Ballardini dopo dodici giorni dal suo arrivo a Pegli, con dieci di lavoro, in conferenza stampa dichiarerà: “abbiamo lavorato con serietà, rabbia e fame“. Rispetto alla prima conferenza stampa ostenterà più sicurezza e positività verso la mission della salvezza, dopo aver constatato che la squadra sta bene fisicamente, ha voglia di uscire dal tunnel e cercherà di aiutarsi.
Balla annuncerà che il gruppo è sano, la situazione di classifica è complicata ma lo è anche per altre 7/8 squadre. Balla si è reso anche conto che i calciatori di qualità ci sono e con essi le possibilità per invertire la rotta di risultati negativi del 2017.
A centrocampo e in attacco ci sono calciatori di spessore che possono e devono fare la differenza e l’idea di Ballardini, da quando è arrivato, è stata quella di cercare di farli convivere. In avanti ci sono elementi intelligenti che non devono essere istintivi.
Il ravennate e i suoi collaboratori, persone chiare e trasparenti, hanno parlato dall’arrivo con tutti i calciatori guardandoli negli occhi. Ballardini dice poche cose, parla poco ma quello che ribadisce lo vuole poi vedere sul campo. Per la gara con il Crotone il tecnico rossoblu chiederà compattezza tra i reparti e tra oggi e domani, prima di dare la formazione al direttore di gara, sceglierà se rinunciare a giocatori di qualità da schierare in contemporanea per avere una maggiore solidità. Taarabt, Pandev, Centurion: la scelta è difficile vista la classifica. Possono convivere, ma solo se si aiutano; senz’altro potrebbero contribuire ad aumentare i 23 gol incassati dai calabresi, di cui otto allo “Scida”.
La voglia di Ballardini sarebbe di schierarne almeno due per cercare di sorprendere un difetto strutturale dei pitagorici quando incontrano squadre in grado di sfruttare gli spazi tra le linee. Il rovescio della medaglia che preoccupa il Balla è la difesa genoana in campo aperto, specialmente quando la concretezza del gioco di Nicola porta, non trovando spazi, porta al lancio lungo verso una delle due punte cercando di arrivare alla conclusione con uno contro uno e giocate istintive.
La formazione del Genoa la lasciamo al mezzogiorno dello Scida. L’idea di formazione e modulo tattico c’è comunque già dal primo giorno, ma occorrendo punti nella terra di Pitagora Ballardini dovrà fare di necessità virtù giocando solidamente e in modo pratico come succede al Kroton e a tutte le squadre che vogliano salvarsi.
Importante che tutti, in panchina e in campo, cerchino di dare il meglio per il Genoa: un aspetto c’è in questo momento risulta più importante di formazione, tattica, moduli, allenatore, giocatori e società. Serietà, fame e rabbia per regalare qualche soddisfazione al Vecchio Balordo e alla sua gente.
Capitolo Crotone. Non è un miracolo come lo scorso anno se ha 12 punti in classifica. Il Crotone non è più un’incognita: è attrezzato per il campionato in corso. Tutto non avviene per caso perché i pitagorici hanno ribadito di avere un dirigenza illuminata nello scegliere i calciatori. Scommesse per molti, ma non per la famiglia Vrenna e il direttore Ursino. In serie B pescavano bene dalle squadre Primavera, quest’anno per non patire le pene dello scorso anno fino a otto giornate dalla fine, hanno invertito la rotta completando la rosa in ogni zona del campo con due giocatori per ruolo, acquistando o facendosi prestare con le formule dell’attuale calciomercato ben nove calciatori, un mix di esperti come Izco e Cabrera e giovani scommesse come Tumminello (ai box fino a marzo per rottura crociato, ndr) e Simic.
Questa strategia societaria improntatasull’esperienza dei reduci della salvezza sta permettendo ai crotonesi di non dilapidare più risultati nei finali di partita come la passata stagione. Ma se la dirigenza ha lavorato bene, Nicola ancora meglio. Dopo aver giocato lo scorso anno seguendo le orme di Juric e del successo verso la serie A con il 3-4-3, la svolta per il Crotone è arrivata all’undicesima giornata con il 4-4-2. Subito sono arrivati il pareggio in casa della Fiorentina e la vittoria in casa con il Chievo, dopo qualche inceppamento.
