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Genoa, Ballardini sfida Gasperini: ha la maggiore percentuale di gare a punti dal ritorno in A

Una sfida nella sfida che si gioca anche tracciando un parallelo col passato, in particolare con gli ultimi anni di permanenza del Genoa nel massimo campionato. Sono 283 su 395 le partite che il Genoa, in Serie A, ha affrontato con uno tra Gasperini o Ballardini in panchina. Si tratta di oltre il 71% del totale: ampiamente più di due terzi, nettamente più di un’indicazione per poter dire che oggi, al netto di altre scelte che non hanno dato gli stessi risultati, sono proprio loro due gli allenatori ad aver interpretato non tanto meglio, quanto piuttosto con maggior profitto, le richieste e le esigenze di una piazza come quella della Genova rossoblu.

L’equazione non dovrebbe essere così immediata, ma sono i numeri che, destinati in proiezione ad alzarsi sino a superare il 73%, raccontano di un Genoa gasperiniano e di un Genoa ballardiiano. Siamo andati a vederli uno per uno.

IL GENOA BALLARDINIANO – C’è ancora molto da fare, e se si molla un attimo a livello di concentrazione si rischia di vanificare quanto di buono fatto sino a quel momento. Anche questo concetto è tra i più ribaditi e sottolineati da mister Ballardini dopo il suo ritorno al Genoa, per la terza volta. Sul tecnico ravennate avevamo già fatto diversi approfondimenti in tempi non sospetti e non ci dilungheremo oltre: senza dubbio le prime quattro partite dal suo ritorno al Genoa, coincise quasi esattamente con un mese di attività al “Signorini” dopo l’esonero di Juric, hanno raccontato che la solidità difensiva, per osmosi, ha trasmesso sicurezze a tutto il resto della squadra.

Squadra, gruppo, coesione, aiuto sono diventate essenziali prerogative in ogni momento della quotidianità rossoblu, sia in campo che fuori dal terreno di gioco. Sono basi da porre fin da subito per portare la nave in porto entro la fine della stagione, quando si dovranno trarre le somme del lavoro svolto. Un lavoro, al Genoa, sempre eseguito da Ballardini con estrema professionalità e sotto traccia, come piace ai genovesi e ai Genoani.

Non deve essere casuale quindi che, ad oggi, Ballardini sia l’allenatore con la maggiore percentuale di gare a punti dell’ultimo decennio di Serie A del Grifone. Una sua gara da ricordare delle sue precedenti esperienze al Genoa? Per riannodare i fili con il passato più recente, la vittoria chiave del “Bentegodi” con gol di Borriello contro il Chievo Verona (28 aprile 2013) che ha ricordato per analogia l’ultima contro l’Hellas, firmata Goran Pandev. Un nome che sulle sorti del Genoa ha sempre inciso molto, anche prima di approdare in Liguria.

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IL TREND DI BALLARDINI AL GENOA SU 48 PARTITE IN SERIE A:

IL GENOA GASPERINIANO – In termini assoluti, l’unico Genoa che le nuove generazioni – e mi ci metto pure io – hanno avuto modo di vivere direttamente dagli spalti del “Ferraris”. Non lascia spazio, un po’ anche per la sua aggressività, a termini di paragone e, attenzione, per colmare questa lacuna non basta certo qualche video o qualche prezioso amarcord. Non bastano questi contenuti a fare apprezzare o giudicare il Genoa del passato tarandolo su quello proposto da Gasperini.

Gli anni del Genoa gasperiniano coincidono intanto con la risalita in Serie A del Genoa, nel 2006: viene interrotta un’assenza lunga undici anni. Successivamente coincideranno anche col ritorno in Europa e con la pressoché mai affannosa ricerca del mantenimento della categoria. In termini di gioco, non ci si ripeterà rispetto a quanto scritto ieri (clicca qui per leggere l’editoriale “Genoa, Balla e Gaspe”): varata la difesa a tre, estenuante ricerca del gioco sugli esterni e partite prese di petto, sempre aggredendo l’avversario.

L’avvicendamento storico che allontana per la prima volta, dopo quattro stagioni e mezzo, il tecnico di Grugliasco da Genova avviene, come noto, alla decima giornata del campionato 2010/2011 con la sconfitta di Palermo. Sino a questo momento Gasperini ha collezionato 49 vittorie, 31 pareggi e 34 sconfitte alla guida del Vecchio Balordo. La sfida da incorniciare in queste prime tre stagioni e mezzo nel massimo campionato? Sicuramente il primo dei due derby consecutivi vinti con tre gol segnati alla Sampdoria.

Il filo tra Gasperini e il Genoa si riannoda il 6 ottobre 2013: esonerato Liverani dopo la sconfitta interna col Napoli (peraltro con doppietta di Goran Pandev, ndr), il tecnico piemontese torna per far risalire la china a un Genoa 15esimo in classifica. Anno di transizione, con la stagione successiva che sancirà solamente sul campo il ritorno in Europa e col campionato ancora successivo, quello 2015/2016, che dopo un primo trimestre da incubo (sarà la stagione col maggior numero di sconfitte, 18, per un Genoa targato Gasperini, ndr) e un graduale ma sofferto allontanamento dalla pastoia della bassa classifica porterà Gasperini ad abbandonare la causa rossoblu per spostarsi a Bergamo a stagione conclusa. In questi altri due anni e mezzo. Cosa ricordare su tutti in questo secondo capitolo del Gasperini rossoblu? La sua 50esima vittoria in Serie A alla guida del Genoa, maturata con un 2-1 interno sul Chievo Verona il 20 ottobre 2013, e la 200° panchina in occasione di Sassuolo-Genoa (3-1) nel finale di stagione 2014/15.

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