Genoa-Atalanta da tremiti, sussulti: bugiardo il risultato, più giusto il pareggio. Gasperini ha vinto la prima gara in trasferta nella sua Genova, mentre Ballardini non ha ancora vinto nel Tempio.
La Dea perfetta in Coppa ma non in campionato ha fatto ammattire Gasperini nel primo tempo. Mai vista una squadra del Gaspe subire un palleggio di tre minuti a inizio partita e dopo prendere gol, e non per colpa dell’Europa League o della stanchezza.
Non si è visto il G&G (Gasperini, gioco, gol) che ha portato risultati sotto la Lanterna e a Bergamo. Merito di Ballardini e il Genoa che nel primo tempo hanno trovato e cercato, aperti o chiusi che fossero, gli spazi per cercare il gol con pallone a terra. E sono anche riusciti a difenderli, chiudendoli con un chiavistello.
Sarebbe riuscito al Vecchio Balordo di andare al thè in vantaggio, se l’arbitro Doveri, internazionale dal 2018, avesse visto il fallo di partenza di Petagna su Zukanovic prima del gol di Ilicic. Il direttore di gara, resosi conto della ferita di Zukanovic poi documentata da un tweet a fine gara dal sito ufficiale del Genoa (cambiano le analisi delle gare anche al Genoa come per le big del campionato, ndr) ha chiesto l’opinione del VAR ma non è stato confortato. Il Ferraris rispetto ad altri stadi ha la metà di telecamere e una buona parte cura solo le aree di rigore.
L’Atalanta in campionato dopo le gare europee ha sempre regalato un tempo ma non era mai stata messa sotto come contro il Grifone nel primo tempo. Gol orobico al 45esimo che ha cambiato le strategie in campo. Gasperini dopo aver impostato la gara con i tre attaccanti ed essere ubriacato dal palleggio rasoterra veloce e dal pressing genoano ha cambiato strategia leggendo nuovamente bene la gara come gli era successo la settimana precedente contro il Torino immettendo Ilicic per Kurtic. Questa volta al Ferraris, per non continuare a perdere il cuore del gioco e le corsie laterali, ha messo De Roon per Petagna. Operazione riuscita ai fini della vittoria, seppur non quella del gioco, il tutto con un gol arrivato per un grave errore rossoblu su pallone inattivo, con Masiello libero davanti a Perin di incornare senza neppure saltare.
Ballardini anche contro la Dea la gara l’ha iniziata e giocata a modo suo con il modulo 9-1, tutti dietro la linea del pallone e tutti davanti, strategia che Gasperini e l’Atalanta hanno patito. Gasperini ha provato a cambiare l’andamento del primo tempo con una mossa che non ha dato frutti, il valzer degli attaccanti da una parte all’altra del campo. Lo ha fatto non trovando mai spazi, solo una traversa di Freuler da fuori area sempre su pallone inattivo: troppo poco per una squadra gasperiniana.
Anche contro gli orobici il Genoa ha trovato i giusti equilibri tra le due fasi di gioco ma questa volta rispetto alle tre gare precedenti il risultato non è arrivato per causa propria. Il primo dopo il fallo di Petagna: la difesa si è fermata aspettando il fischio, Izzo il più lesto ha seguito il pallone e non l’uomo e Ilicic ha fulminato Perin in diagonale. Del secondo gol abbiamo già scritto e possiamo dire che è il primo errore su corner degli uomini davanti a Perin.
Il Genoa ha poi perso contro l’Atalanta perché fa fatica a segnare pur creando ghiotte occasioni. Ballardini ha preparato bene la gara ma dopo il gol di Masiello sono affiorati i vecchi difetti con 35’ da giocare: disordine e ansia.
Tutto è dimostrato dai lanci lunghi dalle retrovie senza costrutto contro le torri atalantine, dei falli inutili causa le mancate coperture. Gasperini nel secondo tempo ha messo la gara sul piano della forza fisica non riuscendovi con il gioco: Ballardini poteva rispondere con Galabinov, anche se non ne conosciamo le condizioni come il tecnico rossoblu. Il bulgaro avrebbe fatto a sportellate e messo in condizione Taarabt e Pandev e i centrocampisti di colpire con giocate rasoterra?
Tutte domande, tanti se che non portano da nessuna parte che saranno vagliati da stamattina a Pegli alla ripresa dei lavori. Dall’arrivo di Ballardini si sapeva che la strada era in salita. Le quattro gare giocate hanno fatto capire che la strada sul piano del gioco è quella giusta. Adesso più che sul gioco brillante fino al raddoppio orobico Balla e il suo staff dovranno lavorare sulla testa dei calciatori facendo loro capire che un Vecchio Balordo disordinato, ansioso è come una matassa arruffata: non si sa mai dove ha la testa.
Complimenti invece a Perin. Tarzan con le sue liane ha fatto due gol, salvandoli dalla sua porta. Nessun dramma comunque per la sconfitta contro la Dea. Il Genoa di Ballardini dopo 4 gare non è stato messo sotto da nessun avversario.
Importante seguire la saggezza dello stesso tecnico rossoblu: “Se ci avessero detto qualche settimana fa he alla sedicesima giornata avremmo avuto dietro 4 squadre saremmo tutti felici. La cosa importante che sappiamo cosa fare e lo abbiamo fatto, visto e dimostrato per uscire da questa situazione“.
Adesso è importante finire bene il 2017. Per farlo vi è un’unica medicina: oltre al non andare in depressione calcistica nelle difficoltà, non bisognerà sbagliare più gol lapalissiani, scontati davanti ai portieri avversari, e non si dovranno ripetere altri errori lampanti davanti a Perin.
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