“Speriamo che si qualifichino tutte e due, ma non è possibile. Allora io tifo Italia, mia moglie (Anna) tiferà Svezia. Tra l’altro andrà a vedere la partita a Milano. Ma chi farà la differenza saranno i miei figli: tutti e tre tiferanno Italia“. A dirlo è stato Davide Ballardini in sede di presentazione al Genoa, martedì scorso, e ha in qualche modo preannunciato uno scenario impossibile: che le due nazionali possano raggiungere a braccetto la Coppa del Mondo.
L’epilogo dipinto dal nuovo tecnico rossoblu sarebbe però un bel salvarsi in corner: l’Italia eviterebbe lo spauracchio di una nevrosi calcistico-finanziaria che avrebbe ripercussioni sull’intero calcio italiano; la Svezia non avrebbe motivo di mettere mano al portafogli promettendo ai calciatori svedesi, se batteranno l’Italia e si qualificheranno per i Mondiali di Russia, 80mila euro. Sarebbe insomma un bel modo di evitare qualche speculazione di troppo intorno alla doppia sfida, prima a Solna, poi a Milano.
Tra ieri e questa mattina, fra sondaggi su quanto il lettore svedese conosca il calcio italiano e le parole di De Rossi e Buffon in conferenza stampa (“l’assenza di Ibrahimovic è sempre un vantaggio” ha detto il capitano giallorosso, “beneficiamo della pressione” il capitano azzurro), i giornali svedesi parlano soprattutto dei possibili cambi di formazioni da parte dell’allenatore Janne Andersson. In particolare si parla del probabile avvicendamento di Lüstig col felsineo Krafth e, a centrocampo, di quello di Johansson con l’ex Juventus e Cagliari Ekdal. Questi i principali titoli comparsi sui giornali questa mattina:
“Zaza infortunato, Belotti sulla via del miglioramento” (Enköpings Posten);
“Salta l’undici di partenza svedese contro l’Italia” (Expressen);
“Obiettivo: cominciare a cercare la qualificazione alla Coppa del Mondo contro l’Italia” (Östersunds Posten)
“Buffon: “Beneficiamo della pressione di questa gara” (Svenska Dagbladet)
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Lo si percepisce: ci sono grande rispetto e timore verso la nazionale italiana, vincitrice di quattro Coppe del Mondo e imbattuta contro la Nazionale scandinava, ma vi è anche la consapevolezza che la Svezia sia in crescita e possa giocarsela nell’economia di una doppia sfida, specie alla luce di quei 18 gol realizzati nei gironi di qualificazione in casa. Una sfida che sarà scontro frontale tra pianeti diametralmente opposti, come testimonia anche un parallelo tra Serie A e Allsvenskan.
Lo si evidenzi perché nell’Allsvenskan, la massima serie svedese, gli stranieri in campo sono uno su tre e gli stadi si riempiono per poco più della metà della capienza. Lo si metta in luce perché dall’anno prossimo giocheranno il Dalkurd, formazione di calciatori curdi nata soltanto nel 2004, e il Brommapojkarna dell’ex juventino Mellberg, dove milita l’italiano Luca Gerbino Polo, ex Ravenna e Rimini, approdato in Svezia quattro anni fa. Lo si sottolinei perché il guadagno medio di un calciatore svedese è di ottomila euro lordi al mese. La sottolineatura di tutte queste differenze marcate tra mondo Italia e mondo Svezia era stata spiegata su Repubblica a firma Intorcia. E qui ripresa.
Differenze che divengono ancora più nette se si riflette sul fatto che stasera Janne Andersson dovrebbe schierare undici titolari che giocano tutti al di fuori dei confini svedesi, dal ben conosciuto Granqvist (“ho imparato molto dall’esperienza al Genoa e seguo ancora il calcio italiano: saranno due finali, ci servirà non prendere gol in casa” avrebbe detto in conferenza) al compagno di squadra al Krasnodar Claesson, dall’attaccante Berg (Al-Ain) all’italiano Krafth passando per il portiere Olsen, in forza al Copenaghen. E poi ancora Ekdal, Lindelöf e Toivonen (in Italia lo si ricorda per un solo incrocio, quando segnó una doppietta al “Ferraris” contro la Sampdoria quando vestiva la maglia del PSV Eindovhen, il primo dicembre 2010, doppietta che di fatto eliminó i blucerchiati dall’Europa League nell’anno della retrocessione).
OFF TOPIC E JET-LAG – Honduras-Australia e Nuova Zelanda-Perù – altri spareggi per i mondiali – valgono, in chilometri, il giro della Terra. Il viaggio dell’Italia a Stoccolma, a confronto, sarà una passeggiata di salute. Gli australiani voleranno tra le 16 e le 28 ore. Lo spiegava ancora Repubblica, edizione nazionale, in un approfondimento di diversi giorni pr sono a firma Cito.
“Alcuni giocatori arriveranno via Los Angeles ed El Salvador. Quelli che giocano in Europa, via Città del Messico. Si giocherà alle 16 di venerdì. Alle 19, settantacinque minuti dopo il fischio finale, partirà il charter di ritorno per affrontare, immediatamente, le 17 ore di fuso. Per il ritorno, gli honduregni eviteranno voli commerciali e avranno a disposizione un aereo con lettini per i massaggi e mascherine per l’ossigeno”.
«Non troppo diversa sarà la situazione per Perù e Nuova Zelanda, con una particolarità non da poco: sul volo da Wellington verso Lima, le due nazionali dovrebbero viaggiare insieme, stesso aereo, per condividere i costi di una trasferta da 800mila dollari neozelandesi, mezzo milione di euro, un terzo del bilancio annuale della Federazione isolana.
Alla fine delle quattro partite, i giocatori faranno fatica a ricordarsi pure il proprio nome». Alberto Cei, psicologo dello sport: «Viaggiare verso ovest comporta assai meno stress rispetto alla rotta opposta, perché il corpo umano si adatta più facilmente a una giornata con qualche ora di luce in più anziché il contrario».