Domani è il momento giusto per mandare tutti al Diavolo. Non solo il Milan, anche tutti gli scettici che vedevano fantasmi – può darsi giustamente – nelle prime sette giornate di campionato. Senza dimenticarsi dei detrattori delle pagelle di fine calciomercato. Tutti al Diavolo quelli che pensano e dicono che il Genoa al “Meazza” non abbia nulla da perdere. Il Grifo domani ha tanto da perdere perché un Milan così non tanto allo sbando, ma quantomeno afflosciato (non solo sul terreno di gioco) sarà difficile in futuro incontrarlo una seconda volta. Stessa occasione come nel 2015 quando Gasperini, Bertolacci, Niang e Falque mandarono Pippo Inzaghi e il Diavolo all’Inferno.
La ricetta anti-Milan è stata utilizzata al meglio nella settimana che è passata: dieta al Pio Signorini, quantità, intensità degli allenamenti ma anche qualità. Tutto ciò dovrebbe far funzionare meglio il Grifone nella testa, ritrovando dopo Cagliari la fame agonistica che potrebbe far la differenza con il Milan acciaccato in tutte quelle che sono le componenti di una squadra di calcio. La gara dei rossoneri contro i greci di giovedì dovrà essere dimenticata a Villa Rostan. Il Diavolo contro il Genoa tenterà l’ultimo colpo di corna.
La ricetta anti-Milan alla fine sarà saporita se il Vecchio Balordo si sacrificherà, correrà, sgomiterà e non farà errori in fase difensiva, pronto a fare gol. Visti tutti gli allenamenti da martedì a giovedì, il Genoa ha dato chiari segnali di ripresa . La condizione fisica era già stata buona nelle altre 7 gare di campionato, ma i 3 punti di Cagliari sembrano aver determinato la scintilla nella testa.
Contro il Milan la differenza la dovranno fare i centrocampisti, il punto forte del Vecchio Balordo, garantendo qualità: Veloso è Veloso , Bertolacci a San Siro potrà dimostrare le sue ritrovate qualità nell’ambito del repertorio “box to box”, Rigoni quella di inserirsi, marcare e colpire nell’area avversaria. Tutti e tre dovranno far funzionare al meglio il gioco sulle corsie laterali (anello debole del 3-5-2 rossonero), proteggendo bene la difesa, considerato che Izzo, Rossettini e Zukanovic sono in grado di ripetere i fasti di quella che fu la difesa rossoblu del girone di andata dello scorso anno.
Un’altra chiave del Grifone per volare nell’ex Scala del calcio sarà, indipendentemente da chi giocherà prima punta (Galabinov o Lapadula), di battagliare con i difensori rossoneri costringendoli all’errore. Milan-Genoa sarà anche la partita di Taarabt visti gli spazi a disposizione: sarà pronto a ballare una danza marocchina, la “Genawa”, piena di acrobazie e adatta al suo modo di intendere il calcio.
Tutti a posto domenica prossima eccetto Spolli e Cofie. Tutti in ripresa, compreso Centurion, che ha dimostrato negli allenamenti più fame per emergere. Gara importante anche per programmare un turnover per le altre due da giocare in una settimana.
La formazione rinnoverà il tanto sbandierato “squadra che vince non si tocca”? Al Meazza Juric se la può giocare con 14 elementi, con i cambi giusti in tutti i reparti.
Capitolo Milan. La rivoluzione estiva del Milan cinese dopo più di 200 milioni di euro spesi per 11 calciatori, alcuni top solo nei loro campionati esteri , dopo 8 giornate non ha portato effetti positivi né al Diavolo né a Montella. Il Milan ha perso 4 gare, è pari al Chievo in classifica e si trova a 10 punti dall’Inter e a 7 dal quarto posto Champions.
Il campionato è ancora lungo, però in otto partite Montella sembra aver già bruciato le idee di un campionato intero. Anche l’ultima, quella di Europa League giocata contro i greci, ne è stata la prova: tutta la qualità in campo servita dai lanci lunghi di Bonucci e Musacchio non può essere calcio.
