Partendo un attimo da lontano: quanto è importante per la città di Ferrara e per la Spal ritrovare sulla propria strada, dopo 54 anni, il club più antico d’Italia?
Più che ritrovare il Genoa – per il quale ovviamente c’è rispetto – per la SPAL è stato importante ritrovare la serie A dopo mezzo secolo. In quel lasso di tempo ci sono stati cambiamenti epocali, quasi sconvolgenti, e trovarsi su questo genere di palcoscenico per tanti è ancora una specie di sogno. Bisogna ricordare che cinque anni fa la SPAL era in serie D. Le prime dieci partite hanno costretto a fare i conti con la dura realtà e ora c’è la consapevolezza di voler rimanere aggrappati a questa categoria, a ogni costo. Perché si è tornati nella nobiltà del calcio italiano e si ha la possibilità di confrontarsi con realtà storiche e prestigiose, come d’altra parte è il Genoa.
Venendo alla gara, che clima si respira a Ferrara? Sarà partita da dentro o fuori?
C’è una certa curiosità, accompagnata inevitabilmente da una leggera ansia. Siamo appena ad un quarto di campionato, ma finora la SPAL ha mostrato di faticare terribilmente quando è il momento di fare la partita in casa contro le dirette concorrenti per la salvezza. In tre scontri diretti casalinghi (Cagliari, Crotone, Sassuolo) la squadra ha fatto un solo punto e in due occasioni è stata palesemente messa sotto sul fronte del gioco. Pesa inevitabilmente un divario di esperienza e qualità con la maggior parte delle avversarie, ma c’è anche una certa fragilità psicologica.
Questo aspetto non sembra preoccupare più di tanto la SPAL intesa come società e squadra, mentre i tifosi inevitabilmente vorrebbero vedere una squadra più determinata e sicura di sé. Qualche segnale positivo è arrivato dalla partita contro la Juventus. Perché se è vero che lì la SPAL ha perso 4-1, è vero anche che per mezz’ora è riuscita a mettere paura agli avversari, arrivando anche a pareggiare, seppure con un gol irregolare. La speranza è che la squadra interpreti la partita col Genoa con lo stesso spirito combattivo mostrato per mezz’ora abbondante a Torino.
Come la sta preparando Semplici?
La partita di Torino ha dimostrato che una variante al 3-5-2 esiste ed è il 4-4-2. Gli interpreti sono inevitabilmente adattati, ma per certe situazioni può diventare una risorsa in più. Tuttavia è improbabile che il mister adotti questo schieramento dall’inizio. Si ripartirà quindi dal consolidato 3-5-2, col ritorno di uomini tenuti a riposo nel turno infrasettimanale: nello specifico Vicari, Schiattarella, Mora e Antenucci. Non a caso quattro protagonisti della scorsa stagione. Resta qualche dubbio sul titolare per la fascia sinistra: Costa finora ha giocato con maggiore continuità, ma il Mattiello visto contro la Juve ha convinto pubblico e critica. In avanti assisteremo a un ballottaggio tra Paloschi e Borriello.
Grassi e Vaisanen erano gli assenti dell’ultima trasferta. Come è la situazione in infermeria? C’è qualche sicuro forfait?
I due dovrebbero essere fuori causa anche in questa occasione. Difficilmente verrà forzato un recupero, anche perché in questo avvio di stagione c’è stato qualche infortunio muscolare di troppo. Nella migliore delle ipotesi verranno convocati per onor di firma. Oltre a loro mancheranno sicuramente Meret e Floccari, altri due elementi importanti. Il primo è stato operato per risolvere un problema relativo alla pubalgia, il secondo è fuori ormai dal 27 agosto.
L’inizio della Spal aveva illuso un po’ tutti, ma soprattutto non ha convinto a pieno l’utilizzo di due punte centrali nel 3-5-2: si va verso un cambio di interpreti più che di modulo?
Come accennavo prima, il modulo 3-5-2 è un punto fermo per mister Semplici e difficilmente assisteremo a cambiamenti. Una delle note positive delle ultime partite è rappresentata dal contributo di dinamismo e inventiva garantito da Antenucci, affiancato da una prima punta tradizionale. Probabilmente è questa la soluzione più appropriata per il 3-5-2, fermo restando che la SPAL deve crescere sotto il profilo dell’incisività offensiva e della rapidità d’esecuzione. La prevedibilità e l’imprecisione sono stati i due limiti principali palesati finora.