Il nuovo Genoa targato Ballardini ha vinto con merito la partita di Crotone ed ora si appresta ad affrontare con più fiducia la forte Roma guidata da Di Francesco, mister chiamato nella Capitale dopo aver dimostrato con il Sassuolo di essere un allenatore preparato e all’avanguardia, con una filosofia di calcio precisa e delineata.

Come giocano i giallorossi?

La Roma scende in campo con un 4-3-3 offensivo e di qualità, improntato alla ricerca del pressing in zona offensiva. I giallorossi sono una squadra importante e la loro ottima classifica lo dimostra, hanno una buona rosa e Di Francesco si è dimostrato tecnico bravo, umile ed intelligente. Sviluppano molto gioco sulle fasce, dove hanno esterni bravi nel proporsi, cercano sovente l’uno contro uno. De Rossi fa girare palla da destra a sinistra o viceversa.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Alisson, il portiere brasiliano, fisico imponente, è molto reattivo sulle palle alte e discreto col pallone tra i piedi. La linea a quattro è formata da Florenzi, Fazio, Manolas e Kolarov. I due esterni bassi, Florenzi destra e Kolarov sinistra, hanno “gamba”. L’azzurro è instancabile e pericoloso negli inserimenti senza palla, mentre il serbo ha una potenza di calcio notevole con il piede sinistro (insidiosissimi suoi calci da fermo) ed ultimamente è molto migliorato nella fase difensiva. Fazio e Manolas sono i centrali difensivi. Il primo, esperto e intelligente, anche se lento difficilmente si fa cogliere impreparato. Il secondo, molto veloce ed irruento, certe volte commette gravi imprudenze.

Il centrocampo

Nainggolan, De Rossi e Strootman formano uno dei centrocampo più forti d Italia. Nainggolan garantisce forza e cambio di passo ed è pericoloso nei tiri da lontano, De Rossi, il metodista, ha senso tattico, eccelle nel gioco aereo, gioca sovente di prima intenzione, ma è un gran parlatore e provocatore. Strootman, l’addetto al recupero dei palloni, dopo aver subito un grave infortunio è diventato più cattivo ed indisponente: anche lui sa rendersi pericoloso con tiri da fuori area. 

L’attacco.

I tre giocatori avanzati sono Perotti, Dzeko ed El Shaarawy. Un attacco forte e conforme al pensiero di calcio del mister Di Francesco. Perotti, indimenticato ex rossoblu, gioca sulla fascia sinistra, ha un dribbling letale, duetta molto con Kolarov e talvolta agisce anche per vie centrali. Dzeko, la punta centrale, è fondamentale; vera minaccia nel gioco aereo, bravo nel tenere palla e nel gioco coi compagni, in area di rigore è una sentenza. El Shaarawy, anche lui ex rossoblu, veloce ed imprevedibile, si sacrifica molto per la squadra ed è importante il suo apporto nella riconquista immediata della palla.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase offensiva i corner vengono affidati a Perotti e Kolarov, che in alcuni momenti fanno il gioco a due. Manolas e Fazio salgono per colpire e e vanno guardati a vista. Anche Strootman si butta nella mischia. Quanto alle punizioni , quelle al limite dell’area sono di Kolarov, e di Perotti o Nainggolan. Sulle palle inattive a sfavore i giallorossi difendono a zona. Fazio in molte occasioni giganteggia ed Allison non si fa pregare per uscire dai pali. 

Concludendo?

La Roma fuori casa ha sempre vinto, quindi quello che aspetta il Genoa è un impegno molto duro, ma proprio queste sfide, se vengono affrontate nella giusta maniera, possono dare fiducia e autostima, cose di cui il Genoa ha bisogno in questo momento. Per competere con la Roma ci vorrà un Genoa da gradinata Nord e chi è genoano saprà senz’altro che cosa intendo.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.