Genoa Roma 1 a 1. Giusto il pareggio indipendentemente dal possesso pallone della Roma e dalla qualità superiore dei giallorossi. Partita preparata bene da Ballardini: il suo pragmatismo è stato vincente sapendo in partenza che c’erano due modi diversi di giocare al calcio.
Se da una parte c’era la Lupa che puntava sul dominio del pallone, dall’altra il Grifone che mirava al controllo degli spazi. Perin ha fatto almeno tre ottime parate ma Alisson è stato graziato almeno due volte da Taraabt e Lapadula con due rigori in movimento.
Da una parte c’era la Roma che attaccava con velocità e tecnica raffinata, con schemi non complessi ma noiosi perché non trovavano un “pertugio”; dall’altra c’era il Genoa barricato in difesa, non catenacciaro, che quando poteva colpiva nelle ripartenze.
La Roma dopo i primi minuti di gioco ha voluto affermare la superiorità assoluta sull’avversario, ma il Vecchio Balordo non ha mollato uno metro e ha “basculato” muovendosi perfettamente negli spazi tra centrocampo e difesa, bravo fino all’ultimo giro d’orologio, 6’ minuti di recupero oltre il 90’, ad evitare che il gap tra le due squadre si trasformasse in un risultato finale sfavorevole.
Il muoversi dalla difesa all’attacco dei Ballaboys deve migliorare in velocità e nella misura dei passaggi e cross. Il Vecchio Balordo appare comunque sulla buona strada considerato che ha giocato alla pari per intensità, continuità, solidità fisiche e qualità più collettive che singole contro la Roma che di queste prerogative aveva fatto l’icona delle cinque precedenti vittorie in campionato e Champions.
Ballardini ha dimostrato in queste due gare con i suoi collaboratori di avere le idee chiarissime, i principi saldissimi, il carattere fortissimo e una voglia matta di levarsi dagli impicci della classifica.
Tutto questo è stato recepito nello spogliatoio e viene trasformato nella personificazione dell’intensità “sacchiana” vissuta dal tecnico rossoblu in gioventù e oggi applicata al calcio e, probabilmente, anche alla vita. Ballardini è un costruttore di speranze, e non solo per i calciatori: vedere tanti giocatori genoani quasi trasformati rispetto al recente passato è un semplice proclama del ravennate: facciamo capire che il successo del Genoa dovrà essere costruito sul lavoro del gruppo. Ai singoli di qualità chiede di mettere a disposizione della squadra senza fronzoli quello che il Dio del calcio ha concesso loro.
Genoa, Ballardini: “Partita giocata con la testa, la Roma è fra le migliori al mondo” – AUDIO
Non mi sono mai cimentato a fare pagelle: è difficilissimo per tutti. Si fanno analisi solamente degli episodi di una gara ma non tutto quello che è stato fatto singolarmente o complessivamente nel gioco della squadra da ogni calciatore.
In Genoa-Roma bisogna fare una eccezione con Bertolacci. Scrivemmo in presentazione di gara che per marcare Nainggolan occorreva un giocatore in grado di reggere non solo calcisticamente ma mentalmente il dinamismo del belga e il ritrovato Bertolacci è stato all’altezza con una prestazione da più di 7 in pagella.
De Rossi intanto perde il pelo ma non il vizio. Quante volte in carriera è stato perdonato per lo stesso atteggiamento? Adesso c’è il VAR e capitan futuro dopo 14 giornate non se n’era accorto.
Di Francesco si è lamentato dell’arbitro invece di ringraziarlo se ha terminato la partita in 10 uomini e non almeno in nove, visti il colpo di Juan Jesus a Lapadula senza pallone qualche minuto dopo l’episodio da rigore per il Genoa e il nervosismo di Dzeko e Fazio subito ad inizio gara. Giacomelli ha interpretato bene la gara ed è migliorato rispetto alle prime apparizioni sul piano tecnico e disciplinare.
In due partite Ballardini ha fatto vedere che l’undici fisso è ben radicato nella sua testa. Ha messo in campo la qualità tutta insieme e contemporaneamente ha chiesto a tutta la squadra di supportarla, questa qualità.
Il cammino è lungo e tortuoso: tutti al Pio Signorini ne sono consapevoli, ma sono contenti come il popolo genoano di essere poveri sulla strada per diventare belli.
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