La 13esima giornata di campionato doveva ancora finire con il posticipo del lunedì e passerà in archivio con la notizia delle dimissioni di Tavecchio. Dimissioni al veleno con una conferenza stampa da prima Repubblica con toni e gesti quasi da ventennio.
Il consiglio della Figc è durato solamente un minuto. Tutto deciso già dagli scorsi giorni quando Tavecchio aveva perso anche la fiducia della Lega dilettanti di cui aveva fatto parte per oltre vent’anni. Tavecchio ha definito le dimissioni uno “sciacallaggio politico”, dimenticandosi come era stato eletto Presidente: oltre ai voti dei dilettanti, grazie alle “marchette” assicurative nei confronti di Renzo Ulivieri, Presidente allenatori, e Nicchi, Presidente Arbitri.
Più che i vertici FIGC, Coni, Lega sostenuta dall’Uefa, Tavecchio è stato dimissionato dagli italiani. Il Coni ha tuonato che la FIGC dovrà essere commissariata. Tutto rimandato al 27 novembre perché sia la Lega calcio A che quella B devono scegliere i propri Presidenti e Amministratori delegati.
“Commissariamento di sei mesi” dicono Malagò e il Coni. Per fare le riforme. “Ma mi faccia il piacere” risponderebbe Totò. Operazione nella quale nessuno è riuscito visti i nomi concorrenti alla carica di traghettatore.
Per il commissariamento si fa il nome di Carraro, un “minorenne anziano”. Totò lo presenterebbe dicendo “nel dolore un orbo è avvantaggiato, piange con un occhio solo”. Alla Presidenza della FIGC si candida anche Sibilia, Presidente della Lega dilettanti: potrebbe avere il 34% dei voti se riuscirà a mettersi d’accordo con Tommasi, dell’associazione calciatori, che produce un 20%. L’unico impiccio saranno le prossime elezioni politiche perché Sibilia è a caccia della riconferma a senatore di Forza Italia.
Collina ha fatto una leva: sta bene in Svizzera con Uefa e Fifa. E il prossimo allenatore? Nessun Ancelotti. Sarà un traghettatore come Di Biagio, tecnico dell’Under 21?
L’Italia è uscita dai Mondiali, le lacrime di coccodrillo sono finite e al mondo del calcio poco importa che il pallone rotoli sgonfio. Si conferma piuttosto come la politica: ci sarebbe qualcosa da mangiare? Se non è così, allora facciano subito le riforme compresa quella dello statuto della Figc che si annuncia più arduo della legge elettorale.
Ha ragione Tavecchio sulla Figc. Ha sbagliato solo termine nel definire il suo allontanamento. La FIGC è solo un “magna magna” e non ha qualcuno in grado di poter risolvere la crisi del calcio italiano, molto più ampia della mancata partecipazione al Mondiale russo.
È arrivata l’occasione giusta per cambiare le carte in tavola ed uscire dal Ca-vecchio, dal calcio vecchio, cambiando uomini. Per lo più visto e considerato che il calcio italiano è senza Presidente Figc, Presidente Lega A e B e senza allenatore. Se si cambiassero anche Ulivieri, associazione allenatori, Tommasi, associazione calciatori, e Nicchi, associazione arbitri, potrebbe iniziare la rivoluzione con costruzione. Non serve più fare una rivoluzione con distruzione e senza costruzione: è come spogliarsi nudi per un buco nel vestito.