Il cambio di strategia tattica ha fatto capire che avevano imboccato la strada tattica giusta. Testimone a Steccato di Cutro durante la sosta primaverile 2017 per la nazionale vidi una squadra non rassegnata, pur dopo 7 sconfitte e un pareggio consecutivi. Vidi al contrario una squadra convinta di salvarsi con gli occhi di tigre, rasserenata dal tecnico, dal direttore sportivo e dalla società. Vidi giusto: inanellarono fino al fine del campionato sei vittorie, due pareggi e una sola sconfitta allo Juventus Stadium.
Il 4-4-2 che continua anche nel campionato in corso è quasi perfetto perché Nicola insegna e permette ai giocatori di giocare a memoria, grazie a indicazioni tattiche semplici e precise. Gioco semplice insomma: se l’avversario non ricompone rapidamente lo scaglionamento difensivo si va direttamente all’attacco con il lancio lungo per superare le linee di copertura avversaria. Il gran lavoro dello scorso anno di Falcinelli, tornato alla base, Nicola lo sta insegnando a Budimir, dopo un anno in naftalina a Genova sponda Sampdoria. Un Budimir che deve essere pronto al taglio o al passante tra i centrali difensivi. Se gli avversari si piazzano, Budimir si deve smarcare in modo preventivo verso il centrocampo per smistare su una corsia laterale o all’indirizzo di un compagno vicino.
Nel Crotone non solo questi movimenti tattici sono semplici, ma anche la preparazione meticolosa sui palloni inattivi a favore e contro.
Ci si intenda: non è che il Crotone sia diventato il Real o il Barcellona in queste dodici giornate di campionato. Ha dimostrato anche difetti, particolarmente evidenti nelle transizioni dal basso. Probabilmente per tale motivo alle probabili uscite basse non pulite Nicola preferisce il lancio lungo.
Detto questo, parlando di tattica e numeri di moduli, si ha la conferma che contano poco perché il Crotone raggiunge i risultati in casa e fuori anche per la faccia cattiva, di chi lo scorso anno ne ha viste e subite tante. Il mix per avere successo anche quando perdevano: coraggio e intraprendenza senza paura di nessuno.
Contro il Genoa all’ora del cuoco Nicola non cambierà il modulo: il 4-5-1 della “manita” sampdoriana è andato in cantina e lo schieramento che scenderà in campo contro il Genoa sarà arricchito dal ritorno di Martella ad arare la corsia di sinistra. Altro dubbio Rohden, lo svedese che ha contribuito a cancellare il calcio” libidine” di Ventura e mettere nella disperazione il calcio italiano senza il prossimo mondiale, oppure quello relativo a Nalini sulla corsia di destra.
Crotone-Genoa sarà diretta da Tagliavento di Terni, classe 1972 vicino alla pensione se non gli verrà rinnovato il mandato a giugno essendo internazionale dal 2007. Imprenditore di un salone di bellezza a Sangemini. Sono 210 le gare dirette in serie A nel suo tabellino, con 97 rigori e 76 espulsi. In stagione ha diretto 5 gare: mai Crotone e Genoa.
Con il Crotone vanta 5 partite dirette (3 vittorie e 2 sconfitte). L’unica gara in serie A è però la vittoria dello scorso anno allo “Scida” contro l’Empoli. Con il Genoa invece sono 23 le partite arbitrate (9 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte). L’ultima in ordine di tempo è la sconfitta in casa della Roma alla 38esima giornata del campionato scorso, ricordata per il primo gol di Pellegri nel massimo campionato.
Primo assistente Di Iorio di Vico, secondo assistente Zappatore di Taranto. Quarto uomo Marinelli di Tivoli. VAR: Gavillucci di Latina. AVAR: Martinelli di Roma 2.
Diffidati: Budimir del Crotone; Rossettini del Genoa.