Questa mattina al “Signorini” vi era una presenza d’eccezione ad assistere all’ultimo allenamento a porte aperte di mister Juric. Si trattava di Alessandro Turone. Ci è voluto poco, vedendolo di profilo, per capire che si trattava del figlio di Maurizio “Ramon” Turone, ex rossoblu rimasto nell’immaginario collettivo del tifo genoano. E al “Signorini” i più attempati – e attenti – l’avevano riconosciuto, alcuni addirittura scambiato per un osservatore del Milan. Vice-allenatore di Pro Vercelli e Livorno, vanta una carriera che si dipana tra le maglie di Lanciano, Mestre, Andria, Manfredonia, Gallipoli, SPAL, Ivrea e Monopoli. Lo abbiamo raggiunto, essendo presenti come sempre a Pegli, e gli abbiamo domandato come veda il campionato sino ad ora e come interpreti la situazione in casa Genoa: ecco le sue parole.
Ci sono le sorprese al Pio Signorini. Gli ho girato intorno per dieci minuti, ma dal profilo l’ho riconosciuto: Alessandro Turone, figlio di “Ramon” Turone. Come vedi il campionato?
Per quanto riguarda le squadre davanti lo vedo equilibrato. Quest’anno il Napoli è partito molto bene, la Juve meno ma recupererà terreno perché non muore mai. Nelle zone basse, meno male che siamo andati a fare punti a Cagliari perché comunque la situazione si faceva un po’ tosta”.
Ma questo cuore rossoblu batte in tutta la famiglia…
Si, si, assolutamente. Non può essere diversamente. Ma tornando al campionato, è lungo e sempre difficile. Meno male che quest’anno qualche squadra che zoppica c’è, come Benevento e Verona. Il Genoa ha una buona squadra e con l’arrivo di Perinetti, uomo di grande calcio ed esperienza che sa dare serenità all’ambiente, Juric avrà una grande arma in più.
E “Ramon” cosa dice?
Ramon soffre come tutti i genoani il periodo iniziale non felice del Genoa. Ma noi siamo abituati a soffrire: un po’ il callo ce lo abbiamo fatto.
Se tutto quello che si vede negli allenamenti si vedesse tradotto così ogni domenica in campo, tutti gli avversari farebbero fatica…
Juric richiede molta intensità, tanto pressing ed è difficile tenere per novanta minuti un’intensità del genere. Quando incontri squadre che hanno qualità tecniche molto superiori, alla lunga vengono fuori. Con la Juventus ero allo stadio a vedere la partita: la prima mezz’ora il Genoa ha dominato, poi la Juventus, avendo cambi all’altezza, ha ribaltato la partita e l’ha vinta.
Sono di moda il 5-3-2, il 5-3-1-1, però si fanno un sacco di gol malgrado siano moduli difensivi. Perché secondo te?
Dipende dagli interpreti che tu metti nel modulo, perché è normale che se fai il 5-3-2 e metti sugli esterni giocatori che non spingono o a centrocampo mezze ali che non si inseriscono, è chiaro che poi non fai gol. Basta mettere gli uomini giusti nelle posizioni giuste. In modo tale che si trasformi in un 5-3-2 in fase difensiva, che poi deve diventare un modulo a tre dietro con la partenza dei difensori per creare superiorità numerica. E si devono avere giocatori che possano fare gol.