In ogni gara giocata sino ad oggi i cambi di modulo non sono più una novità per nessun avversario. Trovare altre idee per volare almeno fino a gennaio è l’obiettivo primario, sin quando poi ci si troverà a fare un’altra rivoluzione. Il Milan attuale può non fare risultato contro qualsiasi squadra. Quattro partite perse su otto sono un limite molto chiaro. Le squadre si costituiscono in meno di tre mesi.
Un Milan quasi sempre a due facce nelle gare giocate in campionato. Regala sempre una buona parte di gara con il 3-5-2 anomalo con Suso alle spalle di Andrè Silva e spesso trova la riscossa con i cambi, soprattutto con quello di Cutrone, la vera sorpresa. Inoltre cambia non solo modulo ma anche faccia con un 3-1-4-2 con Suso mezzala e Borini non più terzino.
Tutto ciò è successo anche domenica scorsa contro l’Inter e a momenti il Diavolo dopo 60′ di dominio del Biscione non portava a casa il risultato. La terza sconfitta di fila, per di più nella stracittadina, ha fatto malissimo all’entourage rossonero. Nessuno lo dice ma per Montella contro il Genoa potrebbe essere all’ultima spiaggia. Mirabelli, il direttore sportivo rossonero, non solo con le sue parole ma pure correndo in panchina nell’intervallo con l’AEK Atene per vedere se i calciatori ascoltassero Montella, alimenta inferno nel clan rossonero. Il Milan diventerà una squadra forte, ma non oggi, non con questo tipo di giocatori: Montella non giocherà più alla playstation. Oltre trovare una identità tattica ed uno schema, l’aereoplanino dovrà già preparare la lista di arrivi e partenze del prossimo gennaio.
Le colpe di Montella ci sono perché è in panchina ma quello che ha combinato Bonucci in compagnia di Romagnoli palesando automatismi difensivi ai minimi termini non se lo aspettava nessuno ad inizio stagione. Musacchio, Bonucci e Romagnoli era una difesa invidiata da tutti. Gli ex Atalantini Conti e Kessié, che hanno fatto fuoco e fiamme per arrivare a San Siro, fuori da una squadra organizzata si dimostrano normali.
Colpe non di Montella ma di tutta la stampa specializzata, il fiato alle trombe per André Silva perché aveva realizzato 16 gol. Sì, ma in Portogallo. Per tale motivo è arrivato anche Kalinic. Non ci siamo dimenticati del turco Calhanoglu, giocatore di classe e fantasia ma di difficile collocazione nei moduli di Montella a meno che non giochi alle spalle della prima punta.
Non sappiamo contro il Genoa se Montella continuerà a giocare con il 3-5-2 con Borini esterno e Suso dietro André Silva. Se succederà la manovra lenta e il palleggio insistito quasi sempre orizzontale non porteranno il Diavolo in Paradiso.
Milan-Genoa diretta da Giacomelli di Trieste, ristoratore di 39 anni laureato in scienze della comunicazione e arbitro dall’età di 15 anni. Dal 2010 alla Can B. Debutta in serie A nel maggio 2011 in Genoa-Cagliari. Giacomelli arrivò alla Can A in pianta stabile quando l’Aia decise di rimpolpare l’organico decidendo di utilizzare agli addizionali dietro le porte.
Sono 89 gare dirette in Serie A, con 25 rigori concessi e 29 rossi. In stagione arbitrare già 4 gare. Prima gara stagionale sia con Milan, sia con Genoa.
Con il Milan risultano 9 le gare dirette in carriera (5 vittorie, 2 pareggi, 2 sconfitte). Con il Genoa sono altrettante (1 vittoria, 3 pareggi, 5 sconfitte). L’unica vittoria del Vecchio Balordo è dell’aprile 2015 in casa proprio del Milan: in gol Bertolacci, Niang, e Falque. Tre reti che costarono la panchina di Pippo Inzaghi.