Dop gli innumerevoli alibi trovati, dopo aver perso dalla Svezia, Ventura si è buttato sulla Sindrome di Stoccolma accerchiato da nemici immaginari che lo fanno anche godere: a settembre era colpa del campionato iniziato in ritardo, ad ottobre degli infortuni, a novembre dell’arbitro.
I novanta minuti contro la Svezia sono stati brutti come contro la Macedonia e l’Albania. Tre partite con lo stesso comun denominatore: poco gioco, pochi tiri in porta e un gruppo di calciatori che non capisce cosa deve fare e per di più non si aiuta da squadra. Una nazionale senza filtro nel cuore del gioco e scollegata tra i reparti è difficile ricordarla.
Povera, brutta e sfortunata per il palo di Darmian, l’Italia contro i modesti e scolastici svedesi le ha pure prese perché i gialli ci hanno creduto, correndo e picchiando di più. La voglia di pareggio in vista della gara di stasera è il dramma non libidinoso dei Ventura boys. Il calcio, del resto, ha sempre punito la superbia o la sottovalutazione dell’avversario.
Le scelte di Ventura, con giocatori fuori forma e fuori ruolo, hanno portato tante colpe verso il tecnico. Il calcio tuttavia dovrebbe incominciarsi a chiedere perché Immobile in nazionale diventa solo un aggettivo, Insigne una statuetta del Presepe di Napoli ed altri non rendono come nei club. La risposta è facile: basta vedere le formazioni che giocano in campionato e quanti sono gli italiani in campo. Se qualcuno si darà la risposta dimezzerà gli errori del tecnico.
Detto questo, per evitare la Caporetto della seconda eliminazione dai mondiali a sessant’anni dalla prima, serve un vittoria con almeno due reti realizzate di scarto. Obiettivo non impossibile ma neppure facilissimo. Tutto si semplificherebbe se contro i lunghi e fisici svedesi si giocasse velocemente e con palloni rasoterra.
Per questa Italia è un’impresa non di gambe ma di testa. Perciò appena finita Svezia-Italia tutti si sono appellati ai Santi, e a San Siro e allo stadio cui dà il nome in particolare dal momento che dl’Italia, là, non ha mai perso.
ha ragione Gianni Mura su Repubblica: “il problema siamo noi, è ora di preoccuparsi”. E stasera c’è un solo risultato utile. Qualcuno faccia l’Italia. Forza Azzurri!
P.S: i miglior auguri “fotografici” all’Italia anche dalla Valdobbiadene, da Villa Maria Farra di Soligo, al grido di “Non passa lo straniero”