I DERBY DA GIOCATORE: UNA SCONFITTA PRIMA DEL TRITTICO DI VITTORIE – In questa settimana ho ascoltato due canzoni su tutte: “The American”, rigorosamente in versione acustica, dei Simple Minds, e “Radio Waves” di Roger Waters. In preparazione della stracittadina, forse non proprio le migliori per psichedelìa. Ma non è questo il punto: in via propedeutica, mi sono invece immaginato cosa potrebbe avere ascoltato – se avrà avuto tempo di farlo – Ivan Juric, che mai ha nascosto la sua passione per tonalità più dure, pesanti, senza troppi fronzoli. Un po’ come quando giocava. Prima al Siviglia, dal 1997 al 2000, quando tre furono i derby sevillani cui prese parte (due vinti e uno pareggiato) prima di abbandonare l’Andalusia e gli acerrimi nemici del Betis.
Quando ribaltò nell’arco di tre stagioni il suo feeling personale coi derby della Lanterna. Salta quello del 23 settembre 2007, il primo dal ritorno in Serie A del Genoa e finito con un deludente 0-0. Uno stop per ripartire: nelle successive stagioni ne giocherà 4 da titolare, senza mai essere sostituito, e il primo che gioca è datato 17 febbraio 2008 (0-1 per la Sampdoria con gol di Maggio all’88esimo, ndr). Una sconfitta amara, col Grifone e Juric che lottano per oltre 30’ minuti del secondo tempo in dieci uomini (espulso Danilo Sacramento per somma di ammonizioni, ndr) e subiscono la beffa quasi allo scadere dopo una splendida invenzione di Cassano in slalom.
Da lì nasce il ribaltone, il rivolgimento verso le stelle del Genoa tutto. Il 7 dicembre 2008 Diego Milito si prende sulle spalle la squadra allenata da Gasperini e abbatte di misura la formazione blucerchiata: anche Juric, braccia la cielo, esulta e lancia il guanto di sfida ai blucerchiati sotto la Gradinata Nord.
Non passano che sei mesi ed ecco che arriva il fatidico e memorabile derby del 3-1, della storica tripletta – un unicum nella storia dei Derby della Lanterna – di Milito. Un derby che solo il dire “io c’ero”, dentro o fuori dal rettangolo verde di gioco, fa venire ancora i brividi. Juric gioca novanta minuti e si riconferma un talismano per la formazione rossoblu, di quelli che quando ci sono lavorano sporco e tendi a non vederli, ma che quando non ci sono fanno sentire la loro assenza.
L’autunno si rifà sotto per due volte consecutive prima che il 28 novembre 2009 Juric giochi il suo ultimo Derby della Lanterna, vincendolo 3-0. L’esultanza sotto la Sud dopo il rigore di Palladino, la divisione delle parti in causa quando gli animi si scalderanno e il fallo subito da Cacciatore nel finale di gara che porterà al rosso sventolato all’ex calciatore blucerchiato, oggi al Chievo, resteranno nell’immaginario collettivo. Sarà l’ultimo derby, il terzo vinto di fila, quello del novembre 2009. L’attuale tecnico rossoblu salterà poi l’ultimo della stagione 2009/2010, cui farà seguito il ritiro dal calcio giocato.
I DERBY DA ALLENATORE – Da allenatore, gare dal tasso adrenalinico più alto della norma Juric ne ha vissute anche lontano da Genova. Non soltanto nell’annata di Crotone, ma già ai tempi della Lega Pro e del Mantova, quando il derby dell’aprile 2014 lo mise di fronte alla Cremonese di quel Marco Giampaolo che oggi, scherzo del destino, siede sulla panchina blucerchiata. Oltre quel derby lombardo, uno soltanto se ne annovera in terra ligure: quello d’andata dell’anno scorso, che il Pirata dovette però seguire dal gabbiotto della tribuna perché squalificato. In altre parole, quello di questa sera sarà il primo da vivere direttamente da bordo campo.
“Spero di vederlo con la bava alla bocca come quando giocava, vederlo che ciocca come una lama” ci raccontava con quella franchezza tutta genovese il personaggio intervistato nella rubrica “Il Derby all’uscita da scuola”. La speranza è infatti quella di provarle tutte pur di arrestare, nella gara che più coinvolge la Genova calcistica, la cavalcata della Sampdoria verso il record di vittorie in un derby consecutive. Soprattutto però, la speranza principale di tutto l’ambiente rossoblu resta quella di rivedere un Genoa ad immagine e somiglianza del suo tecnico. Che sia presto o tardi per vederlo, provaci ancora Ivan!