipotesi di cambio societario: noi dobbiamo produrre spettacolo e risultati sportivi. A questo dobbiamo dedicarci”.

Su Juric?

”Ho grande stima in lui. Certo  la sfortuna accompagna la nostra attività ma ho visto una squadra che partecipa agli allenamenti con intensità, discutendo per superare questo momento. Cercheremo di essere i più determinati per uscire da questo momento: per farlo ragioneremo domenica per domenica. Non è un fatto positivo perdere sempre di poco: ci vogliono più decisione, grinta. Domenica a Cagliari è la partita”.

Sul Genoa e sui tifosi?

”La tifoseria rossoblu incarna il vero tifo all’italiana, sporcato dal calcio business. Dimentichiamo che dovremo rispettare chi vive il calcio: partecipiamo a un business ma dobbiamo rispettare l’anno nostra tifoseria. Vorremo cercare un dialogo perché vogliamo sarebbe un futuro, fare bene. È il futuro futuro potrebbe essere anche una vendita. Il Nostro lavoro sarà di far capire che stiamo cercando di costruire e vogliamo farlo coi fatti, senza troppe parole”.

Lei è ricordato per Maradona, ma lanció anche Zeman. Il Genoa ha sposato il lavoro di Juric lo ha fatto anche Preziosi.

“A me piace pensare a un allenatore che quando parla ai giocatori pensa alla palla in possesso, come andare a fare male all’avversario. Mi piace il calcio con idee e gli allenatori con idee. Dopo Liedholm, che portó il calcio a zona, portai Zeman esonerato dalla Lazio alla Roma o Conte al Bari, che ritenevo avesse delle idee. Abbiamo sempre assecondato allenatori e idee che ci permettessero di pensare di andare a giocare con tutti nella loro metà campo. Inoltre aiutare chi avesse idee e i ragazzi che praticassero questa idea”.

Solo il modulo non fa fare risultato al Genoa dal gennaio scorso?

”Per semplicità oggi parliamo di modulo, ma se andiamo a vedere capita che siamo in sette nell’area avversaria in certe situazioni. Il Genoa che ha perso con l’Inter ha dato l’idea di essere una squadra. Mi auguro che la mia positività porti a risultati”.

”Oggi il calcio vive di personalità incisive, forti. La mia più grande certezza è il dubbio. Deve esistere un confronto franco e dico che l’ultima parola spetta sempre  presidente. Se mi consente di esprimere il mio parere e non mi scavalca, senza decidere per aver detto la mia, è tomo di autonomia. Tutti i presidenti incontrati erano di grande personalità. A loro spetta l’ultima parola. Cosa mi aspetto di fare qui? Se troviamo modo di fare risultato, di riempire lo stadio, di farci riconoscere un buon lavoro fatto, di portare un nuovo Belotti anche qua, saremo contenti”.

DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DEL DG PERINETTI: